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Il Poker? un tonico per il cervello!

Il Presidente USA Barack ObamaSe siete tra quelli che pensano ancora che il poker sia soltanto un gioco con cui divertirsi e passare un po’ il tempo, allora non avete mai sentito parlare, ad esempio, di James McManus. E’ dal 1996, infatti, che questo professore di scrittura e letteratura tiene un corso sul poker alla “School of the Art” di Chicago,basando le proprie lezioni sui testi di autori quali David Sklansky, Dan Harrington e Doyle Brunson.

Scopo dei suoi insegnamenti? Affermare definitivamente il poker come un qualcosa che va molto oltre il posto in cui attualmente viene relegato e dimostrare come esso sia uno tra gli strumenti più educativi a disposizione della nostra società, per via delle sue caratteristiche intriseche che lo rendono ricollegabile a molti degli eventi, dei personaggi e degli sviluppi psicologici più importanti della nostra epoca.

Proprio a supporto di tale concezione, possiamo portare l’esempio dell’attuale Presidente americano Barack Obama, il quale ha ammesso di aver passato tempi molto duri nel tentativo di farsi accettare come organizzatore e poi attivista politico nella comunità di Chicago. “E’ stato quando mi fu possibile sedermi tranquillamente in un bar, farmi una birra gelata e guardare una partita in TV, oppure fare due tiri a golf od organizzare una partita di poker, che molti dei pregiudizi nei miei confronti sono spariti”. Nello specifico, Obama si riferisce alle consuete partite del mercoledì notte con amici del partito democratico.

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Bill GatesIl poker ha giocato un ruolo importante anche nella vita di Bill Gates, uno degli emblemi del capitalismo americano nonchè uomo più ricco del mondo. Nel suo libro “The Road Ahead”, infatti, Gates sottolinea chiaramente quanto importante fu il poker per lui durante i primi quattro semestri ad Harvard. E’ proprio al tavolo da gioco che incontrò Steve Ballmer, attuale CEO della Microsoft, il quale intitolò il suo originale business-plan per quella che poi sarebbe stata l’attuale società: “Essenzialmente una estensione di tutte le partite a poker che Bill e io abbiamo giocato ad Harvard”. Quello che ha sempre affascinato Gates di questo gioco è che nel poker, un giocatore raccoglie diversi pezzi di informazioni: chi sta agendo in maniera spavalda e che carte sta mostrando, quale sono i pattern di puntata e di bluff degli avversari, ecc. Poi cerca di metterli insieme nel tantativo di stabilire un piano di azione ottimale in base alle proprie carte. Ricordo che ero piuttosto bravo a ricomporre questa sorta di puzzle”.

Appare dunque evidente come il poker abbia contribuito a preparare le menti e le carriere di alcune delle figure più illustri dei nostri tempi. E tutto ciò non può che rappresentare una buona notizia per tutti quelli che amano questo gioco, il quale non solo quindi permette di divertirsi e magari guadagnare un po’ di soldi, ma serve anche e soprattutto ad affinare i propri processi logici-deduttivi e a stabilire nuove e importanti relazioni a livello sociale.

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