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Roland De Wolfe si confessa: la vita, le vittorie, gli errori

Roland De WolfeIl poker come via d’uscita dal gorgo del gioco compulsivo. All’apparenza può sembrarvi un paradosso ed invece in alcuni casi estremi ha funzionato. L’esempio vivente è Roland De Wolfe, il “lupo” del poker britannico che ha vinto un braccialetto WSOP (specialità Omaha Pot Limit), una tappa dell’EPT e il WPT a Parigi.

De Wolfe è attualmente l'unico, insieme a Gavin Griffin, a poter vantare la Triple Crown, ovvero almeno un titolo in ciascuno dei tre principali circuiti pokeristici internazionali. Nella sua carriera Roland ha guadagnato più di 4 milioni di dollari, alla faccia di chi lo dava per spacciato per la sua fama da gambler per eccellenza.

Il magazine Bluff Europe gli ha riservato la copertina che lo ritrae con un lupo al guinzaglio. L’ ex giornalista nel 2006 si impose nell’ EPT di Dublino, confermandosi al mondo come uno dei giocatori emergenti nel No Limit Hold’em. Un anno prima, nel 2005 era considerato un giornalista dilettante senza autocontrollo che stava vivendo un momento fortunato con l’exploit a Parigi nel World Poker Tour. Un fuoco di paglia, nulla più.

Roland con i fatti ha smentito tutti. “E’ stato molto importante per me dimostrare il contrario nel corso degli anni. Confermarsi un giocatore di livello non è stato semplice ma ci sono riuscito. Nelle ultime stagioni il movimento è cambiato molto. I giochi si sono fatti due volte più duri. E’ molto più difficile sopravvivere adesso. La velocità del cambiamento in questo mondo è stata sorprendente”.

Eppure è dura convivere con la varianza: “Sono contento, ho guadagnato parecchi soldi nella mia carriera ma è stato difficile, tutto molto irregolare, stressante, mai avrei immaginato, né desiderato alti e bassi del genere ”. Nel 2006 erano in molti a ripetere che “Roland andrà broke molto presto se continua a gestire così la sua vita”. Era una frase molto in voga al tempo nell’ambiente del poker inglese. In diversi dicevano: “è un giocatore fortunato” e poi si diffusero a macchia d’olio rumors su grosse somme perse ai tavoli di blackjack. Solo gelosia o c’era qualcosa di più fondato in tutta questa ridda di voci?

La mia lotta con i giochi da tavolo nei casinò, con il poker cinese e le scommesse sportive non è mai stata un segreto. Avrei desiderato molto riuscire a tenere alla larga dalla mia vita simili vizi compulsivi. Ora sto molto meglio ma è fondamentale essere consapevoli del pericoli. E’ da pazzi perdere i soldi vinti a poker. Il mio consiglio è quello di essere disciplinati, di stare lontano da simili giochi d’azzardo. Se non riesci a controllarti allora sei nel settore sbagliato, meglio cambiare aria. Non scommettere – consiglia – più di quello che puoi permetterti e non sprecare anni ed anni della tua vita seduto ad un tavolo a sfidare la fortuna. Nel poker è fondamentale imparare giocando, apprendere con l’esperienza e i siti di formazione. Ma non lasciate che il poker prenda in ostaggio la vostra vita. Non fate gli errori che ho fatto io”.

“Per me – rivela l’inglese - il successo è stato tutto molto improvviso. Non avevo l’esperienza necessaria per affrontare un momento del genere che poi si è rivelato, all’inizio, un vero e proprio problema con cattivi investimenti, giocando a livelli più alti di quello che mi potevo permettere. Agivo solo per il mio ego e questo è stato il mio errore più grande. Le esperienze negative aiutano a farti crescere ed oggi penso di essere molto più in sintonia con me stesso e più saggio nei rapporti con le persone. Dopo cinque anni dalle mie prime vittorie, ho raggiunto una nuova fase sia come persona che come giocatore di poker”.

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Roland è nato nel Nord di Londra e fin dai piccolo aveva una certa tendenza alla sfida: giocava a ping pong e biliardo scommettendo con gli amici. “Penso di essere stato fin dalla nascita predisposto al gioco d’azzardo. Sono il tipo di persona che fa le cose migliori quando è sotto pressione e ci sono dei soldi in ballo”. Incanalare le sue energie positive nel poker è stato un modo molto efficace per controllare le sue tendenze compulsive. Si è avvicinato al Texas Hold’em nel 2001. “Sono un appassionato di poker nel vero senso della parola. Starei ore ed ore solo a guardare questo meraviglioso gioco in televisione. Sono un vero appassionato. Ho appreso la tecnica e le strategie da torneo giusto in un arco di tempo relativamente breve”.

“La mia prima esperienza alle WSOP nel 2005: ricordo di essermi seduto al tavolo con un mito come Barry Greenstein. Ero molto intimidito dal suo atteggiamento ma ricordo di essere riuscito a fare il mio gioco. Dopo aver giocato contro Mike Matusow e Jennifer Harman sono riuscito ad acquisire molta fiducia. Ho notato che non c’era poi quella grande differenza tra le WSOP ed il livello espresso nei tornei inglesi. Una delle mie migliori performance è stata il WPT a Parigi nel 2005. Ho investito il 20% del mio bankroll e sono riuscito a vincere; in Francia ho giocato molto bene. Ero giovane ed affamato. Meglio rispetto all’EPT quando vinsi anche grazie alla fortuna. A Dublino sono stato abile ad ottimizzare al massimo quello che mi aveva servito la dea bendata. A Parigi fu diverso”.

La fortuna – sentenzia - è un fattore importante, decisivo. Decide chi diventa un giocatore di fama mondiale e chi no. Tuttavia, un giocatore che ha un vantaggio matematico e si affida ai numeri nel prendere le proprie decisioni, nel lungo periodo verrà premiato. Quella del giocatore di poker è una professione difficile. Dovrei consigliare ai ragazzi di intraprendere la carriera di giocatore professionista? Se non sei destinato ad essere uno dei migliori, ti consiglio di non farlo! Tenetevelo stretto come hobby. Il gioco è sempre più difficile. Ho visto tante persone schiacciate dal peso delle carte. E’ un gioco crudele: quando qualcuno sta vincendo, c’è un altro che sta perdendo ed è una ruota che gira”.

Roland è cresciuto molto in questi anni. In passato era famoso per le sue scommesse pazze. Durante le WSOP per una prop bet con Peter Gold mangiò insalata per un mese. “Il denaro è lo strumento necessario per andare avanti nel nostro mestiere. Ed anche fuori dal tavolo bisogna avere l’atteggiamento giusto per preservare il proprio budget. Ricordatevi che avete bisogno di soldi per fare questo lavoro”. I quattro milioni di dollari guadagnati nella sua carriera gli serviranno per realizzare i suoi sogni futuri: “Voglio un altro braccialetto e confermarmi nell’European Poker Tour. Ma le WSOP rimangono il mio obiettivo principale, tutto il resto è solo un bonus. Mi sento ancora affamato“. E se lo dice uno che si chiama Roland De Wolfe c’è da credergli…

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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