È antipatico commentare decisioni che – nel breve periodo – vanno a penalizzare una piccola, ma significativa, fetta di poker players. Per Daniel Negreanu si tratta solo del 2%, un 2% che rappresenta però l'elite di questo settore. Da domenica sera però ho cercato di analizzare le principali ed epocali novità apportate dal Vip System di PokerStars, pensando ad un’ottica di medio e lungo periodo ed in termini più generali, senza focalizzarmi sugli interessi del singolo o le esigenze di una categoria rispetto ad un'altra. Sono consapevole che questo editoriale non sarà molto popolare.
Se proprio devo muovere una critica all'operazione, forse sarebbe stato meglio pianificare una rivoluzione più graduale e con un tempismo diverso (a gennaio e non in corso d'opera), con un impatto meno cruento, ma certe misure paiono inevitabili (ban dei software), a mio parere.
In questo Articolo:
- 1 FINALITA’ "ECOSISTEMICHE"
- 2 IL POKER COME LA FORMULA 1
- 3 STRATEGIE
- 4 INVESTIMENTI MARKETING FUTURI
- 5 BAN SOFTWARE
- 6 ANALISI
- 7 RISCHI D’IMPRESA
- 8 MODELLO NON SOSTENIBILE
- 9 OBIETTIVO: PORTARE GIOCATORI NUOVI
- 10 TUTELARE INVESTIMENTI MARKETING: NON MANDARE AL MACELLO NUOVI CLIENTI
- 11 FUTURO PER I PROFESSIONISTI
- 12 INTRATTENIMENTO PER GLI AMATORI
- 13 IL GIOCO AL CENTRO
FINALITA’ "ECOSISTEMICHE"
Pensiamo alla finalità di questa azione, che a me sembra chiara: riequilibrare e tutelare l'ecosistema pokeristico. Questa non è la consueta frase fatta, uno slogan dietro il quale si nasconde PokerStars per guadagnare di più. Semmai l'operazione presenta dei notevoli rischi d’impresa per la prima room mondiale, ma è una scelta obbligata. Chi non lo comprende, non ha capito il modello di business totalmente errato applicato dalle rooms, mosse dalla frenesia di una concorrenza serrata.
In questo momento c’è un divario netto tra pro e amatori che ha portato ad un tasso di abbandono insostenibile per i giocatori che, guarda caso, sono anche quelli che in proporzione effettuano anche più depositi.
IL POKER COME LA FORMULA 1
Facciamo un esempio: in Formula 1 quando una vettura (tipo la Mercedes oggi o la Ferrari di Todt) domina in lungo e in largo, cambiano il regolamento per rimescolare le carte, nel caso contrario nessuno guarda più un Gran Premio in televisione e la prima a perderci è proprio la Mercedes. In genere una rivoluzione tecnica avviene ogni 5 anni. Nel poker non si cambiano le regole da molto più tempo, forse 10 anni e le Mercedes di turno (le uniche che fanno uso dei più sofisticati software per la gestione della power unit) sono arrivate a doppiare le altre vetture (gli amatori) al primo giro. Dove sta l'abilità dei piloti? A chi conviene più questo giochino? Tra un paio d'anni a nessuno, e il poker online sarà diventato come il deserto.
STRATEGIE
Pensiamo poi ai costi sempre più alti di acquisizione di nuovi giocatori. Costi che le piattaforme non possono più permettersi, perché la vita dei nuovi clienti è sempre più breve. Per questa ragione molte rooms – negli ultimi anni – sono state costrette a concentrare i propri investimenti solo nella customer retention.
Domanda: secondo voi, Amaya che ha pagato Rational Group 4,9 miliardi di dollari, sarebbe stata ancora disponibile a spendere milioni nel pagare gli spot di Ronaldo e Neymar, solo per vedere i nuovi clienti abbandonare la piattaforma nel giro di qualche mese?
