Un paio di giorni fa sono stati svelati i dieci candidati per entrare nella Poker Hall of Fame 2014. Naturalmente sondaggi e classifiche si prestano sempre all'interpretazione, e inevitabilmente c'è chi borbotta per questa o quella esclusione. Ma quali sono i personaggi di livello che per molti avrebbero meritato almeno la nomination, ma che invece sono rimasti a bocca asciutta?
L'esclusione che fa forse più scalpore è quella di Carlos Mortensen, semplicemente perché il vincitore del Main Event WSOP 2001 era arrivato tra i 10 papabili l'anno scorso. Dura trovare una motivazione per tenere fuori un due volte vincitore di un braccialetto, nonché il recordman di vittorie al WPT (insieme con Gus Hansen), trionfatore del WPT Championship più partecipato di sempre.
Passiamo a John Juanda, finalista nel 2011 e nel 2012 e poi incredibilmente dimenticato per due anni di fila. John ha vinto il primo braccialetto WSOP nel 2002, ne ha vinti altri due nel 2003 e ne ha aggiunto un quarto nel 2008 (conquistando pure il Main Event delle WSOPE). L'ultimo braccialetto, il quinto, lo ha vinto nel 2011, negando a Phil Hellmuth la gioia del suo 12°.
Joe Hachem, invece, fa parte di quel ristretto gruppo di giocatori capaci di vincere alle WSOP e al WPT. Lasciando perdere il fatto che abbia vinto 7,5 milioni di dollari nel Main Event del 2005 e ne abbia aggiunti 2,2 nel 2006 (conquistando il Doyle Brunson North American Poker Classic), Hachem è il classico giocatore che in carriera ha fatto - e fa - di tutto per promuovere il poker, esploso in Australia proprio grazie alla sua vittoria alle WSOP.
Tra le esclusioni meno clamorose, ma non meno significative, c'è anche quella di John Hennigan, reduce dalle migliori WSOP della sua carriera, durante le quali ha vinto il Poker Players Championship (dove era arrivato 3° l'anno scorso), poche settimane dopo un secondo posto in un altro evento di No Limit Hold'em. Hennigan in carriera ha vinto tre braccialetti e due titoli WPT.
David Chiu è un altro giocatore arrivato per due anni di fila tra i finalisti per l'introduzione nella Hall of Fame, ma quest'anno è stato escluso. Se c'è un giocatore che rappresenta la continuità nel mondo del poker, questo è David Chiu: un vincente per tutta la sua carriera, tanto che il suo quinto braccialetto è arrivato l'anno scorso, mentre alle WSOP 2014 ha raggiunto un tavolo finale.
Anche stavolta, niente nomination per Isai Scheinberg. Un'esclusione che non sorprende molto, visto che tra l'ex boss di PokerStars e il management del gruppo Caesars non scorre buon sangue. Di lui si può dire di tutto, ma se PokerStars è diventata la room numero uno al mondo, e se il poker online per tanti anni è stato un fenomeno di massa, in buona parte è merito suo.
Chiudiamo con Layne Flack. Nell'ultimo anno, Daniel Negreanu e Ted Forrest hanno vinto il loro sesto braccialetto in carriera: gli stessi conquistati da Layne Flack. Vero, Forrest e soprattutto Negreanu sono più famosi di lui, ma anche l'americano avrebbe tutte le carte in regola quantomeno per essere nominato come gli altri due.