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WSOP 2010 Event #37: Phil Ivey è leggenda

La concentrazione di Phil Ivey durante questo H.O.R.S.E.Lo abbiamo aspettato, lo abbiamo incitato, e lui ancora una volta non ha deluso: Phil Ivey vince l’evento delle WSOP 2010 numero #37, un torneo di H.O.R.S.E. da 3.000 dollari che vedeva alcuni dei migliori giocatori di poker al mondo al tavolo finale, che non hanno impedito al pro di Full Tilt Poker di conquistare il suo ottavo braccialetto WSOP in carriera.

Otto braccialetti dorati come otto sono state le medaglie d’oro conquistate da Michael Phelps nelle olimpiadi del 2008, due leggende statunitensi che pur trovandosi quotidianamente gomito a gomito con i migliori svettano sugli avversari riducendoli alla propria corte, sfuggono ai termini di paragone, vincono come fosse semplice. Come solo accade ai migliori.

Erano in 478 i giocatori a prendere parte a questo evento, e fra loro i più abili interpreti italiani del poker, ovvero Dario Alioto, Alessio Isaia, Dario Minieri e Max Pescatori. Fra loro, il migliore si dimostrava “il pirata”, capace di un’ottima prova e di piazzarsi in the money al 47esimo posto, vincendo 5.791 $ nella specialità in assoluto più tecnica del poker.

Certo, la nostra passione mai paga vorrebbe vedere il tricolore sventolare più in alto, ma quando si è circondati letteralmente dai migliori al mondo, già scendere in battaglia è sinonimo d’eccellenza.

Ed il tavolo finale è spaventoso, se pensiamo che erano presenti Jeff Lisandro, John Juanda e Bill Chen, che assieme a Phil Ivey possono vantare complessivamente diciotto braccialetti WSOP.

Arrivano a giocarsi l’heads-up proprio Bill Chen – coautore fra l’altro de “The Mathematics of Poker” – e Phil Ivey, i due che del resto erano giunti a questo tavolo finale con i due stack più consistenti.

Stavolta tuttavia anche uno come Ivey non ha vita semplice, non può massacrare il final table a suo piacimento perché sta giocando contro avversari eccezionali, così giunge all’heads-up finale in svantaggio, oscillando per un po’ attorno al 1.500.000 fiches, mentre il suo avversario ne ha il doppio. Ma sta giocando un heads-up contro Phil Ivey.

Sceso fino a 750.000 fiches, quando i suoi fan temono che perfino lui possa non farcela stavolta, semplicemente Phil Ivey guarda Bill Chen negli occhi, si alza sui pedali e se ne va.

Bill Chen è stato un più che degno avversarioColpo su colpo domina l’avversario, e in sala tutti avvertono che il vento è cambiato, quando Ivey dapprima raggiunge Chen e poi lo relega a 900.000 fiches, ma Bill è un giocatore abile ed esperto di statistica, così recupera e riconquista la chipleading. Finché può.

Per Ivey c’è troppo in palio a quel tavolo: il primo braccialetto WSOP di questa stagione, gli occhi del mondo del poker puntati addosso, e milioni di dollari in side bet a cui ormai lo separa un solo avversario. Troppo poco per arrestarlo.

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L’ultima mano, di Razz, probabilmente sarà destinata con lui e grazie a lui ad entrare di diritto nella storia del poker: i due avversari finiscono ai resti in fifth street, e lo showdown è irreale. Chen ha infatti A-5 / 2-7-6, ma Ivey addirittura una mano migliore, grazie a 3-5 / A-6-2 . E non è finita. Se entrambi trovano un sette in sixth streeth, all’ultima carta Phil Ivey trova addirittura il 4, che chiude una wheel, la mano perfetta per consegnargli il suo ottavo braccialetto WSOP.

A costo di suonare retorici, ci concediamo un’ultima riflessione. Talvolta, nascono uomini talmente talentuosi in una disciplina da sembrare quasi incarnare lo spirito della stessa. E’ accaduto a Plushenko nel pattinaggio su ghiaccio, a Michael Jordan nel basket così come a Merckx nel ciclismo: quell’uomo per il poker, il vero cannibale, è certamente Phil Ivey.

Come di consueto, chiudiamo con il payout completo del tavolo finale:

1)    Phil Ivey 329.840 $
2)    Bill Chen 203.802 $
3)    John Juanda 129.553 $
4)    Kenneth Aldridge 93.418 $
5)    Jeff Lisandro 78.417 $
6)    Dave Baker 50.871 $
7)    Albert Hahn 38.891 $
8)    Chad Brown 29.406 $

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