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Doyle’s wisdom:”Non fatevi scappare i giocatori scarsi”

Prima mano di un torneo di poker ed un avversario vi mette subito all-in: con quale percentuale di vantaggio conviene procedere con un call? Se l’è chiesto Doyle Brunson in questo suo interessante articolo.

“Non troppi anni fa mi sono casualmente trovato a discutere di poker con un altro professionista. Lui asseriva che ogni volta che si presentava l’occasione di sfruttare un vantaggio bisognava agire a prescindere da quanto piccolo fosse. Non essendo il tipo da stare a discutere di poker in lunghi e noiosi dibattiti, gli avevo fanno un cenno come se fossi d’accordo ma in realtà dissentivo fortemente.

La verità è che ci sono momenti in cui si dovrebbe rinunciare ad un vantaggio, e ci sono due motivi a sostegno di questa tesi. Innanzitutto, potrebbe non valere la pena sfruttarlo perché il tempo, le energie e le risorse impegnate per perseguirlo potrebbero essere tranquillamente utilizzate per qualcos’altro di meglio. In secondo luogo, ci sono situazioni nelle quali andare incontro a quell’edge rischia di farvi perdere dei soldi che eravate quasi sicuri di vincere. Questo secondo punto può sembrare un po’ oscuro ma cercherò di spiegarmi meglio più avanti in questo articolo.

Se c’è un momento in cui sono pronto a rinunciare ad un piccolo vantaggio è in un torneo di poker. Diciamo che ci troviamo nella primissima mano di un qualsiasi evento e che un nostro avversario vada all-in su un piatto quasi vuoto. Ipotizzando di avere il 52% di possibilità di vittoria contro la sua mano, è giusto chiamare? La risposte è: alcuni dovrebbero farlo mentre altri potrebbero tranquillamente foldare. Come si fa a stabilire chi deve callare per quel 52% di probabilità di successo? E’ l’aspettativa futura che fa la differenza.

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Mi spiego: un giocatore che non è bravo come la media del field dovrebbe fare call, perché ora si ritrova a poter sfruttare un vantaggio globale soltanto chiamando. Prima di avere questa opportunità era più probabile che finisse ai resti in svantaggio, e non il contrario. Lo stesso vale anche per il giocatore medio: ammettendo implicitamente di non essere all’altezza degli altri, è possibile che più avanti nel torneo non gli capitino opportunità migliori.

Un giocatore di classe mondiale non dovrebbe mettere a rischio il torneo con un vantaggio così risicato. La maggior parte dei player più forti hanno equity quando partecipano ad un evento. 10.000 dollari investiti nel buy-in col tempo si trasformano in 20.000, 30.000 e anche di più, in media. Accettare lo scontro in all-in con un edge molto piccolo significa ridurre quell’equity a 1.000 dollari o giù di lì. Ok che hanno quel vantaggio, ma non è abbastanza grande, e foldando migliorano le proprie prospettive. Ecco perché raramente mi gioco tutto nell’early stage di un torneo senza un’adeguata motivazione." (continua)

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