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Le World Series of Poker in vendita: per WSJ si tratta per $ 4 miliardi

Le World Series of Poker sono in vendita? Non è una novità, considerando l'esposizione debitoria spaventosa di Caesars Entertainment che in questi anni galleggia in un mare di debiti.

Già tre anni fa il portavoce di PokerStars rivelò che fu offerto a Rational Group il noto brand della serie di poker più famosa del mondo insieme al Rio Casinò. La risposta della famiglia Scheinberg fu un secco "no grazie".

Secondo il Wall Street Journal e Bloomberg, sarebbero pervenute offerte per la vendita di Caesars Interactive Entertainment, la divisione online che detiene i diritti di WSOP.com, Slotomania, Caesars Casino, Bingo Blitz, House of Fun e World Series of Poker (i marchi sono elencati nella pagina ufficiale di Ceasars Interactive Entertainment). Si avete letto bene.

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Il Wall Street Journal parla di un'offerta per tutta la divisione online ma sembra esserci molto di più...

Una fonte anonima di Bloomberg sostiene che l'offerta sia di ben 4 miliardi di dollari. Anche se stiamo parlando del brand più famoso del mondo del poker live, per il business online di WSOP sembra una cifra sproporzionata: alla fine il brand è attivo solo in due piccoli stati degli USA più ha altre licenze ma non risultano attività di rilievo. E' anche vero che il marchio ha un potenziale in tutti gli States ma fino a quando non ci sarà la regolamentazione (ci sarà mai?), rimane un discorso molto teorico.

Pensate che PokerStars.com è stata ceduta due anni fa per 4,9 miliardi ed ora in borsa ne vale circa la metà. Fate i vostri conti e capirete che solo per la divisione online l'offerta non sia affatto credibile. Una valutazione sproporzionata.

Bloomberg però sostiene che la divisione di Caesars Interactive Entertainment sia proprietaria anche "delle World Series of Poker che hanno generato guadagni per 282,7 milioni...".

E' proprio così: con lo scorporo di Caesars (per via degli ingenti debiti) le WSOP sono passate sotto il controllo dell'Interactive (una delle poche divisioni in attivo del gruppo).

Dal sito ufficiale di CaesarsInteractive.com risulta che: "CIE owns the World Series of Poker (“WSOP”)". Per CIE si intende naturalmente Caesars Interactive Entrateinment.

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Abbiamo inoltre raccolto un'altra conferma ufficiale dal sito WSOP.com:
"Caesars Interactive Entertainment is the owner of all rights, title and interest in and to the World Series of Poker brand including each of its associated trademarks, service marks, copyrights, trade dress and all of the goodwill emanating therefrom (hereinafter collectively, "trademarks").

In poche parole detengono  i diritti sul marchio delle World Series of Poker. E’ quindi molto probabile che nella trattativa sarà inclusa anche la manifestazione di poker più famosa al mondo. Anche perché WSOP.com e i diritti sulle World Series devono per forza viaggiare insieme, nel caso contrario non avrebbe senso acquistare la divisione online.

Alla vigilia delle WSOP la notizia crea senza dubbio un terremoto ed è logico attendersi le classiche smentite di rito, ma una cosa è certa: le World Seris of Poker sono sul mercato e non da ieri, visto la gravissima situazione finanziaria della casa madre.

In Caesars Interactive Entrateinment (che rimane la divisione sana di un gruppo indebitato per parecchi miliardi di dollari) ha investito (con quote rilevanti) due anni fa anche uno dei più grossi speculatori di Wall Street: il finanziere George Soros, colui che 20 anni fa provò a far collassare la vecchia lira italiana. Con questa operazione la vecchia volpe di Soros porterebbe all'incasso una bella somma.

In tutti i casi, la vendita potrebbe riscontrare degli ostacoli importanti, visto che nei confronti di Caesars è aperta una procedura di " bankruptcy" (bancarotta, fallimento) e la società è stata scorporata in altre divisioni in barba ai creditori. Un'operazione ritenuta dai creditori stessi lesiva dei loro interessi.

Un giudice di Chicago (ma sono aperti contenzioni anche a New York e non solo) presto potrebbe pronunciarsi sulla questione. Si parla di parecchi miliardi di dollari in ballo (11 solo quelli rivendicati dai maggiori creditori, due fondi di investimento), la questione è molto delicata ma secondo il Wall Street Journal (edizione del 16 marzo) forse Caesars potrebbe trovare un accordo onde evitare il peggio, uno spettro che da anni aleggia sulle testa del gruppo del Nevada. Il rischio fallimento è tutt'altro che un'ipotesi.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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