Spesso serve a manipolare le pot odds per indurre un avversario al call piuttosto che al fold, ma più in generale un corretto bet-sizing è la chiave per far sembrare un bluff una mano vera e viceversa, esattamente come ci dimostra il Pro Mark Seif in questo spot giocato al WPT Doyle Brunson Five Diamond Poker Classic - un torneo da 15.000 dollari di buy-in disputato nel 2009 al Bellagio di Las Vegas.
Con bui 50/100, un giocatore apre di 300 da early position. Tutti foldano fino a Seif che dal cutoff re-raisa a 1.200 con 9 9 . “Le coppie medie come 88, 99 e TT non funzionano bene nei piati multiway” racconta Mark, che in carriera ha già vinto ben due braccialetti WSOP. “L’idea migliore è quella di isolare l’avversario, perciò ho 3-bettato”.
L ’original raiser fa call e i due arrivano al flop 3 9 4 , che fa chiudere a Seif il top set. L’oppo da early fa check e Mark punta subito 1.500. “Ho fatto circa 2/3 del piatto, che corrisponde alla size standard a prescindere che si hitti o meno. In generale mi attengo sempre a questa regola, ma faccio diversamente quando ho bisogno di manipolare altre variabili.”
L’avversario si adegua per il call e sul turn arriva un 8 , che completa un possibile flush. Ancora check per il primo a parlare, nonostante un lungo periodo di riflessione. “Quella era la miglior cosa che potessi vedere, perché in genere esitare parecchio e poi checkare è un chiaro segnale che si ha una mano di media forza. A quel punto pensavo che potesse avere una overpair – come TT o JJ – con una carta a quadri. Poteva anche avere AK con l’asso di quadri… comunque il massimo era che sul river arrivasse un carta a quadri che accoppiasse il board.”
Seif punta 4.500: “Non volevo che inseguisse il draw a poco prezzo. Checkare in quella situazione era un grave errore. Lui poi ha fatto call e ho immaginato che potesse avere TT, JJ, QQ e Ax con l’asso a quadri.” Sul river scende un 2 e di nuovo check per l’original raiser, mentre Mark mette nel piatto 11.000 chips. “Dopo che non mi ha raisato sul turn, sapevo di essere avanti. Speravo che mi mettesse su un bluff, perché lui sapeva benissimo che ero capace di sbarellare su tre street con air. Speravo che avesso qualcosa di abbastanza buono per callarmi.”
Ma l’avversario opta per il fold e Mark conclude: “Ho cercato di non rivelare la forza della mia mano attraverso le size delle mie puntate. Se fossi stato in bluff avrei agito esattamente allo stesso modo, e questa è una strategia molto importante per non dare punti di riferimento agli avversari.”