Al termine della precedente lezione di questa Guida Spin & Go, ci eravamo lasciati con un quesito di vitale importanza per vincere il nostro Heads-Up.
In questo Articolo:
Tempo quasi finito
Nella parte finale dello Spin si gioca spesso con uno stack effettivo di 10-15 BB, un numero esiguo che generalmente non permette il MiniRaise.
Avevamo cominciato col dire che non sarebbe stato sufficiente restringere il range di click raise, poiché non abbiamo più tanto tempo a disposizione e Villain ci metterebbe troppa pressione per uscirne vivi.
Ecco allora il doppio antidoto.
L’intervallo di Limp
Ci sono delle mani che hanno del valore assoluto in un testa a testa, stanno a metà tra il rischio di dover affrontare uno shove svantaggioso dopo un nostro raise e lo sconcerto di doverla foldare senza concedere loro una speranza.
Una mano come QTo ad esempio, ci permette di provare ad aggiustare il nostro range da bottone, bilanciandolo con qualche Limp marginale che, a fronte di azioni del nostro rivale, può chiamare un Mini Raise, foldare ad un All In o vedersi il flop in caso di Check.
Il range di Limp/All In
Non dimentichiamoci mai che alcune delle volte in cui il nostro avversario gioca in mini apertura, è opportuno decidere di pushare per dimostrare che questa mossa la facciamo anche con mani di una certa importanza, ma la frequenza di raise del nostro rivale a quel punto avrà una importanza praticamente capitale.
Intendiamoci, non è nemmeno sbagliato farlo ogni tanto con mani Monster tipo “QQ+”, ma evitiamo di farlo per valore con range come JJ-88 che preferiscono chiudere pre e negare l’equity avversaria.
D’altro canto possiamo anche decidere di foldare a un mini-raise con mani che non possono permettersi alcun investimento, tipo Q3s o 87o.
L’Open Shove
La costruzione di un range di open shove con stack medi da 12x è necessaria per trovare il giusto compromesso tra il double-up e il mantenimento di uno stack oltre i 10x che ci permetta di continuare a giocare come vi stiamo consigliando in questo articolo.
Il range è formato da quelle combo che detengono un’equity decente ma odiano giocarsi il flop.
Tra di esse A3s, A8o e le coppie 55-22 con le quali preferiamo chiudere preflop, oppure AJo-AKo che invece si fanno preferire quando chiamate.
Come capirete sono tutte mani poco “flop-friendly”, ma per avere un quadro completo, ecco il range:
Come abbiamo scritto più volte, l’universo degli Spin&Go è popolato da tutta una serie di giocatori che non hanno una raffinata strategia Pre-Flop.
Questo significa che la coda del nostro Heads-Up è una delle parti più profittevoli dell’intero Spin.
Avrete a che fare con giocatori che folderanno dopo ogni Limp a cui faremo seguire un rilancio, altri che apriranno 3BB o 4BB tutti i bottoni sui quali pusheremo per valore, oppure quelli che aumenteranno la frequenza dei loro shove in maniera maniacale.
La stragrande maggioranza dei nostri rivali non ragionerà come stiamo imparando a fare in questa guida e questo per noi è un grande vantaggio.
Quando comincerete l’heads-up capirete praticamente subito che tipo di avversario avete davanti.
I segnali sono sempre piuttosto evidenti: dopo tre limp da bottone, un raise con una size oltre i 3,5BB, o un continuo flatting sulle nostra aperture, allora state sicuri che il nostro amico non è un campione, anzi, fa parte di quella schiera di giocatori passivi e prevedibili che speriamo di incontrare sempre sul nostro cammino.
In questo caso la vostra frequenza di limp da bottone non può che aumentare, visto che difficilmente verremo puniti da un rilancio del BB.
Conclusione
La specialità degli Spin & Go sembrerebbe di semplice manovrabilità, ma non è affatto così.
Ogni momento richiede un cambio di marcia a seconda della dimensione del BB e l’adattamento è la qualità migliore del buon giocatore.
La vostra capacità più importante sarà quella di capire come i vostri avversari non riescono a fare quel tipo di aggiustamenti.
Le due lezioni finali, le prossime, faranno capo allo stack ridottissimo in un Heads-Up, intorno agli 8BB.
Articolo estratto da PokerStarsschool.com by Pete Clarke
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