Dopo Austria e Finlandia, altri due stati sono in procinto di unire le forze per una liquidità condivisa nel gioco online: si tratta di Gran Bretagna e New Jersey.
I due governi (secondo rumors autorevoli provenienti dagli States) sono in trattative avanzate e sono vicini a sottoscrivere un primo accordo. Ma la cosa importante è che c'è la volontà da parte di entrambi di chiudere.

La notizia è quindi a dir poco clamorosa, considerando che il potenziale deal vedrebbe coinvolto uno dei primi mercati mondiali regolamentati, per quanto concerne i casinò ed il poker (per non parlare del betting). Il Regno Unito, secondo una ricerca di Deloitte di qualche anno fa, rappresenta circa il 10% dell'intero mercato europeo dei casinò (circa 15 miliardi di euro!), con una crescita costante annuale di un decimo del fatturato. I conti attivi sono 18 milioni (sempre secondo Deloitte), con almeno 2 milioni di gamblers stimati (ma a nostro avviso i dati potrebbero essere molto più alti).
A giovarne sarebbe soprattutto il New Jersey, visto che la popolazione dello stato americano è di soli 9 milioni di abitanti, con l'e-gaming che ha registrato 200 milioni di dollari di entrate nel 2016 e 150 milioni nel 2015. E' il principale mercato negli USA, davanti a Nevada e Delaware.
Molti grinder americani però potrebbero trasferirsi nello stato del New Jersey proprio per aver la possibilità di giocare in un mercato con liquidità deep. Bisognerà solo capire quali saranno le scelte di fondo da parte della Gambling Commission a Londra, per quanto concerne il poker online. Al momento, i players britannici godono di una liquidità aperta e condivisa con il dot com.
A nostro avviso, l'accordo è importante perché manda un chiaro messaggio politico all'esterno e suona quasi come uno schiaffo agli ex partner dell'Unione Europea.
D'altronde, i britannici hanno mantenuto sempre una posizione politica ben lontana, rispetto ai francesi per quanto concerne il gaming online, quando erano ancora membri dell'UE.
Il deal apre alla Gran Bretagna una finestra proprio sugli Stati Uniti: in futuro i sudditi di Sua Maestà (e gli operatori con licenza inglese) potrebbero godere dei benefici del futuro mercato federale (con 50 stati coinvolti...). Diverse poker rooms e casinò online avrebbero tutto l'interesse a non fuggire da Londra e dintorni. Chiuse le porte all'Europa con Brexit, UK guarda con interesse ai cugini americani.
L'accordo dovrebbe coinvolgere inizialmente il poker online (con grosso beneficio per PokerStars e PartyPoker che hanno licenze attive in entrambi gli stati) per poi estendersi anche al casinò (aspetto non secondario per i jackpot delle slot online). Nel Regno Unito il main business rimane il betting, mentre in New Jersey si sta discutendo da anni sulla regolamentazione delle scommesse, ma l'opposizione delle Leghe Professionistiche sportive americane, fino ad ora, ha avuto la meglio.
I britannici però ritengono il New Jersey un partner affidabile e maturo, considerando che la regolamentazione del gioco d'azzardo è avvenuta nel 1970 con l'apertura dei primi casinò ad Atlantic City. Nel 2013 è stato autorizzato anche l'e-gaming.