Giovane, milionario e giocatore professionista di poker: quante volte abbiamo sentito storie di questo tipo? Chad Powers rientra perfettamente in questa categoria, ma la sua vicenda è differente da tutte le altre, al punto che persino uno dei giornali più importanti degli Stati Uniti - il prestigioso Washington Post - ha deciso di raccontarla e piazzarla nell'homepage del suo sito.
Perché il piccolo impero che Powers si è costruito mostra a noi appassionati di poker quanto possa essere profittevole la pratica dello staking anche dal vivo; al tempo stesso, tuttavia, è una storia che incuriosisce chiunque, anche coloro che non hanno mai giocato una mano di poker nella propria vita.
Come racconta il Washington Post, Chad Powers è un self-made millionaire, un ragazzo che ha guadagnato milioni di dollari sfruttando le sue abilità. Le sue entrate annuali nette sono comprese tra i $400.000 e gli $800.000 e non derivano unicamente dal suo personale profitto ai tavoli: Chad finanzia sei giocatori per il cash game live, ottenendo in cambio una percentuale delle loro vincite. Una pratica molto comune nel poker online, che nel suo caso ha funzionato alla grande anche dal vivo.

Negli ultimi tre anni la sua attività di staking gli ha fruttato così tanti soldi da convincerlo a fare le cose in grande: ha affittato una casa nei pressi del Maryland Live! Casino dove vivere con i suoi sei stakati. "La cosa più difficile è trovare padroni di casa che non abbiano nulla contro i professionisti del poker", racconta nell'articolo.
Dal 2013 fino a un mese fa, Chad e la sua gang erano i regular più temibili del cash game del Maryland Live! Casino. Vincevano bene, erano coccolati dai manager della poker room, conoscevano tutti i vip locali e si svagavano tra feste e belle ragazze. Ma il loro successo non è passato inosservato, soprattutto perché non era a senso unico: se loro continuavano a grindare, permettevano alla poker room di avere sempre partite in corso. La stessa prosperità della poker room derivava in gran parte dall'action garantita da Chad e i suoi stakati.
A novembre è quindi arrivata una svolta inaspettata nelle loro vite: il poker manager dell'MGM National Harbor, un casinò con grandissime ambizioni che sarebbe stato aperto entro il mese successivo, ha contattato Powers per convincerlo a spostare il suo business a Washington.
Il casinò in questione è costato 1.4 miliardi di dollari ed è stato inaugurato l'8 dicembre. Quel giorno, Chad Powers era nella ristrettissima lista degli invitati, perché aveva accettato l'invito a trasferire la sua attività a Washington. Un ragazzo che nel 2012 si faceva strada tra anonimi regular nei mid-stakes del casinò del Maryland, si ritrovava improvvisamente in mezzo a imprenditori miliardari, politici e celebrità per brindare all'apertura dell'MGM National Harbor.

"Non ho niente contro il Maryland Live", ha dichiarato mentre osservava eccitato la nuovissima poker room, mostratagli in esclusiva. "Ma questo posto è molto più bello, e attrarrà molte più whale". Un aspetto fondamentale per lui, che prima di essere un finanziatore è un regular del cash game high stakes. E di whales, nel nuovissimo casinò dell'MGM, ne ha individuate parecchie già nel giorno dell'inaugurazione:
"Quel giocatore ha davanti a sé $25.000 e mi hanno appena confermato che ha più soldi che abilità", ha spiegato al giornalista del Washington Post mentre osservava un noto businessman della zona. "Lo vedremo qua in giro per circa un anno, fin quando non farà i calcoli delle spese annuali e penserà: Oh mio Dio, ho perso $400.000 a poker!"
Ciò che ha convinto Powers a trasferirsi dal Maryland a Washington è il trattamento da VIP che il nuovo casinò gli ha riservato. Il manager della poker room lo ha infatti coinvolto fortemente nel progetto, perché chi meglio di un giocatore che siede ai tavoli per migliaia di ore all'anno sa cosa sia necessario e cosa vada eliminato?
"L'illuminazione è perfetta e non ci sono finestre", ha commentato Powers mentre gli veniva mostrata la sala da poker. "Ottimo, la gente starà a lungo qua dentro per giocare. Le sedie sono molto confortevoli e apprezzo le sculture e i lampadari: non sono priorità per me, ma capisco che siano un fattore importante per attrarre giocatori e invogliarli a spendere. Ah, e bisogna mettere un divisorio tra i tavoli high stakes e quelli regolari: se Michael Phelps viene a giocare, non vuole che ci siano persone che lo fotografano".+

Il poker manager Johnny Grooms ha spiegato al Washington Post perché una poker room dovrebbe considerare (e di conseguenza trattare) professionisti come Chad Powers con il massimo rispetto: "Praticamente, se lui ci porta due o tre persone del suo team per le partite high stakes, è molto più facile per noi far partire questi tavoli. Quello che non voglio è che giochino insieme, ma io sarò sempre qua davanti a loro e mi renderò conto subito se giocherà al tavolo con uno suo stakato".
A Washington, Chad non ha faticato a trovare una casa che andasse bene per il suo team. In media, i suoi stakati pagano un affitto mensile di circa $500 per una stanza. La casa è su due piani e ha un seminterrato per poter ospitare amici regular in trasferta all'MGM. Chad ha un'assistente che si è occupata di arredarla con tutto ciò che possa aiutarli a rilassarsi dopo le lunghe sessioni al casinò; tra i pacchi da aprire, spunta un televisore da 70'' per guardare le partite di NBA e NFL e ovviamente un tavolo da poker per esercitarsi.
L'inchiesta del Post si conclude proprio nel nuovo quartier generale. Chad Powers è appena rientrato dalla sua prima sessione high stakes all'MGM National Harbor: in otto ore di gioco ha vinto $8.000. "C'è tanto sangue fresco, sarà una poker room estremamente profittevole", ha dichiarato osservando l'alba sorgere dal secondo piano della sua nuova casa.
Photos courtesy: Sarah L. Voisin/The Washington Post
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