Continua a far discutere il ban collettivo che PokerStars.it ha inflitto a diversi Multi Accounter italiani la scorsa settimana. Un provvedimento legittimo che ha indotto il movimento a profonde riflessioni sui social network e non solo, tenendo presente la gravità di certi comportamenti.
Abbiamo esortato i poker manager a prendere una posizione netta e segnalare alle autorità giudiziarie chi viola (con infrazioni gravi) i regolamenti di gioco.
Puntuali sono arrivate le repliche e non ci resta che segnalare – per fortuna – una raffica di denunce da parte di parecchie rooms online italiane. Il problema riguarda però il tasso di successo molto esiguo di queste iniziative, a causa di un iter giudiziario alquanto complesso.
Purtroppo, al momento non possiamo fare nomi delle società impegnate su questo fronte ma, una nostra fonte anonima (ed autorevolissima) ci ha assicurato che le rooms – di fatto – hanno le mani legate in questa lotta.
“Per una questione di riservatezza queste iniziative non sono state pubblicizzate ma vi posso assicurare che diverse compagnie dell’online sono attive su questo fronte: vi sono state parecchie denunce, ma nella maggior parte dei casi si è arrivati ad esiti deludenti, con sentenze da parte dei GIP (giudici per le indagini preliminari) di ‘non luogo a procedere’. Abbiamo tutti le mani legati, risulta difficile poter provare, in un’aula di tribunale, questa tipologia di reati”.
In Gran Bretagna però 888Poker è riuscito ad ottenere un provvedimento storico: “In Inghilterra si è arrivati ad una condanna perché la legge è differente rispetto a quella italiana”.
Una soluzione però potrebbe essere dietro l’angolo: “devono essere i giocatori a muoversi, oltre alle rooms. Se un player presenta ricorso perché il vincitore di quel torneo ha vinto, ma è un multi-accounter conosciuto che ha violato il regolamento, il giocatore in questione ha subito un danno diretto e può essere legittimato a denunciare l’accaduto”.
La maggior parte del movimento (sia professionisti che amatori) è senza dubbio sana e nei casi più eclatanti i giocatori dovrebbero essere più attenti a tutelare i propri interessi economici, affiancandosi alle rooms nella battaglia per la salvaguardia dell’integrità del gioco.
Ci risulta – da un’altra fonte – che a seguito della segnalazione di PokerStars.it alle autorità competenti nei confronti del vincitore del Sunday Million del 2013, il procedimento penale sia - in questo momento - ad un punto morto. Si arriverà ad ottenere giustizia? Difficile, ma intraprendere comunque una politica volta ad applicare una sorta di “tolleranza zero” potrebbe lo stesso salvaguardare il field.
Non guasta senza dubbio una maggiore attenzione da parte dei giocatori (che sovente non esitano a denunciare i colpevoli sui forum) ad intraprendere segnalazioni alle autorità competenti, visto che sono loro le parti offese in questione e, lavorando sul campo, percepiscono prima di chiunque altro, le potenziali irregolarità.
In Francia, l’Arjel (l’ente regolatore) è molto sensibile alla tutela del giocatore dinanzi alle truffe online e confidiamo in un intervento diretto e analogo di ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) per sollecitare una modifica della legge in Parlamento.
Se alla fine ci sono riusciti in Gran Bretagna, perché non provarci in Italia?