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Alessandro 'wodimello' De Michele, il SuperNova Elite lavoratore

Alessandro 'wodimello' De MicheleC'è un giocatore in Italia che è in continua crescita ormai da anni, che non ama eccessivamente le luci della ribalta ma che con talento, pazienza e discrezione si è costruito un fantastico traguardo: parliamo di Alessandro "wodimello" De Michele, assopokerista storico e fresco SuperNova Elite su PokerStars con il nickname "nektarine16".

"Wodi" è con ogni probabilità l'ultimo a raggiungere lo status più prestigioso sulla poker room dalla picca rossa quest'anno, ma di sicuro è uno dei primissimi a riuscirci mantenendo anche un lavoro "normale".

Il pugliese è infatti tuttora dipendente di una importante ditta (Italcementi, ndr) e con nessuna intenzione - per ora - di mollare un bel lavoro, consapevole che quest'ultimo rappresenta oggi un miraggio per tantissime persone, in un momento di crisi globale come questo.

Abbiamo incontrato Alessandro per parlare di lui, di questa sua straordinaria impresa, e di una storia pokeristica davvero esemplare.

Stee Catsy: Ci siamo conosciuti quando tu vivevi al Cairo e grindavi con successo diversi mtt su PokerStars.com. Che wodi era quello? Nostalgia?
Wodimello:
È passato un pò di tempo in effetti: lavoravo in Egitto e - quando non ricevevo visite o non tornavo in Italia - passavo buona parte del poco tempo libero al pc: msn per mantenere i contatti con gli amici e ovviamente tanto poker online...All’epoca ancora non esisteva ancora una legge per l'Italia, e comunque da residente in Egitto non vi sarei stato soggetto. Inizialmente giocavo quasi solo mtt, poi ho allargato un po gli orizzonti: in ambito hold’em ho studiacchiato un pò i sit&go, iniziando a giocarli principalmente nella formula “step” (ricordo bene i vari jori95, stevie444, busto_soon...!), il che mi ha consentito da un lato di diventare supernova, dall’altro di qualificarmi con investimenti contenuti a diversi eventi di livello internazionale.

SC: Ricordo anche una vittoria a un mtt plo. Quanto curi le varianti non-NLHE e in quale ti senti + skilled/hai maggiori margini di miglioramento?
W: A un certo punto ho sentito quasi l’esigenza di “far lavorare di più il cervello” e mi hanno incuriosito altre discipline come PLO e PLO8. Inizialmente ho letto qualcosina ma di fatto le ho approfondite giocando prevalentemente Sit & go HU. Non disdegnavo peraltro di sedermi contro i regular (cito tatta per il plo8, giusto per fare un esempio), non tanto per la pretesa di poterli battere, quanto per la convinzione che i benefici che potevo trarre da quelle partite fossero superiori al costo rappresentato dalla perdita di qualche buy-in. Poi ho iniziato a giocare queste varianti in formula MTT e, se non ricordo male, mi pare di aver vinto un mtt di plo e un paio di plo8.

Plo e plo8, tra le altre varianti, sono quelle che mi piacciono di più e sono quelle in cui credo di aver fatto i maggiori progressi nel tempo; ogni tanto faccio anche qualche torneo di H.O.R.S.E., ma senza dubbio razz, stud e stud hi-lo sono discipline in cui non vado tanto aldilà delle conoscenze di base.

SC: Ed ora quest'ultima impresa: diventare SNE mantenendo un lavoro "normale". Come ci sei riuscito?
W:
Se ci penso, faccio ancora fatica a crederci. Direi che i principali fattori critici di successo sono stati: programmazione, dedizione, convinzione dei propri mezzi, e at last ma sicuramente non at least comprensione e supporto costante della mia ragazza. Inizialmente mi ero posto come obiettivo solo quello accumulare fpp per arrivare a riscattare una 500 abarth dallo store di pokerstars entro l’estate del 2010. Poi però, a giugno ho scoperto table ninja, e mi son reso conto che programmandomi per bene le sessioni potevo arrivare a diventare SNE. Era una sfida decisamente "challenging", anche perchè per via del lavoro che tu hai definito “normale”, spesso sono stato costretto a giocare nelle ore “peggiori”, ovvero con tavoli da 7+ regulars, il che non è sicuramente +EV in termini di roi. Però alla fine ne siamo venuti a capo e non ti nascondo che è stata una bella soddisfazione.

