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Strategia cash game: come battere i micro stakes (3)

Prima di passare al capitolo sul bluff, concludiamo con questo articolo il discorso sulle value bet ai tavoli micro stakes introdotto nella guida al cash game scritta dall’utente MonkE di TwoPlusTwo.

"Riprendiamo con un ultimo esempio: rilanciamo dal cutoff con q 10, l’oppo da bottone fa call e sul flop arrivano 6 10 9 . Quando puntiamo, villain può chiamare almeno con AT, KT, QT, JT, T9, T8, con draw a fiori, con progetti di scala bilaterale e forse con qualche gutshot più overcard tipo KQ. Inoltre anche con set, doppie coppie e scale già chiuse.

Puntare in questo caso è una value bet? Sì, e credo neanche “thin”, anche se ci sono ovviamente più mani che ci battono rispetto al primissimo esempio di questa guida. Comunque, l’azione prosegue e dopo che puntate l’altro chiama. Il turn è un 8 e quindi il board è adesso 6 10 9 8 .

Se bettiamo, ci sono ancora mani peggiori nel range di villain che ci chiameranno? Probabilmente seguirà ancora con tutte le top pair (diciamo da AT a T7). Immaginiamo che il suo range fosse equamente distribuito tra mani con TP e draw (FD e SD): possiamo pobabilmente escludere che continui a giocare con i gutshot con overcard come KQ. Sono comunque più alte le probabilità che avesse un flush draw piuttosto che un progetto a scala, perché ci sono più combinazioni a fiori che quelle con QJ.

C’è solo una top pair che battiamo ancora (supponendo che non abbia chiamato con T5 e inferiori), e siamo avanti a tutti i flush draw. Nonostante ciò possiamo ancora thin valuebettare, per prendere valore da tutti i progetti a colore e per impedire agli stessi di guardarsi una carta gratis. Se villain rilancia saremo costretti a passare.

Sul river scende un q e quindi il board completo è 6 10 9 8 q . Abbiamo chiuso una doppia coppia: quali mani ci possono chiamare che battiamo? Tutti i flush draw folderanno ad una bet, e lo stesso è probabile che avvenga con AT e KT perché è abbastanza alta la possibilità che noi abbiamo un Jack o un sette in accordo al betting pattern utilizzato. Tuttavia è anche probabile che proprio villain abbia un Jack o un sette per come ha giocato. Con la doppia coppia come T9 avrebbe rilanciato al flop, e lo stesso avrebbe fatto con T8 e 98 al turn perché i giocatori dei micro stakes overplayano terribilmente le loro two pair (per non correre il pericolo di essere battuti cercano di far mettere i soldi nel piatto il prima possibile).

In breve, secondo me non c’è valore a bettare su questa street. Questo è un errore che fanno molti player dei micro: con la doppia coppia puntano lo stesso perché è una mano forte. Siamo d’accordo che lo è in generale, ma sicuramente non su un board del genere e non dopo l’action precedente. Poi si meravigliano se l’altro chiama girando 75 offsuited o qualcosa del genere.

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Possiamo ancora considerare AQ nel suo range? Credo di no, ma potrebbe ancora chiamare con T9/T8/98/T6 offsuit (sì, un retard può callare con T6 pre-flop), anche se non spesso abbastanza da rendere profittevole una puntata. Questo credo sia l’errore che facevo con più frequenza quando ho cominciato a giocare. Consideravo mani del suo range con cui mi poteva chiamare anche se in verità dovevo escluderle. Ecco allora, fino a quando non sarete in grado di restringere i range in maniera accurata evitate di “thin” valuebettare. Può sembrare figo essere in grado di sfruttare anche il margine più ridotto, ma se vi sbagliate l’unico risultato sarà di regalare soldi ai donk.”

Per saperne di più:

Strategia cash game: come battere i micro stakes - prima parte

Stratega cash game: come battere i micro stakes - seconda parte

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