ScommesseIl 5 giugno 2024, in piena tempesta di un giallo mediatico (ma non giudiziario), abbiamo titolato: “il caso Bellomo non esiste”. E i fatti ci hanno dato ragione, il caso Bellomo non è mai esistito, così come un presunto scandalo legato al calcio scommesse. E' troppo facile sbattere in prima pagina "il mostro", un giochino al quale oramai siamo purtroppo abituati, però se vai in profondità e verifichi tutto, spesso riconosci delle vere bufale, e la presunta combine legata all'espulsione di Ternana - Bari è la regina delle bufale giornalistiche.
I media sportivi e generalisti hanno montato un caso che non esisteva e la Procura federale della FIGC ha appena archiviato un’inchiesta basata sul nulla (visto che i bookmakers non hanno pagato nessuna scommessa), proprio perché non esiste neanche una base logica su quello che abbiamo letto sui giornali in quei giorni.
La Procura di Bari aveva aperto un fascicolo contro ignoti, ma non ci risultano sviluppi (e in genere il Procuratore della FIGC chiede sempre gli atti - per prassi - alla Procura della Repubblica di riferimento in questi casi).
Calcio scommesse: il caso Bellomo, la cronistoria
Ma per chi se lo fosse perso, ricapitoliamo quello che è stato il NON GIALLO dell’anno. I fatti e la cronistoria da giugno a oggi 11 ottobre:
- Nel giugno 2024, Bellomo viene accusato su alcuni giornali di essersi fatto espellere durante Ternana-Bari dalla panchina per favorire alcune scommesse, peccato che gli stessi media non sottolineino che quelle scommesse non potevano essere pagate, perché qualsiasi regolamento del mondo prevede che il giocatore espulso sia in campo durante il match per accettare una schedina vincente (i cartellini dalle panchine non sono ammessi, nel caso contrario qualsiasi book sarebbe già fallito). Ma i titoli ad effetto sulle scommesse si sprecano, nessuno verifica, oramai l'informazione è diventato solo una lunga catena di copia-incolla.
- La partita in questione è Ternana-Bari, ritorno playout Serie B, finita la partita d'andata 1-1.
- Lo scandalo monta perché prima del match, in alcune agenzie (in particolare una) di scommesse legali del centro di Bari, vengono accettate puntate rilevanti sull'espulsione di Bellomo. I bookmakers (molto probabilmente con l'ausilio di software che agiscono i base ai volumi raccolti abbassano la quota sul cartelilo rosso di Bellomo da 24 volte la posta a 7 volte la posta).
- Bellomo rimane in panchina fino all'espulsione e non scende mai in campo. La sua esclusione non si presta a nessuna dietrologia visto il suo scarso utilizzo stagionale. Per la cronaca il Bari vince 3-0. Bellomo non scende in campo ma al 78' minuto viene espulso dalla panchina per un presunto diverbio con un raccattapalle di Terni.
Gli eventi che accadono dopo che si diffonde la notizia dei volumi anomali raccolti nelle agenzie di Bari (in particolare una importante di Eurobet nel centro della città Vecchia):
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- Nessun bookmaker né in Italia né all’estero (nessuno è così sprovveduto da regalare soldi) paga alcuna scommessa visto che il regolamento prevede il pagamento delle espulsioni solo se il tesserato è in campo. Sarebbe troppo facile il contrario.
- La FIGC apre un’inchiesta immediata ma sulla rissa non sulle scommesse. Ma i titoli sono tutti sull'inchiesta su Bellomo. Successivamente, spinto dal clamore mediatico, il Procuratore Chinè vuole vederci chiaro ma non c’è nulla, visto che nessuna scommessa è stata pagata. Anche la procura di Bari apre un fascicolo ma zero.
- Le scommesse sull'espulsione non vengono pagate perché per regolamento il giocatore doveva essere in campo al momento del cartellino rosso.
La procura federale archivia l'inchiesta sulle scommesse anomale
La notizia di queste ore è che la Procura Federale della FIGC ha archiviato: “Non è stata evidenziata alcuna fattispecie di rilievo disciplinare riconducibile al calciatore in questione“.
E’ chiaro che la coincidenza c’è stata (i volumi anomali prematch e l’espulsione dalla panchina) e, a chi non è esperto, può suonare strano, ma è necessario approfondire prima di puntare il dito contro qualcuno o gridare allo scandalo, mettendo sul banco degli imputati un calciatore e l’industria delle scommesse legali.
E' abitudine italiana, soprattutto dopo stagioni difficili, far circolare tra tifosi anche notizie false sulla squadra, con storie di presunte risse negli spogliatoi o scommesse irregolari (soprattutto coinvolgendo chi ha già dei precedenti specifici). Non è la prima volta che capita. E' possibile che sia avvenuta una dinamica del genere, non ci sono altre spiegazioni logiche.
Abbiamo assistito a un clamore mediatico ingiustificato. La notizia è stata strumentalizzata anche in modo vergognoso da parte di diverse testate, in particolari alcuni quotidiani sportivi che hanno puntato il dito sul mondo del betting legale ma si sono dimenticati di sottolineare che le scommesse non sono state pagate perché considerate perdenti. Ho letto articoli che non citavano questo dettaglio decisivo.
I fatti da tenere presente che ci sono balzati subito tre:
- Durante qualsiasi match sono sempre più frequenti i cartellini ai membri delle panchine, soprattutto durante una partita di playout di Serie B o C, gli animi sono molto accesi a bordocampo.
- Per regolamento non verrà mai pagata una scommessa del genere. Non sapremo mai la verità fino in fondo di questa vicenda ma c’è un reato o un illecito sportivo solo quando la fattispecie è completa, in questo caso non è stata pagata alcuna scommessa, non c’è stata una truffa ai danni di nessuno, nè è stata violata l'irregolarità della partita.
- Anche l’ipotesi del bookmaker estero non sta in piedi: i book stranieri sono ancora più attenti a questi dettagli ed hanno dei software che monitorano anche mercati di questo tipo che hanno bassa liquidità. Anche una sola giocata ingente sospetta non viene accettata o comunque può essere sufficiente per chiudere il mercato, o sospendere le giocate su Bellomo o abbassare la quota.
Il caso di Lucas Paquetà è ben diverso: rischia la squalifica a vita
Il giocatore brasiliano del West Ham ex Milan, Lucas Paquetà è finito nei guai grossi. Lui si che rischia grosso e la federcalcio inglese ha chiesto una punizione esemplare: la squalifica a vita, per via di quattro ammonizioni rimediate sul campo (in questo caso si).
Ha rimediato tre cartellini gialli in Premier League la scorsa stagione e , secondo gli inquirenti, quei provvedimenti erano collegati a delle scommesse fatte. Dopo 9 mesi di indagine si parla di una squalifica a vita, anche perché il brasiliano avrebbe occultato alcune presunte prove.
E’ accusato di aver condizionato alcuni eventi sportivi in campo: il focus sono le ammonizioni rimediate contro Leicester, Aston Villa , Leeds e Bournemouth tra novembre 2022 e agosto 2023 e che lo avrebbero portato a violare più volte il regolamento della FA.
Paquetà ha dovuto consegnare agli inquirenti della FA tutti i suoi telefoni e dispositivi per le indagini, ha ricomprato altri smartphone che però ha poi occultato e buttato via e questo suo comportamento ha insospettito ancora di più.
Il West Ham, il suo club, è alla ricerca di un avvocato specializzato per queste questioni, ma la sua posizione è molto difficile.
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