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Confiscato impero da 40 milioni dell’ex boss di Full Tilt

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Dopo lo scoppio dello scandalo Full Tilt, l’ex amministratore della red room, Ray Bitar, ha conosciuto la dura vita in carcere e una confisca da 40 milioni di dollari. Fondi che il Dipartimento di Giustizia statunitense (DoJ) ha utilizzato per rimborsare i players del sito.

L'ex CEO di Full Tilt è stato condannato a un anno e mezzo, dopo aver rischiato una reclusione fino a 35 anni. La sua collaborazione con le autorità è stata decisiva sulll’ entità della condanna.

Bitar possedeva un impero e questo aspetto fa riflettere e continua a porre grossi dubbi sulla legittimità dell’ erogazione dei dividendi che avveniva attraverso le holding di controllo di Full Tilt Poker, ai soci. A discapito dei depositi dei giocatori.

L’accordo con il DoJ, prevede una confisca di oltre 40 milioni di dollari, in gran parte fondi liquidi distribuiti in 18 conti bancari: 7 in Irlanda, 2 in Scozia, 5 a Malta, 2 in Germania e 2 in Texas (USA).

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Bitar ha dovuto cedere inoltre 4 immobili in California, 2 in Indiana e una parte della sua proprietà alle Bermuda.

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Ray Bitar, ex CEO di Full Tilt

Confiscate anche le sue quote in 23 società, tra le quali Tiltware (proprietaria del software di Full Tilt), Pocket Kings ed altre compagnie collegale alla red room. Cedute partecipazioni anche in altre nove società di capitali commerciali, operanti in settori extra gaming. La sensazione è che tra gli 11 imputati del processo del Black Friday, sia stato l'unico a pagare fino in fondo.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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