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Doug Polk perde la battaglia per la sua room, il comune vota contro. Lui: "tornerò"

Nella giornata di ieri vi avevamo dato conto dell'intenzione di Doug Polk di aprire una seconda Poker Room nello Stato del Texas, dopo "The Lodge Card Club", che aveva incontrato anch'essa qualche problemino burocratico, ma non come quelli che il nativo di Pasadena sta riscontrando in questi giorni.

Due anni dopo la card room di Austin, infatti, Polk sarebbe pronto ad aprire un'altra sala nel territorio dello Stato della Stella Solitaria, ma le cose non stanno andando esattamente come vorrebbe l'illuminato imprenditore californiano.

La risposta di Farmers Branch

Nello stesso articoli pubblicato ieri, vi abbiamo anche confidato che nel pomeriggio di martedì, il consiglio comunale di Farmers Branch, doveva votare la concessione dell'apertura della sala.

FB è un lembo di terra dalla forte concentrazione industriale, intorno al quale gravitano circa 35.000 abitanti e l'arrivo di Polk, che ha individuato proprio in quell'area l'immobile che dovrebbe ospitare la sua nuova Room, ha scatenato più di una reazione, sia a favore che contro l'avvio dell'attività.

Pokernews era presente nella sala comunale dove si è tenuta la votazione e il risultato è stato sfavorevole a Polk, visto che il consiglio di Farmers Branch ha votato contro la misura che avrebbe permesso l'apertura di sale da gioco nella piccola città a nord-ovest di Dallas.

Le ragioni del consiglio comunale

C'è ancora molta opposizione per il poker in Texas a livello statale e cittadino, specialmente a Dallas, dove alcuni membri del consiglio comunale hanno combattuto instancabilmente per chiudere i club di poker come il Texas Card House.

L'obiezione al poker deriva dai residenti che si lamentano con la città del gioco d'azzardo nella zona, delle credenze religiose anti-gioco d'azzardo e degli sforzi di lobbying da parte dei casinò tradizionali negli stati circostanti.

Polk, che ha proposto di costruire "la più grande sala da poker del Texas" nella piccola città industriale, ha contestato gran parte di quel rifiuto nell'incontro di ieri sera, che era pieno di sostenitori dell'iniziativa e residenti contrari alle sale da gioco nella zona.

"Oggi ci sono giocatori di carte in tutta la vostra città", ha detto Polk al consiglio, "quindi voglio dissipare l'idea che questo stia in qualche modo erodendo il tessuto della comunità".

L'intervento di Polk

Le ragioni Doug Polk

Polk ha continuato a pronunciare un discorso appassionato che ha suscitato applausi dalla sala: "Questo è un attacco ai giocatori di poker in generale come se fossero persone cattive. Vi dirò una cosa, alcune delle persone migliori che ho incontrato nella mia vita sono giocatori di poker. Ho iniziato la mia carriera con dieci dollari e li ho trasformati in milioni di dollari diventando uno dei migliori al mondo. E il poker mi ha dato questa opportunità, e sono stanco delle persone che attaccano i giocatori di poker come se fossero una specie di fannulloni".

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Diversi residenti di Farmers Branch si sono espressi contro la proposta, tra cui Sharon Davis, che ha detto: "Anche a me piace giocare a poker. Ma questo non significa che lo voglio nella mia città".

"Non credo che le case da gioco siano un buon allineamento con i valori che abbiamo come città", ha aggiunto il residente Chris Davis, un proprietario di casa che ha vissuto in città per 42 anni. "Sono venuto a Farmers Branch perché era una città a conduzione familiare".

E alcuni residenti erano più ostili nei confronti di Polk e dei suoi piani per una sala da poker.

"Signor Doug Polk, anche se lei è un brav'uomo, può fare le valigie e tornare a casa", ha detto una donna.

Niente da fare per Polk

Dopo diverse ore e dozzine di commenti da parte di persone di entrambe le parti in causa, il consiglio comunale di Farmers Branch ha votato 4 a 1 contro la misura.

Tuttavia, il consiglio ha detto a Polk che poteva ripresentare la sua richiesta e ha scritto sui social media dopo l'incontro che sarebbe "tornato".

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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