Cosa prova un poker pro che si "balla" 600mila dollari in una settimana di tornei live? E' quanto ha cercato di capire Matthew Showell, inviato di Pokerlistings.com che si è messo sulle tracce di un top player come Jason Koon.
Ne viene fuori uno short film molto gradevole anche per merito del protagonista che, come si evince anche dai commenti di vari top come Phil Ivey, Phil Galfond, Doug Polk e Antonio Esfandiari è davvero molto amato dai colleghi.
I motivi? Semplici quanto non banali. Jason è uno che si è fatto veramente da solo, un ragazzo di campagna partito dal nulla e che è riuscito a scalare i livelli fino ad arrivare al top, rimanendo comunque con i piedi ben piantati per terra. Questo essere persona "vera" ha inoltre facilitato l'instaurarsi di bei rapporti di amicizia, per nulla semplici tra ragazzi dalla personalità sempre spiccata.
Così, nei 17 minuti di video Jason racconta degli inizi, e di quell'infortunio all'anca che lo costrinse a un lungo stop quando era un velocista dalle buone prospettive, al tempo del college. Durante la convalescenza Jason cercava un qualcosa che agisse da valvola di sfogo per uno spirito competitivo che ha sempre avuto molto sviluppato, come confermano alcuni amici di infanzia interpellati da Showell.
Jason apprese in fretta, al punto da venire bannato dalle partite casalinghe che si disputavano allora, perchè accusato di barare. In realtà era solo uno con una spiccata attitudine per il giochino, e il salto di qualità avvenne quando Koon si trovò a dividere casa con il suo coetaneo Nick Rampone.
Quest'ultimo, noto online come "purecash25", è uno di quei pochissimi a poter sul serio dire di non avere mai versato un centesimo di tasca propria sulle poker room: vinti 10 dollari in un freeroll su Full Tilt Poker, fu capace di moltiplicarli per 100.000...
Grazie ai suggerimenti di Rampone, Koon iniziò la sua scalata a partire dai micros, una scalata che lo ha portato oggi a un monte vincite di quasi 4 milioni di dollari online, a cui vanno aggiunti circa 3,5 milioni (lordi) incassati in tornei live.
Lo scopo del video è però entrare nell'intimità di un giocatore che compete in tornei dal buy-in irraggiungibile per la quasi totalità delle persone, e capire come ci si sente nelle varie vicissitudini che un evento del genere presenta. Seguito fin dall'iscrizione al 111.111$ One Drop High Roller, Koon racconta come ha concluso il day 1, un po' rabbuiato per l'incalzare veloce dei livelli che - complici un paio di mani - hanno intaccato il suo stack a fine giornata.
Jason spiega il suo piano fino al giorno dopo: dormire bene e cercare gli spot giusti per rimpolpare i circa 16 big blinds con cui sarebbe tornato al Rio. Purtroppo per lui, sceglie uno spot in cui le mette da sotto, e quindi è inesorabilmente player out. Nonostante la imperturbabile tranquillità e modi sempre cortesi, affiora chiaramente la delusione per l'esito del torneo, "prenderò un giorno di pausa", dichiara a denti stretti.
Altro giro, altra corsa. Jason si intrattiene con gli amici e mostra il ticket di un torneo ancora più esclusivo che lo attende: il Super High Roller Bowl in programma all'Aria Casinò, un torneo dal buy-in di mezzo milione di dollari.
43 iscritti, tra top players e miliardari, e un montepremi pazzesco: "è ciò per cui viviamo", confessa Phil Ivey alle telecamere di Pokerlistings, che tramite il suo inviato spiega al pubblico che molti giocatori sono soliti scambiarsi quote o avere finanziatori per giocare questo tipo di buy-in più tranquilli, magari avendo solo il 20-30% della propria action.
Prima di sedersi, Jason si concede per qualche istante con Showell per il classico "good luck" e il commento al draw dei tavoli, non certo felice per lui: Tom Marchese, Ben Lamb, Daniel Negreanu, Jason Mercier e Igor Kurganov tra i suoi avversari. Ma certo, quando ti siedi ad un evento del genere non puoi sperare molto di meglio...

Anche qui Koon termina la sua giornata da short, nonostante una superpartenza. Un coinflip alla penultima mano gli consegna uno stack decente, e il biondo pro appare fiducioso: "capita di essere superchipleader a fine day 1 e poi uscire, quindi cercherò di raddoppiarle per arrivare ad un milione, e poi vediamo cosa succede."
Lo spot arriva a 18 left, quando Jason decide di pushare per poco meno di 20 big blinds dopo l'apertura di Brian Rast e il call di Brandon Steven. E' quest'ultimo a chiamare i resti, presentandosi allo showdown con AQ vs i 99 del nostro eroe. "Il flop rainbow 753 mi ha fatto ben sperare, poi al turn è scesa la Q..."
Nuova eliminazione e ancora la telecamera che cerca di investigare le sensazioni a caldo di un giocatore che ha appena perso 500.000$. Jason non nasconde la delusione, "Fa davvero male", ammette.
Eccolo così prendere l'uscita insieme alla fidanzata, conosciuta al tempo del college (era nel team di atletica come lui) e diventata compagna inseparabile. "Devi rimetterti in sella", dice Jason appena giunto in camera "Devi vivere la tua vita, essere felice e grato per ciò che sei: io ho lei, un sacco di amici e una grande opportunità, quella di un ragazzo di campagna del West Virginia che è arrivato a giocare ai più alti livelli possibili al mondo, frequentare la gente più figa al mondo, giocare il gioco che amo".
Sulle note del classicone "Take me home, country roads" (John Denver) si conclude un documentario gradevole, capace di "umanizzare" questo mondo tramite lo sguardo di una persona empatica e speciale come è Jason Koon. Qualora voleste, potete guardare il video cliccando qui.