INVESTIMENTI MARKETING FUTURI
Cerchiamo di vedere la strategia di PokerStars in un’ottica di ampio respiro. Il taglio netto dal 2017 dello status di Super Nova Elite ed altre radicali decisioni (vedi eliminazione del rakeback per i tavoli high stakes) vanno interpretate insieme ad altre novità, come la restrizione (a questo punto inevitabile) sull’uso dei software e la pianificazione di alcuni investimenti marketing colossali (e top secret), ai quali Amaya sta pensando da tempo, per far conoscere il poker in ogni angolo della terra. Un progetto che farà entrare il poker (in modo indiretto) nelle case di tutti. L’ordine che parte dall’alto è chiaro: si deve tornare ai tempi di Rounders.
Grazie a quel film, ed al coinvolgimento di un cast di attori famosi, molti ragazzi hanno conosciuto sul grande schermo la texana ed hanno iniziato a giocare, nonostante il poker online non esistesse ancora. Ma il texas hold’em iniziò a diventare un fenomeno di massa, prima della grande fuga.
BAN SOFTWARE
Investimenti che saranno accompagnati con una restrizione sui software: impensabile che Amaya spenda milioni nel marketing per creare nuovi clienti per poi darli in pasto agli squali. In nessun settore del mondo funziona in questo modo. Nel poker si è persa la bussola.
PokerStars si è accorta, dopo attente analisi, che questo modello di business avrebbe portato alla fine del poker, con piattaforme full reg e appassionati che appena mettono piede in una room vengono aggrediti e pensano alla fuga. Un business senza futuro. Cambiare era una scelta quasi obbligata.

ANALISI
Abbiamo letto in questi giorni molte opinioni di autorevoli analisti extra settore che cercavano di studiare il modello di business attuale e futuro di PokerStars.
C’è chi ha voluto fare un paragone con il business della telefonia mobile. Vi sono alcuni punti in comune tra i due mercati: il successo per Tim o Vodafone richiede grandi investimenti marketing per attirare clienti (stessa logica che segue Stars) che saranno poi fedeli alla rete per molti anni. Incentivi regolari sono strumenti essenziali per mantenere i custumer sulla propria rete.
Una delle differenze principali è che gli utenti ad alto volume sono redditizi solo per le reti di telefonia mobile. Nel poker invece è diverso, perché i giocatori vincenti fanno meno depositi in proporzione rispetto agli altri players, in quanto il denaro lo guadagnano ai tavoli e semmai hanno un’alta tendenza al prelievo.
Tra gli analisti, c’è chi li ha paragonati a “degli agenti di rimozione dei soldi da un possibile flusso di entrate. I clienti di Amaya – scrivono – sono, nel migliore dei casi, contribuenti minimi di ricavi e rappresentano una delle voci più importanti dei costi”.
Questa è la percezione degli analisti di altri settori, dell’attuale modello di business applicato al poker. Secondo voi, considerando le premesse, questi privilegi potevano durare in eterno?
RISCHI D’IMPRESA
Ma non è vero che PokerStars non affronterà rischi d’impresa da questa cruenta rivoluzione: da gennaio 2016, Rational Group potrebbe registrare una caduta dei propri volumi ai tavoli di cash game (anche se autorevoli analisti ritengono che le revenues nette aumenteranno). Dati che potrebbero influenzare anche le proprie quotazioni al Nasdaq. Lo stesso è già accaduto per Full Tilt a fine estate, anche se dal quartier generale affermano che queste decisioni riguarderanno un numero ristretto di players.
La decisione di tagliare il rakeback ai tavoli da 5$-10$ in su, è stata motivata dagli altissimi costi di gestione dei giochi high stakes che richiedono un monitoraggio intenso da parte del personale di sicurezza della room. La speranza è che parte di questo budget venga reinvestito per contrastare attività come collusion e multi-accounting in altri livelli di gioco.
MODELLO NON SOSTENIBILE
A mio avviso, questo modello di business era insostenibile nel lungo periodo per tutti gli attori in causa, anche per i pro. In questi 10 anni, alla fine a guadagnarci sono stati in pochi. Molte rooms sono andate in rosso, a causa di Vip System eccessivamente generosi per ristrette categorie di players e il divario con gli amatori è divenuto irreversibile.