Ale e la sua bellissima Nikol. Dietro di loro Ricky Lacchinelli in versione 'funambolo-disturbatore'

SC: E Nikol? Quanta pazienza ha avuto, la tua "wodimella"?
W:
Come accennavo sopra, non ho preso nessuna decisione solo con la mia testa, ma le ho sempre condivise con Nikol perchè la vita è fatta di priorità e lei per me è in cima alla lista, no matter what.
Insieme abbiamo valutato l’opzione Abarth, insieme abbiamo valutato l’obiettivo elite, che forzatamente avrebbe significato qualche serata in più tra le mura di casa e qualche stress in più derivante dagli esiti delle sessioni, anche se in questo mi auto riconosco buone capacità di staccare la spina una volta spento il pc, senza riflettere in real life gli umori derivanti da una serie di bolle con scoppio nei sit o da un AA craccato da un A7o nelle fasi calde di un torneo con premi importanti.

SC: Come si divideva la tua giornata tra lavoro in Italcementi e corsa al SNE?
W: Se vuoi una giornata tipo, diciamo 9-18 in ufficio, 18.30 – 20.30 sessione pre-cena; poi dalle 21.30 fino a nanna (variabile tra l’1.30 e le 3.00 abbondanti, a seconda degli esiti degli mtt) ancora grinding (peraltro misto con monitor per gli mtt e monitor per i sit). Chiaramente è un’indicazione di massima, non un programma inflessibile da ripetere roboticamente tutti i giorni dell’anno. Altrimenti probabilmente sarei stato costretto a scegliere una cosa o l’altra.

SC: Che roi hai tenuto? Lo rifaresti?
W:
Ho giocato circa 18.000 partite con un roi complessivo del 3%, derivante dalla media ponderata del 43% maturato nei quasi 1600 mtt e del -1% negli oltre 16.000 sit. Se me lo avessero proposto a inizio anno, credo che ci avrei messo una firma. Soprattutto alla luce del field che si è venuto a creare su pokerstars.it negli ultimi tempi. Il prossimo anno lo scenario dovrebbe cambiare con l’introduzione del cash game, quindi ognuno di noi dovrà riorientare i propri obiettivi e i percorsi per raggiungerli.

SC: Cosa hai patito di più in questi mesi?
In una fase dell’anno confesso di aver patito le poche ore di sonno, non facendo uso di droghe per tenermi sveglio! Battute a parte, ho avvertito l’esigenza di organizzarmi meglio, tagliando qualche mtt serale che rischiava di tenermi sveglio troppo a lungo, in modo da “garantirmi” 5-6 h di sonno a notte durante la settimana.

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SC: Che maestri hai avuto?
W:
Uhm... Maestri nel vero senso della parola probabilmente non ce ne sono stati. Ho citato prima tatta nel plo8 su pokerstars.com, che ho ritenuto un punto di riferimento per quella specialità. Nel plo invece non c’è dubbio che abbia tratto le migliori indicazioni da Maurizio Guerra, un mio carissimo amico del quale leggo costantemente gli articoli su un noto periodico di settore e con il quale ho avuto modo di confrontarmi spesso e volentieri. In hold’em direi che le discussioni più costruttive sono state con Paolissimo (Paolo Giovanetti del team Sisal Poker, ndr), Pistillao (Marco Pistilli, ndr) e il Funambolino (Lacchinelli, ndr), che voi tutti vostro malgrado conoscete!

Alessandro al final table di un Campionato Nazionale Poker Club, dove finì secondo

SC: Il tuo maggior pregio live ed online
W: Questo dovresti chiederlo agli altri! Se proprio insisti, ti dico un pregio che vale sia live che online, ovvero quello di avere un buon mindset.

