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7 giorni nel deserto: ecco perché i giocatori adorano il Burning Man

pokerstars_500_freerollA prima vista, sembrerebbero non esserci troppe ragioni per trascorrere una settimana in un luogo inospitale come il Black Rock Desert del Nevada: se questo è vero durante tutto l'anno, la musica cambia alla fine di agosto, quando dal 1991 è nato il Burning Man.

Si tratta di un festival a cui ogni anno partecipano circa 70.000 persone provenienti da tutto il mondo, ed anche quest'anno giocatori di poker in vista non si sono fatti sfuggire l'occasione per vivere quella che  - a detta di molti di loro - è stata una delle esperienze più belle della loro vita.

Fra loro c'erano sia veterani come Antonio Esfandiari, Phil Laak, Sorel Mizzi e Justin Bonomo e "vergini", ovvero persone che partecipavano al Festival per la prima volta: era il caso di Philipp Gruissem, Igor Kurganov, Jason Koon e Liv Boeree.

Ma di cosa si tratta esattamente, e perché è così speciale? Anzitutto, la location: una zona desertica lontana più di dieci ore d'automobile dalla cittadina più vicina. Una volta arrivati alla "playa" - l'enorme distesa desertica dove si svolge il festival - non esistono cellulari né corrente elettrica.

Le persone che partecipano "soggiornano" in tenda o in dei camper, ma come potete facilmente immaginare chi si avventura da quelle parti tutto vuole fare tranne che dormire.

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Ci si aiuta gli uni con gli altri, e così c'è chi prepara da mangiare, chi lava i piatti, chi contribuisce a montare le varie installazioni: tutto poi deve sparire alla fine del festival, compresa l'acqua sporca. Nel deserto, una volta terminata la festa, non deve rimanere nulla: anche questa è una regola.

Tutto attorno ci sono varie installazioni artistiche, bar e ristoranti improvvisati dove non si usa denaro ma si offre quello che si ha agli altri, rispettando così una delle regole su cui si basa il festival, il "gifting", donare agli altri.

Si incontrano personaggi di tutti i tipi e di tutte le età, che indossano costumi stravaganti o anche niente: ciascuno è insomma libero di fare quello che preferisce nel rispetto degli altri, ma nonostante questo relegare il Burning Man ad una sorta di "rave party" basato su sesso e droghe (che pure non mancano) significherebbe rischiare di non capire di che cosa si tratti.

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Liv Boeree in compagnia di Igor Kurganov: per entrambi era la prima volta al Burning Man

Le persone si spostano nel deserto utilizzando i mezzi più disparati, anche se le biciclette sono le più frequenti, e la notte tutto si illumina e la festa prosegue, senza una direzione precisa né una regola, se non quella che accomuna ogni edizione: bruciare al termine la gigante statua in legno che campeggia al centro della plaga,e  che ogni anno è diversa.

Liv Boeree ha scritto che "si è trattata di un'esperienza che è in lizza per diventare la migliore della mia vita", mentre Justin Bonomo ha scritto: "Si tratta di qualcosa che non è possibile spiegare con le parole. Se siete il tipo di persone che hanno bisogno di dormire dieci ore ogni notte, controllare il proprio iPhone ogni cinque minuti e farsi una doccia calda di mezz'ora il Burning Man potrebbe non fare per voi, ma se siete il tipo di persone capaci di donare ed anche di lavorare duramente per gli altri, assicuratevi di non perdere la prossima edizione".

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