OBIETTIVO: PORTARE GIOCATORI NUOVI
Rational Group si sta esponendo nei confronti del mercato azionario, ma la sensazione è che sia tutto sotto controllo. A Montreal filtra ottimismo. I soldi risparmiati saranno destinati ad investimenti marketing pesanti per “aggredire” quelle fasce di consumatori che ancora non conoscono il poker. L’obiettivo sarà quello di portare nuovi giocatori sulla piattaforma. Per questo motivo, PS punta molta anche sul cross over con gli altri giochi (casinò e scommesse) e su iniziative che hanno come unico goal quello di colpire il grande pubblico, tornare a promuovere il gioco del poker come era alle origini.
TUTELARE INVESTIMENTI MARKETING: NON MANDARE AL MACELLO NUOVI CLIENTI
Il ban ai software di supporto (come è accaduto per PartyPoker) è, a questo punto, una strada obbligata per completare la rivoluzione: la finalità è quella di portare e tutelare nuovi giocatori. Non avrebbe senso per PS fare investimenti milionari finalizzati ad attirare nuovi clienti, solo per mandarli ancora una volta al macello in pochi mesi.
FUTURO PER I PROFESSIONISTI
PokerStars vuole ripristinare un field più equilibrato, dovrà essere la fine dei tavoli full reg. E questo, in ottica di lungo periodo, sarà un bene per i professionisti, perché guadagneranno di meno dalle ricompense dei Vip System, ma potranno affidarsi ad un numero maggiore di semplici appassionati e dilettanti che non andranno più rotti nel giro di poche settimane, ma comunque non saranno vincenti nel lungo periodo. Anche per i grinder il business sarà meno scontato ma più duraturo.

INTRATTENIMENTO PER GLI AMATORI
Per i dilettanti il poker sarà soprattutto un divertimento, con perdite magari costanti, ma di lieve entità rispetto ad ora. Alcuni giocatori ritengono, in questo momento, meno “pericoloso” e scontato un tavolo di blackjack rispetto ad una partita contro 3 professionisti che fanno uso di software e script. Impossibile vincere. Siamo arrivati a questo punto purtroppo.
Per il giocatore amatoriale, entrare in una room non dovrà più essere un trauma. In questo momento, molti dilettanti subiscono una vera e propria aggressione, ancor prima di giocare, per via degli script per la table selection. Per un semplice appassionato, il gioco dovrà essere puro intrattenimento. Il poker dovrà tornare ad essere il gioco più bello del mondo. Sia chiaro, un player perdente rimarrà tale, software o no, ma il solco che si è creato in questo momento tra professionisti e amatori è senza ritorno e senza speranze, con tassi di abbandono non accettabili. Per questo motivo, ad eccezione dei micro, ad ogni livello assistiamo a piattaforme full reg, con players che spesso risultano perdenti o in even e guadagnano solo dalla rake back.
Come ha affermato Luca Moschitta in una nostra recente intervista, nel live si è avuto un percorso più naturale e, il confronto tra amatori e professionisti è senza dubbio leale. Anche per questo motivo, assistiamo a vittorie nei grandi tornei da parte di semplici sconosciuti. Queste vittorie sono senza dubbio benzina per alimentare il sacro fuoco del poker tra gli appassionati.
IL GIOCO AL CENTRO
Il gioco tornerà ad avere un suo ruolo centrale. I pro dovranno guadagnare grazie alle loro skills ai tavoli e non per il maggior tempo disponibile da dedicare allo studio dei software di supporto. Le loro abilità aumenteranno. ma il divario sarà diverso rispetto ad oggi, meno netto e marcato e poggerà su basi di lealtà e sana competizione. In questo modo il giocatore amatoriale non diventerà ricco ma potrà svagarsi qualche ora, sognando magari un giorno una vittoria importante in una lotteria, come sono spesso i tornei. D'altronde proprio nel live assistiamo spesso a vittorie di outsider sconosciuti, proprio perché la differenza è meno marcata rispetto all'online. E sappiamo tutti perché...