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Come cambia il mondo di Dario Sammartino

Niente è per sempre, tutto si trasforma, ma le passioni restano. Volendo trovare le parole giuste per sintetizzare l'ultima chiacchierata con Dario Sammartino, sarebbero certamente queste.

La nuova vita di Dario Sammartino tra padel, paternità e poker

Non sentivo Dario Sammartino da qualche mese. Poi vedo un post in cui un amico comune si felicita per la nuova avventura, e allora non posso fare a meno di contattarlo per saperne di più.

⬇️ La nuova avventura ⬇️

Quindi hai investito nel padel e non mi dicevi niente? Dai, raccontami come è nata la cosa.

"La molla che mi ha spinto a fare questo investimento, per molti versi, è simile a quella che mi fece diventare poker pro. Voglio dire che il padel è lo sport che più mi diverte, quando posso ci gioco anche 2-3 volte a settimana. Per cui mi sono detto "perché non far sì che una passione possa diventare tra virgolette un investimento?" Non parlo di lavoro, anche perché ci ho investito insieme ai miei migliori amici e alla mia famiglia, quindi capirai che è qualcosa di diverso che ha molto a che fare con la passione, ma che mi piace diventi remunerativo. Il circolo è molto bello, ha 6 campi e in futuro vorremmo aprire anche un ristorante interno, e magari un campo da tennis e uno da pickleball."

Giocare i tornei è una follia di per sé, bella ma pur sempre una follia

Dario Sammartino

Dario, papà di Noah

La domanda principale riguarda però, come al solito, il piccolo Noah. Dopo averlo lasciato in pace per godersi gli imparagonabili primi mesi da papà, la domanda che avevo in serbo devo fargliela per forza.

Al di là degli aspetti emotivi, di maggiori responsabilità eccetera, c'è qualcosa nel tuo modo di approcciarti e di vedere il poker che la paternità ha cambiato?

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"Sì, nel senso che è cambiata la mia propensione al rischio. In realtà era già cambiata da un po', diciamo che fino ai 30 ero molto più propenso a rischiare, a giocare anche tornei grossi fuori roll e ad affrontare determinati swing. Ora come ora no, nel senso che determinati swing mi farebbero più male e sono molto più conservativo nelle scelte di buy-in, perché non voglio che il mio umore venga messo a repentaglio.

Già comunque giocare i tornei è una follia di per sé, bella ma pur sempre una follia, perché sono troppe più le volte che stai tra virgolette male perché perdi, di quelle in cui sei felice perché hai vinto. Essendo dunque abbastanza masochista giocare i tornei, cerco di limitare gli swing che mi danno più fastidio e anche perché, essendo padre, ho responsabilità in più e l'essere più conservativo come mentalità credo sia una conseguenza."

Dario e Napoli

Dunque, nel 2023 Dario Sammartino è diventato papà di Noah Oreste, e a inizio 2024 ha aperto un grande circolo di Padel nella sua Napoli. La domanda nasce spontanea.

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Tutto questo significa che sarai più presente a Napoli, oppure rimani cittadino del mondo, come ogni poker pro del tuo livello?

"Diciamo che a me piace moltissimo stare a Napoli, ma sempre per le giuste durate. Sono e rimango cittadino del mondo, viaggiare è una passione che mi fa sentire vivo e mi piace l'idea che mio figlio viaggi con me fin da piccolo. A Napoli chiaramente sarò più presente rispetto a prima, anche perché lì ci sono i nonni e le famiglie sia mia che della mia compagna. Ciò non significa non viaggiare, infatti come sai ora sto ai Caraibi e ci rimarrò almeno un mese-un mese e mezzo. Poi in estate ci sarà Las Vegas per un paio di mesi, e dovrò tornare a Vienna per almeno un paio di mesi."

Roma val bene una pizza

La chiacchierata si sposta su altri progetti, e Dario non mi fa nemmeno porre la domanda, essendo evidentemente ansioso e orgoglioso di farlo sapere.

"Ormai è da un po' che gioco meno e mi diverto più a fare l'imprenditore. La costante è sempre la passione, perché cerco sempre di investire in campi che mi piacciono o mi appassionano. Infatti il prossimo progetto sarà una pizzeria a Roma, che apriremo a febbraio. L'idea di portare le mie origini in giro per l'Italia - e poi chissà, magari per il mondo - mi piace moltissimo. Se andrà bene questa di Roma vedremo di replicare in qualche altro posto, magari appunto anche all'estero."

Prima l'idea di essere uno dei migliori al mondo era un obiettivo, ora lo potremmo definire un sogno nel cassetto

Dario Sammartino

Dario Sammartino, il 2024 nel poker

A questo punto, molti di voi si staranno chiedendo: "Ma ha proprio appeso le carte al chiodo?" No, non è così. Infatti, chiudo la nostra chiacchierata chiedendo a Dario Sammartino i programmi pokeristici per quest'anno.

"Non ho programmi definiti. Sai, con un figlio e una famiglia cambia tutto. Sto giocando meno e anche ai festival a volte vado solo per i Main Event e cose così. Stare più di 10-15 giorni lontano da mio figlio è qualcosa che mi fa stare male, quindi tutto si adeguerà a questo. Anche agli EPT penso di andare per 4-5 giorni, giusto per giocare gli eventi più importanti.

Dovrei giocare quasi sicuramente l'EPT Montecarlo, ma al momento l'unica tappa pokeristica certa nei miei programmi del 2024 è Las Vegas. Come sai mi piace giocare lì, mi piace giocarci per tanto tempo, adoro determinati tornei soprattutto di varianti, mi piace competere per essere uno dei migliori al mondo, nonostante non giochi più così tanto. Prima l'idea di essere uno dei migliori al mondo era un obiettivo, ora lo potremmo definire un sogno nel cassetto. E, da questo punto di vista, Las Vegas e le WSOP sono perfette per me."

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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