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Ferguson: 'accordo con DoJ e Tapie al massimo entro giugno'

chris-fergusonChris "Jesus" Ferguson, ex azionista di maggioranza Full Tilt Poker, dopo le clamorose indiscrezioni della scorsa settimana che lo vedevano minacciare l’accordo tra Tapie e i suoi soci, è uscito allo scoperto e si è recato, insieme al suo legale Ian Imrich, nel distretto sud del Dipartimento di Giustizia (DoJ) di NewYork per chiarire la sua personale posizione dinanzi ai procuratori.

Come noto, il DoJ ha contestato a Jesus e agli altri amministratori, di aver frodato i clienti di Full Tilt Poker per almeno 440 milioni di dollari e le indiscrezioni pubblicate la scorsa settimana, con le movimentazioni e gestione dei conti bancari, alquanto bizzarre, potrebbero non aver messo in buona luce i componenti del Consiglio della poker room.

Ian Imrich non è dello stesso avviso e parla a nome del suo assistito: “il dialogo con i procuratori è stato molto positivo”.  L’avvocato di Ferguson, nonché ex consulente per gli affari generali di Full Tilt Poker, prevede tempi lunghi nella trattativa tra il DoJ e Bernard Tapie.

Come noto, il manager francese ha ottenuto l’autorizzazione definitiva da parte degli azionisti della red room ed ora deve essere sottoscritto l’accordo quadro con i Procuratori. Ma la continua querelle tra i soci del sito rischia di far slittare tutto: in particolare sembra essersi scatenata una guerra tra Bitar e Ferguson: entrambi si accusano a vicenda. “Sulla base – rivela Imrich - di quello che io e Chris abbiamo percepito dalle parti, l’intesa sarà sottoscritta entro la prima metà dell’anno se non addirittura entro il primo trimestre”.

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In merito alle accuse pubblicate da Subject Poker, Imrich ha voluto chiarire: “Ferguson ha richiesto solo un documento sulla rendicontazione della gestione contabile al CEO Ray Bitar. Grazie alla sua collaborazione il DoJ è riuscito a recuperare 41 milioni di dollari. Chris vuol vederci chiaro e capire alcune operazioni”.

L’avvocato quindi ha rincarato la dose contro Bitar ed ha lasciato intendere che Ferguson sta agendo contro il co-fondatore di Tilt per recuperare svariati milioni che apparterrebbero ai players. La richiesta però rischia di posticipare l’accordo tra Tapie e il DoJ che - in tal caso - non può archiviare l'azione civile contro gli amministratori di Tilt. Il legale californiano ha smentito anche l’ipotesi dei 14 milioni richiesti da Jesus: “è errato quello che sostiene Subject Poker: su questo punto Chris ha rassicurato Tapie e i procuratori”.

L'accordo definitivo tra Tapie ed il Dipartimento di Giustizia USA rischia di slittare. Tu cosa ne pensi? Commenta la news sul forum!

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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