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Massgrinder: viaggio tra gli "esodati" del poker online

Le nuove direttive di PokerStars in materia di Vip System sono destinate a lasciare pesanti strascichi in ogni caso, sia nelle approvazioni che nelle critiche più feroci. I numeri dicono che la decisione della room leader mondiale va nella direzione richiesta dal mercato e nell'interesse della stragrande maggioranza dei player, come sottolineava qualche giorno fa l'eccellente editoriale di Luciano Del Frate. Ma in tutte le rivoluzioni c'è sempre qualcuno che paga - o che lo fa più degli altri - e questa non fa eccezione.

Se si continua a guardare alle cifre, vedere che le restrizioni colpiranno neanche il 2% dei giocatori di PokerStars porta con sè un certo sollievo, ma distogliendo lo sguardo ci si rende conto che dietro a quel freddo numero ci sono persone, storie e progetti che dovranno essere ridiscussi.

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Parliamo dei mass-grinder, quella categoria additata come la più dannosa per l'ecosistema-poker, quella che ha preso il vip system più ricco al mondo e ne ha "ciucciato" ogni singola goccia di denaro possibile, con una precisione pressochè assoluta. Quella categoria che è l'espressione più estrema dell'evoluzione di un gioco in un contesto peggiorativo, ovvero con una competizione-giungla sempre più cruenta, a lottare per la sopravvivenza su vantaggi sempre più esili. Sono quella sorta di "frutto malato" che il poker oggi ha deciso di rinnegare, in nome di un ritorno alle origini che ha posto come conditio sine qua non quella di tagliarli fuori.

Saranno loro gli "esodati" del poker, quelli che verranno sacrificati sull'altare della sostenibilità del sistema? Sembra di sì, anche se l'uso di questo termine - esodati - è volutamente iperbolico.

Stiamo infatti parlando sì di gente che dal nuovo anno si ritroverà a doversi reinventare, elaborare nuovi progetti di vita, cercare una nuova attività di sostentamento; ma stiamo anche parlando - nella stragrande maggioranza dei casi - di ragazzi, che hanno usato questa del poker online come una finestra remunerativa all'interno della propria vita, grazie a uno studio intenso ma anche allo sfruttamento fino al midollo di tutte le possibilità che la loyalty di PokerStars fino ad oggi ha offerto.

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Stiamo parlando di ragazzi che hanno - tranne rare eccezioni - una vita davanti, un patrimonio (piccolo, medio o grande che sia) messo da parte e il know how per reinventarsi in altri scenari occupazionali, al contrario degli esodati veri: quelli, per intenderci, che si ritrovano letteralmente "col culo per terra" a 50 anni, licenziati e senza possibilità nè di pensionamento nè di reinserimento nel mondo del lavoro.

Nella consapevolezza che i drammi sono altri, ho pensato che fosse il caso di dare la voce a queste persone e ascoltare le loro ragioni. Ho così rivolto un po' di domande a tre grinder delusi: Valerio Gianni, Dalia Calvaruso e Claudio Tomasi.

Viene fuori un panorama di dissenso piuttosto articolato, che comunque non arriva mai ad una opposizione frontale: tutti e tre sono consapevoli del fatto che qualcosa andasse cambiato, ma hanno idee differenti su soluzioni e tempistiche adottate. Ve ne racconterò nei prossimi giorni.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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