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Mike McDonald: "Giocherò ancora a poker, ma in futuro..."

[imagebanner gruppo=gazzabet] Mike McDonald è ormai da tempo un giocatore famoso, grazie ai successi che ha ottenuto già quando aveva 18 anni: se ormai è abituato ad essere sotto i riflettori, all'epoca per "timex" si trattò di un'esperienza quasi surreale.

"Sono sempre stato una persona molto introversa, l'unica cosa che mi interessava era diventare bravo in questo gioco, la popolarità è stata una sorta di effetto collaterale - ha raccontato a PokerListings.com - a 19 anni, dopo aver vinto l'EPT di Dortmund, tutti mi fissavano, e per me era davvero strano".

Da allora sono passati diversi anni, ed il poker gli ha dato talmente tanto che ormai non deve quasi più preoccuparsi della sua situazione economica, malgrado non sia neppure un trentenne: "Il poker è un fantastico gioco finché ci sono dei soldi in ballo, ma se il denaro sparisse domattina potrei anche non giocarlo più neppure una volta - rivela senza mezzi termini - penso che a livello puramente strategico possano esserci altri giochi più interessanti".

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Ed inoltre imporsi a livelli davvero alti è difficile, molto più che in passato, tanto che i suoi consigli a chi gli chiede un parere in questo senso sono radicalmente cambiati, nel corso degli anni: "Quando avevo 18 anni credevo fosse davvero la cosa giusta da fare, lasciar perdere il lavoro e qualsiasi altra cosa per avere successo in questo gioco, ma naturalmente tutti credevano che fossi un pazzo".

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I fatti hanno dimostrato che avesse ragione all'epoca, non solo guardando alla sua storia personale ma anche a quella di altri suoi colleghi. Tuttavia, oggi lo scenario è evidentemente cambiato: "Se sei migliore del 99% degli altri, puoi ancora guadagnare cifre molto elevate - ammette - ma in Paesi come il Canada o gli Stati Uniti se sei migliore del 95% dei tuoi competitor guadagni di più di quanto non accada col poker".

Per quanto lo riguarda, Mike McDonald crede che si dedicherà al poker professionistico ancora per qualche anno, per poi pensare ad altro, non necessariamente in senso imprenditoriale: "Potrei aprire una palestra di arrampicata, è diventata una delle mie più grandi passioni, oppure potrei semplicemente passare le giornate a giocare a Prismata. Per il momento quindi penso di far valere ancora la mia edge, finché ce n'è una, e poi di rilassarmi". Il che, dal suo punto di vista, non sembra affatto un brutto piano.

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