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A Las Vegas, in cantiere il primo casinò hotel dove sarà consentito vendere marijuana... anche Ivey investe

Negli Stati Uniti c'è un business che è in decisa espansione anche se i moralisti storceranno il naso solo a sentirne parlare: è il settore della marijuana legale, mercato che ha fatturato la bellezza di 2,7 miliardi di dollari nel 2014.

Secondo un reportage del New York Times la media company High Times sta attuando, passo dopo passo, l'ambizioso progetto di aprire a Las Vegas e in Colorado, due hotel-casinò nei quali sarà consentita la vendita di droghe leggere, autorizzate dalla legge e con regolari licenze.

Al momento in Nevada è consentita la vendita solo di marijuana per fini terapeutici (dal 2000) ma a novembre si voterà per decidere se rendere legale (e quindi tassare) il commercio della cannabis anche per uso ricreativo. Logico che il binomio gambling-droghe (leggere) sia fonte di preoccupazione.

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Naturalmente la legalizzazione delle droghe leggere è un tema delicato e dibattuto che ha sempre diviso l'opinione pubblica. Negli States però hanno pensato a sottrarre questo business alla criminalità organizzata.

IL New York Times ha reso noto che il progetto della media company High Times sta prendendo forma: si sono già assicurati - attraverso società partner - in Nevada una licenza per il gioco, una per il cabaret e l'approvazione per un ambulatorio, nel caso in cui fosse consentita in futuro la vendita di "maria".

Nel 2014, come vi avevamo riportato, il Gaming Board del Nevada aveva severamente vietato la vendita di droghe nelle farmacie dei casinò. Inutile dire quanto sia pericoloso scommettere sotto l'effetto di cannabis.

Si può essere anche favorevoli a rendere legali le droghe leggere (per tanti motivi pratici), ma consentirne la vendita in una location frequentata quasi esclusivamente da gamblers, sembra (perdonate il gioco di parole) un azzardo...

Ad investire nel business della "maria" anche Phil Ivey che figura da due anni tra i 22 licenziatari dello stato del Nevada. La maggior parte dei centri sono nel sud dello stato.

Negli USA molti Stati consentono la vendita: lo scopo è quello di tassare un business che è sempre stato gestito dalla criminalità organizzata.

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In Colorado, ad esempio, l'economia è stata risollevata proprio grazie a questo settore: nel 2015 nello stato americano sono state registrate vendite della cannabis per 996 milioni, ben 135 milioni sono finiti diretti nelle casse del fisco che con quei soldi ha finanziato le scuole pubbliche per 35 milioni (il 15% del gettito è destinato all'istruzione). E' consentita la vendita in 212 smart shop e 493 centri medici anche per uso ricreativo. Il mercato ha creato quasi 100.000 posti di lavoro.

Dopo un anno dalla legalizzazione, in Colorado si sono registrati meno reati e la polizia ha riscontrato che gli incidenti stradali sono per la maggior parte causati dall'uso di alcol.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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