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Fare call o no ad un allin? 4 modi per capire se conviene

Una celebre scena tratta da 'Rounders'I double-up o i triple-up non sono sicuramente le uniche compenenti di un torneo di poker. Tuttavia, saper affrontare nella maniera più corretta le situazioni di all-in vi renderà giocatori di MTT ancora più completi.

Per imparare a valutare al meglio scenari del genere, potrete utilizzare la procedura a 4 step che stiamo per presentarvi, la quale - considerando fattori chiave quali le pot odds, il cEV e l’equity – potrà darvi maggior sicurezza circa il fatto che prima di agire abbiate soppesato adeguatamente tutti i vari aspetti coinvolti.

Step 1 -  Calcolare le pot odds
Come forse già saprete, esse corrispondono essenzialmente al rapporto tra le chips che potrete vincere e quelle che dovrete investire per il call. Naturalmente, se il vostro stack supera quello dell’avversario, le chips in eccesso non vanno conteggiate.

Step 2 - Determinare l’equity per il cEV neutro
Il cEV (chip Expected Value) si riferisce al numero di chips che vi aspettate di vincere (o perdere) come risultato finale della vostra decisione di gioco. Se essa porta un cEV uguale a zero, allora vuol dire che lo stack atteso dopo il call sarà esattamente pari a quello attuale. Per capire meglio questo concetto, facciamo subito un esempio: immaginiamo che avete 1.500 chips e che se fate call il pot diventi di 6.000. Avrete allora bisogno almeno del 25% di equity per andare break-even (1.500 è infatti il 25% di 6.000). Date quindi le pot odds del primo passaggio come X a 1, l’equity per un cEV neutro sarà uguale a : cEV = (1/1+x)100%

Step 3 - Adeguare il cEV ad altri fattori del torneo
Il solo cEV non basta per mettere a punto decisioni particolarmente efficaci. Infatti, elementi quali la struttura dei premi, gli stack assoluti e quelli relativi avranno il loro peso nel determinare quando un call può essere profittevole o meno.

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Step 4 -  Comparare l’equity attuale a quella richiesta
Se avete bisogno di un’equity dell’ x%, allora non dovreste assolutamente chiamare se quella attuale è inferiore a quella richiesta. Per calcolarla nella maniera più reale possibile dovrete quindi essere in grado di stabilire il range di mani dell’avversario.

Terminata dunque la parte teorica, vediamo subito come applicare l’intera procedura ad una possibile situazione di gioco. State partecipando ad un torneo che presenta una struttura volta a premiare molto le posizioni finali più alte. Siete sul bottone e ricevete 8-8. Prima di voi fanno tutti fold e quindi,  con bui 100/200 e stack di 2000, decidete di rilanciare di 550. Il giocatore di small blind passa mentre il BB va all-in per i suoi restanti 3.000. Se gli assegnate un range di 66+, A9+ conviene chiamare o fare fold?

Calcoliamo le pot odds: dovete mettere 1450 per il call su un piatto di 2650, pertanto abiamo 1,828 a 1. Proseguiamo poi con gli step 2 e 3. L’equity per un cEV neutro è pari al 35.4% che, aggiustato alla struttura del torneo, può variare di un 1% circa anche se in realtà questo dato potrebbe essere anche non considerato visto che il rapporto stack/bui non è troppo alto. Arriviamo infine allo step 4 e, tramite l’uso di PokerStove, ricaviamo che la vostra equity contro quel range è pari al 47.337%, superiore al 35.4%-36.4% di prima, e che quindi suggerisce di procedere con il call.

Implementare tutti i vari passaggi di questa procedura, in maniera rapida ed accurata, richiede naturalmente molta pratica e anche diverso tempo, cosa quest’ultima che spesso non si ha a disposizione soprattutto nei tornei online. Tuttavia uno studio del genere, fatto anche a fine sessione, potrà risultare estremamente utile se davvero volete imparare a compiere le migliori scelte possibili in spot con tali caratteristiche.

Assopoker team è un gruppo di lavoro di 13 esperti editor di poker, scommesse, casinò, lotterie, sport in generale e tutti i giochi legali. Il lavoro del team è quotidiano dal 2006, anno di fondazione del sito.
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