Dopo il polverone sollevato da Dani "Ansky" Stern di cui abbiamo parlato ieri, non c'è pace per il Casinò di Barcellona che in questi giorni sta ospitando l'EPT dei record. Questa volta è Jason Mo a scagliarsi contro la direzione del casinò, attraverso un lungo post su Twoplustwo nel quale sostiene di aver subito un furto di chips durante una pausa del Day 3 nel main event EPT.
"Prima della pausa, ci è stato detto che ci sarebbe stato il color up delle chips da 500 alla fine del livello, quindi mi è stato chiesto di cambiare tutte quelle presenti al tavolo", esordisce Mo su Twoplustwo. Per chi non lo sapesse, il color up non significa altro che sostituire le chips di valore basso con altre di valore più alto, per evitare che gli stack diventino troppo ingombranti.
"Prima di andare in pausa", prosegue il professionista americano, "avevo perso un grosso piatto quindi avevo contato il mio stack con precisione e sapevo che era compreso tra i 340.000 gettoni e i 350.000. Avevo una pila di dieci chips rosa da 500, due pile di chips blu (totale 100.000 ciascuna) e tre pile di chips gialle (60.000 ciascuna), più qualche chip da 5.000, 1.000 e 500 che avevo posizionato sopra a una delle due pile di chips blu. Infine avevo una piccola pila con le rimanenti chips da 1.000 e 500".
Al rientro dalla pausa, Jason ritrova uno stack totalmente differente da come se lo ricordava: "Una delle mie pile da 100.000 era sparita, mancavano alcune chips gialle per un valore di 20.000 e la pila di chips rosa da 500 del valore di 50.000 era stata sostituita da 5 chip verdi (quelle appena introdotte, ndr) per un totale di 25.000. Conto il mio stack e scopro di avere esattamente 310.000".
Ovviamente Mo chiama subito il floorman e lo avvisa della situazione, ma si sente rispondere che non ci sono stati errori di alcun tipo: "Il floorman arriva e dice che il numero di chips nel mio stack è corretto che ero io a sbagliarmi. Diverse persone al mio tavolo confermano che il mio stack era più grande. A quel punto vengono chiamati due signori più anziani, che presumo fossero i tournament director ed è qui che la faccenda diventa interessante".
Il torneista statunitense si dice sbalordito da ciò che gli viene detto: "Spiego che mi mancano delle chips, loro rispondono che il totale delle chips sostituite è corretto e quindi non può esserci un errore. A quel punto chiedo loro di visionare i filmati delle telecamere, perché sono molto meticoloso con il mio stack e il numero di big blind che ho in ogni momento del torneo. Loro replicano che non hanno le telecamere in tutte le zone del casinò. Io chiedo come sia possibile e la risposta è che sono troppo costose e installarle graverebbe sul profitto del casinò".
La domanda che pone Jason Mo successivamente è scontata: senza telecamere come si fa a essere sicuri che nessuno rubi le chips dal tavolo e che in questo caso gliele abbiano effettivamente rubate? "Per rispondere dicono che i dealer sono sempre al tavolo e che la discussione è finita". Jason è sconvolto ma non può fare altro che accettare la decisione e tornare a giocare. Tuttavia, decide di verificare di persona se davvero può essere così facile rubare le chips agli avversari in una tappa dell'European Poker Tour.
"Comunque, per dimostrare quanto detto al floorman, ho iniziato a prendere un paio di chips dallo stack del mio vicino, mentre il dealer guardava altrove. Ogni volta le ho restituite ma quando ho chiesto al dealer se sapesse ciò che avevo fatto, ha detto che non ne aveva idea".
Si tratta ovviamente di una pratica illegale e che sarebbe potuta costare carissima al professionista: nel caso in cui fosse stato scoperto in flagrante, sarebbe stato squalificato dal torneo e probabilmente bannato dal casinò. Jason ha corso questo rischio in preda alla frustrazione, una frustrazione che, sempre a suo dire, è comune a tanti altri giocatori: "Nel corso della giornata ho ricevuto molti messaggi da parte di persone con il mio stesso problema. In uno dei tornei high roller, a Ben Tollerene è successa la stessa identica cosa ed è stato trattato nello stesso modo".
In seguito a questo episodio Jason non ha potuto fare altro che denunciare la vicenda su Twoplustwo, dopo che, sempre secondo la sua versione, nessun membro della direzione del casinò ha voluto parlargli. Per lui si tratta sicuramente di una vicenda personale, ma anche di una questione di principio: dal suo punto di vista questo episodio dimostra una scarsa tutela dell'integrità del gioco.
Would like an explanation from @PokerStarsEPT in why there is 0 security cameras in the tournament with an 8 million euro prize pool
— Jason Mo (@cuntycakes123) 27 Agosto 2015
"La sicurezza del casinò pone una fiducia totale nei dealer, specialmente durante le pause, quando sono soli al tavolo", prosegue Mo. " Questo significa che se un dealer è amico di un giocatore, oppure semplicemente un giocatore distrae il dealer, può essere alterata la situazione delle chips al tavolo senza alcun rischio di essere beccati. Posso garantire che se pagassi 1.000€ un dealer per farmi avere il corrispettivo di 5.000€ in chip ev dallo stack di un altro giocatore, un gran numero dello staff accetterebbe senza problemi, sapendo di non essere osservati".
Si tratta di accuse pesantissime da parte del player statunitense, e ancora una volta sottolineiamo che questa è solo la versione dei fatti raccontata da Mo e non c'è verso di verificarla in alcun modo. Anche in questo caso, qualora ci fosse una replica da parte del casinò spagnolo ve la segnaleremmo tempestivamente.