L'anno scorso, parlando con Jelassi che ti aveva avuto al tavolo all'IPT che poi ha vinto, mi disse che eri un giocatore interessante ma un pò troppo nitty. Lo smentiamo?
W: No, sei pazzo? E chi ha interesse a smentirlo? Io sono nitty, anzi nittyssimo! Ricordo bene quell’IPT, al day2 ero in posizione 10 in un tavolo basso e quando Ramzi Jelassi si accomodò tra noi, la curva alla mia sinistra recitava: posizione 1 Emanuele Marzano (deep stack), posizione 2 Ramzi Jelassi (deep stack), posizione 3 Niccolò Domeniconi (deep stack). Insomma non ero affatto in una posizione comoda, avevo uno stack sopra average ma essendo oop contro avversari molto forti e che stavano interpretando la partita in maniera piuttosto LAG (soprattutto i primi due), ho stretto un pò le viti. Al day 3, tanto per gradire mi sono ritrovato a sinistra ancora Ramzi e un paio di posizioni più in là Swissy; se (whine mode on) avessi tenuto due colpi al 70% avrei con buone probabilità fatto tavolo finale e (whine mode off) magari avrei potuto sfruttare quell’immagine che avevo dato a Ramzi nel corso dei due giorni precedenti. È andata diversamente, alla fine ha vinto lui, con innegabile merito e se ben ricordo anche un pò di fortuna...

SC: E le "Furie"? Poco dopo il tuo traguardo, anche bailamos (Max Caldera, in arte bailamos74, ndr)è riuscito nella sua impresa diventando imperatore suGDPoker. Allora non siete solo un gruppo di allegri donk...
W: Max  ha già dato prova delle sue qualità raggiungendo qualche final table nel circuito live del pgp. Tra l’altro è un ottimo giocatore anche di plo, che “con il poker ci paga le bollette” (cit.) e – aggiungo io – molto più che soltanto luce, gas e acqua! Sono contentissimo che anche lui abbia raggiunto lo “status maximus” che la poker room di riferimento consente.

Quanto al resto della truppa, qualche volta mi è capitato di innervosirmi con qualcuno che ironizzava sul nostro gruppo, definendoci "cabarettisti"! La verità è che il nostro è un gruppo - ormai sempre più ampio - di amici che hanno in comune la passione per il poker, ma che prima di tutto cercano di godersi la vita... ognuno a modo suo, nel rispetto dei valori ritenuti prioritari.

SC: E ora? Cosa cambia questo status nei tuoi progetti per il 2011?
W: È davvero una situazione in divenire e per nulla definita. Intanto mi fiondo gratis alle Bahamas a giocare il PCA! Ovviamente l’approccio iniziale sarà teso a fare quanto necessario per mantenere lo status di elite su PokerStars.it, cercando di massimizzare i benefici che ne derivano in termini di fpp. Continuerò, nei limiti del possibile, a partecipare a tornei live “autosponsorizzandomi”, ovvero staccando ticket nei satelliti, utilizzando un pò degli fpp prodotti o semplicemente pagando direttamente il buy in nei tornei più accessibili.

SC: “Auto”...cosa?
W: È un’espressione che ho usato in modo naturale una volta, rispondendo a una domanda di Alioscia Oliva, che a Sanremo durante un IPT mi aveva chiesto se avessi uno sponsor o meno. E d’istinto gli risposi: “io mi autosponsorizzo!”.
Battute a parte, ti confesso che in molti mi hanno chiesto come mai non abbia ancora la patch di una poker room sulla camicia. Onestamente non ho risposte particolari da dare. Ho avuto qualche contatto con poker room nascenti, ma alla fine non sono mai arrivate proposte concrete tali da farmi abbandonare la “road to elite” che avevo intrapreso. In futuro vedremo, certamente aver raggiunto lo status di SNE crea un evidente legame con pokerstars, se non altro per il tempo che ho dedicato al raggiungimento di questo obiettivo.
Ma in termini di sponsorship, pokerstars rappresenta una sorta di sogno che ritengo difficilmente realizzabile... pertanto se qualcuno avesse qualche proposta interessante, parliamone!

SC: Allora tanti auguri, mister SNE-lavoratore!
W: Un saluto a te, a tutta Assopoker e buon 2011, 2012, 2013, 2014, ecc.. ecc.. ecc...!

Intervista a cura di Domenico "Stee Catsy" Gioffrè

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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