Ben 46 persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza che ha portato alla luce una mega truffa telematica in 23 locali (tra circoli e bar) delle Marche ed in particolare nelle province di Macerata e Fermo. Sono stati sequestrati anche due siti web ‘taroccati’, privi di alcuna licenza. Grazie ad un software ad hoc, installato nei computer all’interno degli esercizi, gli organizzatori potevano vedere le carte di tutti i giocatori partecipanti che si collegavano a tali postazioni multimediali.
Di conseguenza, i truffatori potevano trarre assoluti vantaggi rispetto ai players vittime di questo subdolo imbroglio. C’è però da sottolineare che le due ‘piattaforme’ utilizzate (e violate) online non avevano nulla a che vedere con i normali software autorizzati e certificati da Sogei e dai Monopoli di Stato (AAMS). Si tratta infatti di ‘siti’ esteri facilmente violabili attraverso postazioni telematiche ‘truccate’.
Chi gestiva la rete telematica poteva spiare le carte degli altri giocatori. Ad ogni partita prendevano parte al massimo quattro giocatori. Nel caso non si raggiungesse un numero sufficiente, interveniva un membro dell’organizzazione e gestiva uno o più players virtuali. La mente dell’organizzazione controllava tutti i tavoli da una postazione centralizzata a Macerata e partecipava all'action. La Guardia di Finanza, al momento, ha sequestrato 1,6 milioni di euro. Le indagini sono durate due anni ed è stato necessario l’impiego di 100 uomini.
Il Maggiore della Guardia di Finanza Michele Tempesta ha illustrato la complessità dell’operazione nei dettagli: "Dopo una serie di controlli – ha dichiarato all’agenzia Agicos - effettuati presso 23 locali, bar e circoli, tra Macerata e Fermo, abbiamo sequestrato 160 computer e 5 router, e abbiamo denunciato 46 persone per gioco illegale. Gli avventori avevano installato un particolare software nei PC che permetteva di giocare a poker online su siti esteri illegali".
"Per accedere ai siti web era necessario un accreditamento per procedere al quale i giocatori dovevano versare un importo o in contanti o tramite accredito virtuale: è stato rintracciato un giro d'affari di 1,6 milioni di euro. Ancor più grave il fatto che le giocate erano comunque pilotate: il software consentiva al banco virtuale di vedere le carte in mano ai giocatori e di vincere sempre".