Nei tornei di poker, uno stile di gioco lineare e tight è il primo che si insegna ad un principiante, in modo da evitare il più possibile situazioni rischiose o troppo difficili da gestire. Tuttavia, giocare in questo modo diventerà ben presto di una noia mortale e con davvero poche possibilità di riuscire a centrare un qualche tipo di risultato consistente.
Per diventare dei forti torneisti, allora, dovrete necessariamente deviare da questo gioco standard ed incorporare alcune mosse e tecniche che vi potranno permettere di accumulare chips nelle varie fasi di un evento. Senza la capacità di costruire man mano lo stack, infatti, le possibilità di arrivare in zona premi saranno ridotte al lumicino, e diventeranno poi quasi nulle se si ambisce alla vittoria finale.
Un buon modo, quindi, per aggiungere chips alla vostra dotazione iniziale è di mettere in atto il cosiddetto squeeze. Questa mossa è stata in qualche modo portata a conoscenza di tutti da Dan Harrington durante il final table del Main Event delle World Series of Poker 2004, quando riuscì a prendere un buon piatto nientemeno che con 6-2 offsuit.
Per mettere però a segno uno squeeze (dall'inglese to squeeze: letteralmente "spremere", ma anche "prendere con la forza", ndr) in maniera efficace, le condizioni e le dinamiche del tavolo dovranno essere perfette, perchè altrimenti rischierete di sprecare una parte consistente del vostro stack in quello che è essenzialmente un bluff.

Come primo requisito, dovrete aver proiettato sul tavolo l’immagine di giocatore tight e sensato. Se in precedenza avete spesso rilanciato o 3-bettato da late, oppure siete andati ad uno showdown con mani non premium, allora questa mossa avrà meno possibilità di successo perchè qualcuno dei vostri avversari potrebbe decidere di fare call anche con un range più ampio.
In secondo luogo, il vostro stack dovrà essere abbastanza grande da poter danneggiare seriamente quello degli altri giocatori. Sarebbe infatti alquanto stupido andare di squeeze in all-in e con gli altri che hanno le giuste odds per chiamare.
Infine, la misura del vostro raise dovrà essere di entità tale da comunicare chiaro e tondo che state giocando per l’intero stack. Se c’è stato un rilancio di 3 Big Blind e un successivo call, allora voi dovrete andare su fino a 15-20 BB, a volte anche committandovi con più della metà delle vostre chips così che i vari opponent intuiscano che siete pronti anche a giocarvi l’all-in. In questo modo avranno bisogno davvero di una monster hand per giocarvi contro.
La mano di Harrington, di cui parlavamo prima, presentava uno scenario perfetto. Tutti sapevano che Dan giocava molto tight e che quindi difficilmente avrebbe mai provato una mossa al di fuori dei soliti schemi. Per cui, dopo un raise da early position ed il call successivo di un altro avversario, il suo re-reraise poteva significare soltanto AA o KK, tant’è che David Williams non ci ha pensato molto prima di foldare i suoi AQ offsuit.
Ecco la mano dello squeeze play di Harrington raccontata in video:
In definitiva, quindi, lo squeeze play potrà risultare sicuramente una mossa vantaggiosa, ma la raccomandazione è quella di usarla con una certa parsimonia, onde evitare che gli avversari se ne accorgano e vi costringano a giocare in spot alquanto difficili.