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Fabio Coppola: "Antonius? un alieno!"

Fabio CoppolaNel caso vi trovaste a passare da Las Vegas non vi sarà difficile incontrare Fabio Coppola; personaggio ormai noto nell’ambiente pokeristico americano. Molto presto sarà il nuovo inquilino di Youpoker, con una rubrica personale di cui però ancora non sveleremo nulla. Per adesso, andiamo a conoscere uno dei personaggi più poliedrici che il poker italiano può vantare nel mondo. Nonostante da molti anni viva a Sin City, Fabio è sempre latino e loquace, e infatti non si fatica a fargli raccontare di sè.

Assopoker: Ormai vivi a Las Vegas da diversi anni. Qual è stato il motivo che ti ha portato nella “Mecca del divertimento”?
Fabio Coppola: Tutto cominciò con il Backgammon. Già dal 2003 io ed il mio carissimo amico Bruno Orsuni giocavamo questa specialità online sul sito GamesGrid, comportandoci come dei veri e propri “grinders”; ricordo con piacere le nottate davanti al pc ad aspettare i “clienti”. All’epoca il mondo online non era “evoluto” come quello attuale, con migliaia di giocatori a qualunque ora del giorno e della notte, ma era una realtà di nicchia, con utenti in maggioranza americani, a causa delle connessioni superveloci che l’Europa non vantava ancora. Come tutti i giocatori, sognavamo il “colpaccio”; fu così che decidemmo di fare una vacanza a Las Vegas per partecipare ad un torneo di Backgammon al Riviera Hotel…venni letteralmente  stregato dalla magia di “Sin City”.

AP: A quando risale la tua prima partita a poker? Quando è stato il momento in cui hai deciso che la tua passione doveva e poteva diventare il tuo lavoro?
FC: Iniziai a giocare il 3/6 Limit-Hold’em nella poker room del mitico “Mirage” ma con scarsi risultati. Ero un incapace totale, mi sembravano tutti dei “Pro” ! Così iniziai a giocare 20 ore al giorno e, dopo un mese, decisi di fare il grande salto passando così al 10/20 Limit Hold’em. Nel frattempo trascorsero due mesi, il mio amico Bruno tornò dalla famiglia ed io decisi di restare ancora un po’, affascinato dal gioco e da Vegas, che è piena di bellissime ragazze…fu grazie ad una di queste, che mi convinsi a rimanere definitivamente. Sono passati quasi nove anni ed io sono ancora qui!

AP: Cosa facevi prima di diventare un professional poker player?
FC:
Nella mia vita ho cambiato diversi lavori, uno dei quali è stato fare l’ insegnante di sport da combattimento: thai-boxe, kick boxing e difesa personale. Prima di venire negli USA ho passato circa due anni in Asia, principalmente in Thailandia dove ho avuto la possibilità di combattere contro i temibili thailandesi.
Qui negli States invece ho avuto esperienze lavorative di tutt’altro genere, dalla ristorazione al “field-Engineer”, quest’ultimo ottenuto grazie alle mie conoscenze in geometria, trigonometria e calcolo dovute alla preparazione dell’Istituto Aereonautico frequentato in Italia.

Fabio (a destra) con l'amico Flaminio Malaguti, istituzione italiana a Las Vegas

Era un buon lavoro ed anche ben retribuito, ma il poker era una grande passione e dopo il lavoro finivo dritto ai tavoli verdi. Fu così che decisi di prendermi una pausa lavorativa per l’estate e provare a giocare qualche torneo. Fu anche grazie al mio amico Flaminio Malaguti, personaggio avvezzo ai tornei del circuito mondiale, che ho conosciuto tutti gli italiani partecipanti alle Wsop. Divenni presto  amicodi tutti: Max Pescatori, Dario Minieri, Cristiano Blanco, Dario Alioto e così via;  inoltre, durante una cena con Flaminio e Marco Traniello, conobbi anche Patrick Antonius.

AP: Con questa “comitiva” era quasi impossibile non cominciare a giocare a tempo pieno!
FC: Queste amicizie “altisonanti” mi hanno aiutato molto con i loro insegnamenti preziosissimi sul mondo del poker. Ricordo le giornate a casa di Patrick mentre giocava il Pot-Limit con degli “swing” da capogiro! Oppure, i pomeriggi a guardare Minieri nella suite del Bellagio, mentre mi insegnava il No Limit. Per non dire delle grandi discussioni teoriche con Pescatori dopo la nostra quotidiana partita a Tennis, senza tralasciare gli innumerevoli heads-up con Flaminio per intere notti.
Gli insegnamenti “privati” venivano spesso coadiuvati dai libri e così, un bel giorno, mi resi conto che i proventi della mia attività pokeristica superavano di gran lunga quelli del lavoro…

AP: Quale variante preferisci e quale avviene di frequente ?
FC: Gioco principalmente cash game live nelle discipline più tecniche come Mixed Game, Omaha hi-lo, Pot-limit omaha e saltuariamente mi diletto in qualche torneo No Limit.

AP: Preferisci giocare online o live?
FC: Vivendo in una città dove ci sono cinquanta poker-room nel raggio di 10 km quadrati la scelta casca sul live, anche perché è molto più facile riconoscere un tavolo “buono”: tra pro c’è rispetto, aspettiamo insieme i turisti!
Tuttavia adoro anche la comodità del gioco online: puoi giocare simultaneamente diverse varianti ottenendo in poco tempo un numero elevato di mani. Spendo molte ore in rete su poker room americane, ho anche giocato per tre mesi su una room italiana, ottenendo degli ottimi risultati. Poi, per questioni legislative è diventato sempre più difficile connettersi…peccato!!!

