Contro di lui sembra esserci tutto quello che più conta nel poker: la matematica, la logica, la statistica. Eppure, nonostante questo, Scott "URnotINdanger2" Palmer tornerà stasera a giocare nel Main Event WSOP con la consapevolezza di non avere niente da perdere, se non appena sei big blinds.
A tanto infatti ammonta ormai lo stack dello statunitense, visto che gli sono rimaste solamente 760.000 fiches con bui 60.000/120.000: per lui sarà difficile anche soltanto evitare di essere il primo dei giocatori eliminati alla ripresa delle ostilità, eppure con un (bel) po' di fortuna potrebbe ancora dire la sua.
Il precedente c'è, e non importa andare molto lontano per trovarlo: l'anno scorso David Benefield era infatti ultimo fra i 27 giocatori rimasti, e fu capace di raggiungere il tavolo finale dopo una spettacolare rimonta. Certo, bisogna ammettere che la sua situazione non era altrettanto disperata: in questo caso serve poco meno di un miracolo, e quando gli stack sono tanto corti il peso delle carte è giocoforza decisivo.
Scott Palmer sbuffa: non è abituato alla pena di giocare short stack (photo courtesy PokerNews.com)
Gli appassionati di poker, tra i finalisti che stanotte si giocheranno un posto fra i November Nine, non possono non fare il tifo per alcuni fra i professionisti più rappresentativi, e sicuramente fra loro rientra anche Palmer, amico di Daniel Cates quando ancora tutto il mondo non lo conosceva come "jungleman12".
Comunque vada, questo sarà di gran lunga il risultato più significativo della propria carriera in ambito torneistico, lui che del resto è un giocatore di cash game: nella peggiore delle ipotesi gli spetteranno 287.000 dollari, una cifra a cui neppure chi gioca high stakes può rimanere indifferente. Tuttavia, arrivare così lontano in un torneo simile è un'occasione molto spesso irripetibile: accontentarsi, quindi, è un esercizio difficile.
Per fortuna, quando si hanno così poche fiches su cui contare, non c'è molto su cui riflettere: se dovesse andar male potrà comunque dormire sonni tranquilli, mentre se la sorte decidesse di sedersi proprio sulle sue ginocchia di dormire, a quel punto, davvero non se ne parla.