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Satelliti da 1.000 $ per il Main Event: in 10 all-in alla prima mano

Una delle cose più difficili, quando si parla a qualcuno di poker senza che lo conosca, è fargli capire che non si tratta di un gioco di puro azzardo dove conti esclusivamente la fortuna, ed un controverso formato di satelliti che si sono tenuti al Rio durante il Main Event di certo non aiuta.

Si tratta di tornei da dieci persone con una struttura, per così dire, particolare: il buy-in è di mille dollari, a ciascuno vengono date due carte e tutti vanno all-in al buio alla prima mano senza neppure prima guardarle. Il dealer gira il board, e soltanto a quel punto il giocatori scrutano a turno quel che gli ha riservato la sorte, con uno di loro che nel giro di trenta secondi si trova catapultato nel Main Event WSOP, sperando che almeno lì riesca ad adottare una strategia un po' più articolata.

Nonostante l'assenza totale di skill - se non una che è perfino inutile sottolineare - hanno registrato un buon successo fra i giocatori, ma non per questo hanno mancato di sollevare prevedibili polemiche, proprio per la loro natura che li rende in tutto e per tutto una semplice lotteria. Per i giocatori più esperti, cinicamente, non si tratta altro che di un vantaggio, visto che chi partecipa a satelliti del genere difficilmente potrà rivelarsi un profondo conoscitore del No Limit Hold'em, una volta al tavolo del Main Event.

Frankie Flowers vince il satellite facendo colore al quattro con in mano 6 4

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E' anche facile capire che alle World Series Of Poker non possa che fare piacere vedere quanti più iscritti possibili nel torneo dell'anno, ma forse se la strada da percorrere è questa il prezzo da pagare rischia di essere troppo alto. Immagini del genere sarebbero infatti un argomento formidabile nelle mani di chi, ancora oggi, cerca di dipingere il gioco del poker come di puro e semplice azzardo: prestare il fianco ad un rischio simile, per di più da parte di un'organizzazione importante come le WSOP, appare un grossolano errore.

Non a caso, a seguito del dibattito nato su Twitter e della visibilità data alla cosa da molti dei portali di settore i satelliti di questo tipo sono stati sospesi, ma in qualche modo ormai la frittata era già fatta.

Intendiamoci, ciascuno del proprio denaro è libero di fare quello che crede, ma da parte di chi legittimamente reclama una posizione di primo piano nel nostro settore barattare un pugno di iscritti in più con una potenziale, pessima pubblicità che ricade su tutti non appare certo l'affare della settimana.

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