Doyle Brunson è al centro di una nuova polemica su Twitter, che questa volta coinvolge niente meno che Daniel Cates e Scott Palmer, o se preferite "jungleman12" e "URnotInDanger2": i due, al pari di molti giocatori di poker online statunitensi, non hanno gradito le esternazioni di "TexasDolly" che ha rilasciato poche ore fa.
Brunson aveva infatti scritto: "Adesso forse vedremo se queste "stelle" del poker online sappiano giocare il vero poker. Mettete l'ante, pollastri!". Un commento che negli Stati Uniti, dove molti giocatori hanno i loro conti gioco inaccessibili e quindi denaro bloccato, non è andato a genio a molti. Il primo a commentare la cosa è stato proprio Daniel Cates, che si è limitato a scrivergli: "Magari al posto di un Durrrr Challenge potremmo fare un Doyle Challenge...", lasciando intendere che al suo tavolo per Doyle Brunson c'è sempre posto, qualora fosse interessato.
Scott Palmer ci è andato giù ancora più duro, dicendo: "Bel tempismo per scrivere un commento simile. La prossima volta che avrai un infarto potrei venire a sbeffeggiarti su Twitter. Sul serio, chiunque giochi online in un tavolo full ring è in grado di farti a pezzi, per cui tappati la bocca". Decisamente una frase tutt'altro che diplomatica e forse eccessiva, ma che ben sottolinea quanta tensione ci sia negli Stati Uniti per questa situazione, specie da parte di chi ha molto da perdere.
Giocatori come quelli citati vedono infatti in forse centinaia di migliaia di dollari, se non addirittura milioni. Tutti loro si dicono piuttosto fiduciosi sul fatto di riuscire col tempo a recuperare il proprio denaro - nonostante tutto sia PokerStars che Full Tilt Poker godono di molto credito fra i players - ma nel contempo nessuno di loro può sapere esattamente cosa accadrà in futuro a quei soldi, e lo stesso vale per molti statunitensi.
L'uscita di Doyle Brunson è stata quindi vista dai più - anche vedendo quanto è scritto su forum come 2+2 - come un'uscita di cattivo gusto, non solo a causa della situazione che si è venuta a creare ma anche considerando che Brunson è proprietario di una poker room, e quindi quei cosiddetti pollastri sono per lui fonte di reddito, fino a prova contraria.
Doyle non ha replicato direttamente agli interessati, pur sottolineando che intendeva soltanto scherzare, e nonostante non ci sia alcun motivo per non credere che queste fossero davvero le sue intenzioni, negli Stati Uniti in molti hanno riso a denti veramente stretti...