Sarà l'ennesimo fuoco di paglia? Può darsi, ma nel frattempo Gus Hansen si sta mettendo in luce su Full Tilt Poker, dove nelle ultime 5.000 mani giocate ha vinto 1.107.000 dollari, risultando come il giocatore più vincente ai tavoli di cash game high stakes.
Il danese anche quest'anno sta sperperando un sacco di soldi, lo si può dire senza mezzi termini: fino ad alcuni giorni fa, nel 2014 risultava in passivo per 3.560.000 $, salvo il recupero delle ultime ore cominciato nella giornata di domenica, grazie ad i tavoli di 8-game e di 2-7 Triple Draw, varianti ormai protagoniste affermate ai piani alti del poker online.
Questo che cosa significa? Ad essere onesti, probabilmente nulla. Le World Series Of Poker sono ormai ad un passo, e certo questo è un elemento che può motivare non poco un amante della competizione come Hansen, ma questo appare come un elemento piuttosto debole se rapportato a tutto il resto.
Gus Hansen emerge finalmente vittorioso dal polverone del cash game high stakes (courtesy hochgepokert.com)
Gli avversari che Gus affronta ogni giorno sono infatti sempre gli stessi, e sebbene non sia scontato che tutti sappiano giocare meglio di lui le varianti la verità è una: ciascuno in misura variabile, da anni gli prendono i soldi, e tanti. Sarebbe splendido poter assistere alla metamorfosi di un Hansen finalmente vincente, irresistibile, uomo da battere, come in fondo accadeva nei tornei dal vivo anni fa, quando il suo stile particolarmente loose fu capace di far saltare il banco.
A ricordarli oggi, quei tempi, sembra di affacciarsi sulla preistoria del poker. Gus Hansen è ancora là, a differenza di tanti altri, ma il suo bilancio ai tavoli da poker si fa sempre più impietoso, al punto tale che immaginarlo capace di invertire la rotta nel lungo periodo appare irrealistico.
Recitare la parte della preda non gli è mai piaciuto, non è il suo ruolo, eppure è quello che gli è toccato sopportare da ormai troppo tempo: i fatti dimostrano che a dispetto di tutto questo lui abbia ancora voglia di stare lì, al centro della scena, a sgomitare fra ragazzi più giovani, più affamati, probabilmente ormai migliori di lui.
Gettare la spugna non fa parte del suo vocabolario, ed è per questo che - nonostante le botte più prese che date - ogni qualvolta alza la testa la speranza è quella che possa stupire tutti: i suoi avversari, i suoi ammiratori e forse per una volta perfino se stesso.