Patrik Antonius, grande amico di Fabio CoppolaAP: Qual è stata la maggior soddisfazione che ti ha dato il poker?
FC: Un anno fa a casa di Patrick! Eravamo lì con Flaminio e Marco a vedere il “Fight UFC”, molto popolare qui negli States, discutendo di poker. Io feci un commento su di una mano particolare, giocata da Patrick contro Tom Marchese (all’epoca, appena laureato player of the year) in cui era in ballo un pot da 500k. Antonius, indispettito, mi chiese come facevo a sostenere che fosse un easy call con K carta alta. Io gli spiegai la mano passo dopo passo e lui, alzandosi di scatto dal divano mi disse: “Non credevo che il tuo livello di poker fosse così alto! Ho chiesto a 4/5 pro che giocano con me e tutti mi hanno dato una risposta diversa. Tu, mi hai sorpreso…hai detto esattamente quello pensavo in quel momento”. E via col cinque alto all’americana! Beh, chiamatemi un romanticone ma questa è per me una gran soddisfazione.
Poi, ho ottenuto un 4° posto alle WSOP Omaha H/L con buy in di 2500$, miglior piazzamento italiano nel 2009. Comunque, a parte i numeri, il mio miglior risultato è che sono ancora qui, nella città del peccato, e che tiro avanti grazie al poker.

AP: In tutti questi anni hai mai avuto un periodo di crisi in cui stavi per mollare tutto?
FC: Come in tutte le cose ci sono alti e bassi, è normale scoraggiarsi in momenti duri. Ho sempre creduto di potercela fare poiché il mio gioco continuava a migliorare giorno dopo giorno.

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AP: Qual è la situazione del poker italiano visto dagli USA? E come la vedi tu, personalmente?
FC: I giocatori italiani sono molto rispettati negli Stati Uniti grazie ai risultati di Max, Minieri, Alioto, Isaia, Bonavena e da quest’anno c’è anche Filippo Candio a dare un contributo in più. Io penso che gli Italiani si siano specializzati maggiormente nei tornei, per via della legislazione italiana che al momento vieta ancora la formula cash game.

AP: Raccontaci un aneddoto divertente che hai vissuto al tavolo verde!
FC: La prima sera che ho giocato a poker, mi sedetti al 3/6 limit del Mirage e dopo qualche mano mi ritrovai a chiudere un colore al river. Dopo una serie di rilanci, girammo le carte ed il mio avversario aveva chiuso un full! Dopo che il dealer indirizzò il piatto verso di lui, io sorpreso, chiamai il Floorman reclamando la vincita e, con molta calma, mi spiegarono che nell’ Hold’em il full batte il colore…Finì tutto in una grande risata...

AP: Hai uno sponsor?
FC: Non ho uno sponsor italiano, probabilmente perché non vivo in Italia e non ho uno sponsor americano perché sono un Italiano. Le mie vincite in tornei di (103mila dollari circa, ndr) forse non sono abbastanza, ma so che negli ultimi due anni ho conquistato il rispetto di tantissimi giocatori “Pro”.
A dire il vero, qualche tempo addietro, ho avuto dei contatti con un paio di room Italiane, ma senza concludere nulla. E’ difficile trovare un accordo economico. In Italia il Poker ha fatto passi da gigante ma, a livello contrattuale, credo che i pro non vengano remunerati a sufficienza.

Parlo spesso col mio amico Pescatori della situazione in Italia e capisco che a livello manageriale ci sono molti errori da parte delle poker-room. Solamente i grandi nomi possono competere a livello internazionale, mentre il resto dei "Pro" difficilmente può emergere. Inoltre i budget dati ai giocatori a mio avviso non sono sufficienti.

AP: Sei stato il coach di Antonius in arti marziali, e lui in cambio ti ha insegnato qualche segreto per migliorare il tuo poker. Chi è stato più utile all'altro?
FC: Si, diciamo che abbiamo in comune l’interesse per lo sport e proprio per questo siamo diventati buoni amici. I segreti non si svelano mai ma credo che Patrick sia un Alieno: riesce in tutto quello che fa. Il suo impegno e la sua caparbietà fanno di lui una delle persone più straordinarie che abbia mai conosciuto. Da lui c’è solo da imparare.
Ora si trova a Monaco, ha un bambino e deve dedicarsi maggiormente alla famiglia. Ma quando rientra a Vegas ci facciamo sempre delle super cene nella sua mega-villa. Ha un cuoco personale che cucina da Dio!

AP: Quanto la tua abilità nelle arti marziali ti aiuta nel poker? Non so, controllo del corpo, delle emozioni etc
FC: Si, ho imparato a gestire meglio le mie emozioni al tavolo verde grazie allo sport, tra i due mondi ci sono molte connessioni.

AP: Tra poco entrerai nella scuderia di Youpoker, con una tua rubrica esclusiva. Non sveliamo nulla per ora vero? Lascia solo che ti auguri un enorme “good luck” per questa tua nuova avventura!
FC: Grazie! Cercherò di parlare di poker in chiave ironica e divertente, magari raccontandovi aneddoti e curiosità sul poker di Las Vegas. Un saluto a tutti gli Assopokeristi...a prestissimo!

intervista a cura di Nicola "ildottore007" Forcina

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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