Lunedì andrà in scena il final table del Main Event WSOP: in palio il titolo mondiale e 10 milioni di dollari per il vincitore. A Las Vegas che aria si respira alla vigilia dell’evento dell’anno?
L’abbiamo chiesto al nostro Insider in Nevada Fabio Coppola che ha fatto le sue previsioni, regalandoci anche qualche aneddoto, nel giorno del suo 39esimo compleanno (auguri!).
Chi vedi in pole position tra i November Nine?
Credo che il favorito sia Martin Jacobson e a seguire Jorryt Van Hoof che a mio avviso ha la possibilità di vincere solo in heads up contro Jacobson. Lo svedese è più forte full ring.
A Las Vegas, girano voci sui coach dei magnifici nove? Chi conosci meglio live e ti piacerebbe seguire?
Non ci sono voci. D'altronde, nessuno di questi ragazzi ha bisogno di un sostegno: a livello tecnico sono tutti fortissimi, però penso ci sia molto da lavorare sul piano emozionale. Mi piacerebbe stare nell’angolo di Dan Sindelar. Ci siamo scontrati al tavolo verde più di una volta. C'è rispetto e l'amicizia è nata in un torneo al Venetian dove mi butto fuori e fece una giocata davvero bella. Dan pur non essendo residente a Las Vegas, ci vive da anni e grinda il circuito americano in lungo e in largo. Spero proprio che vinca!! E’ un giocatore fortissimo!
Hai respirato l’aria dei November Nine quando sei stato nella curva italiana di Filippo Candio: ci puoi raccontare qualche aneddoto?
Filippo fece un risultato straordinario e giocò il tavolo finale in maniera perfetta, senza sbavature. Io ero al suo fianco, seduto vicino ai genitori, con tutta la banda degli italiani. Lui era quello meno emozionato di tutti. Era veramente sereno, e credo proprio che sia stata la sua famiglia a dargli la tranquillità giusta per giocare al meglio.
Quanto pesa l’aspetto psicologico per un evento (e un payout) del genere?
Avere il mind set giusto è difficile in queste situazioni. Non parlerei di peso del denaro, ma della tensione che si crea sul palco con telecamere e le lunghissime ore di attesa. Molti non sanno che il numero di mani realmente giocate è veramente basso in rapporto alle lunghissime ore che stai al tavolo. Credo che si giochino 14-16 mani all'ora, a causa dei tempi televisivi ect.. In questi caso, la tensione può fare la differenza.
In teoria, tu da chi ti faresti coachare per un’occasione così speciale ed importante? Antonius?
Se dovessi, per qualche miracolo, approdare al final table, sicuramente mi farei cocchare dagli amici di sempre: Max Pescatori e Flavio Zumbini che mi aiuterebbero a mantenere la calma. Per il supporto mentale mi affiderei a Silvio Crisari, Per i bluff d'autore invece a Gaetano Preite.
Las Vegas è una città che regala storie e aneddoti da raccontare ogni giorno. Regalaci una delle tue perle.
Qualche settimana fa, pensavo di riviere una sequenza tratta dal film The Rounders. Vi ricordate la scena dove Matt Damon consiglia al giudice di puntare sul piatto senza nemmeno conoscere le sue carte?
La premessa mi piace, iniziamo bene: vai avanti…
Vado al Venetian dove sta giocando un mio coachato di Omaha High/Low, Diego Roberti. In verità volevo prendere parte ad una partita 15$-30$ di Omaha ma una volta che ho visto Diego in sala non ho resistito. Ho visto il mio studente appena fresco di “diplomino” che si stava cimentando nella stessa disciplina, a limiti più bassi. Dopo qualche ora di gioco, sono andato al suo tavolo. Ero curioso di vedere un po’ come procedevano le cose. Roberto era coinvolto in un piatto 3 way al river, dove lui era in posizione sugli altri due.

A quel punto cosa è successo?
Ho guardato il board e le facce impaurite dei suoi avversari, ho capito che nessuno aveva chiuso un buon punto in mano e (non potendosi neanche ipotizzare nessun punto low) ho detto subito a Diego: ‘devi puntare’. E lui: ‘non posso, non ho nulla, solo una misera coppia di 3’, quando il board recitava 3-5-J-Q-9. Ed io ho insistito: ‘punta che hai vinto!’. Non faccio in tempo a finire la frase che i due malcapitati foldano e tutto il tavolo si mette a ridere… A Las Vegas il clima è questo nelle poker rooms.
Come hai festeggiato il tuo compleanno? Sulla Strip?
Quest'anno ho fatto una cosa un pò diversa. Per regalo, ho deciso andare nella zona povera della città, camminare per un po' e regalare ad un senzatetto random, una giornata in albergo con pranzo e cena. L'ho fatto per dare un messaggio: "non mollare mai!"