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Phil Hellmuth e una decisione cruciale al WPT

Una decisione cruciale ai tavoli del World Poker Tour è l'argomento del nuovo articolo di Phil Hellmuth per la sua rubrica "La mano della settimana".

"Mentre stavo giocando al WPT Championship del 2006, un torneo da 25.000 dollari di buy-in, ho scelto un momento chiave per fare la mia mossa. Vedete, ci sono situazioni dove avete bisogno di dire a voi stessi: 'Penso di poter battere quell’avversario, perciò è arrivato il momento di effettuare un call cruciale oppure un raise con timing perfetto.'

Nel day 3 dell’evento, ero ripartito con soltanto 40.000 chips quando l’average era sui 200.000. Appena un’ora più tardi ero riuscito a salire fino a 100.000 e mi sentivo abbastanza a mio agio nella nuova posizione. Con bui 1.500/3.000, apro di 9.000 con 7 7 e l’avversario seduto alla mia sinistra rilancia fino a 20.000.

Normalmente avrei fatto fold, ma avevo già raisato un paio di volte con KJ nei due piatti precedenti e avevo poi vinto entrambi allo showdown. Pensavo quindi che lui potesse avere qualcosa di più forte di KJ ma non gli davo credito per una overpair tipo QQ. Alla fine decido di chiamare e sul flop arrivano q q 9 : io faccio check e lui punta subito 40.000. Qualcosa non mi tornava, e poi una vocina interna continuava a ripetermi 'Phil, hai la best hand…'

Certo, avvertivo debolezza, ma lui poteva pur sempre avere qualcosa come una coppia di 10. Inoltre, dovevo considerare il fatto che se sbagliavo a mettere tutte le chips nel piatto, avrei avuto soltanto 2 outs a disposizione per vincere. Mi restava 68.000 di stack e praticamente era o tutto o niente: o raddoppiavo e salivo in alto nel chipcount oppure me ne tornavo a casa da eliminato.

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Alla fine annuncio l’all-in e l’altro mette le altre chips nel piatto quasi con la certezza di aver perso. Non mi piaceva comunque quella decisione perché aveva sempre la possibilità di superare il mio punteggio, ma poi ha girato a j e il mio umore è cambiato. Un 4 al turn e un 4 al river non hanno mutato la situazione e sono così salito a 200.000 chips che mi permettavano di riprendere il controllo del tavolo. Dopo quella mano, nessun altro giocatori avrebbe provato a bluffarmi, ed era esattamente quello che volevo.

Quando si fanno giocate del genere si acquista una grande fiducia nelle proprie abilità; inoltre, tutti al tavolo capiscono che siete davvero presenti e probabilmente tenderanno ad evitare di finire in heads-up con voi. Di conseguenza, quando decideranno di farlo avrete la consapevolezza che vi stanno sfidando con qualcosa di forte. Infine, gli avversari capiranno che siete disposti a rischiare il tutto per tutto e per questo motivo vi temeranno particolarmente."

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