Le recenti indiscrezioni su possibili nuove tasse sui giochi avevano fatto registrare in borsa trend negativi per le principali società quotate, ma dopo il monito lanciato da Raffaele Ferrara, direttore generale uscente di AAMS, il Governo sembra voler fare un passo indietro.
Il mercato dei giochi è in questo momento vitale per l’erario che - al contrario degli altri settori - garantisce un gettito sicuro, rispettando sempre le previsioni di entrata. Per questo motivo l’Esecutivo sembra voler preservare i fragili equilibri di un comparto comunque già colpito pesantemente in passato dal fisco, con inevitabili ricadute sui giocatori.
L’idea di finanziarie la ricostruzione dei paesi terremotati con le entrate sul gaming, sembra essere tramontata, nonostante la pressione di molte forze politiche, poco attente e consapevoli su quali potrebbero essere le conseguenze negative (per il gettito ma anche per i livelli occupazionali).
A svelarlo è stato il sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Vieri Ceriani: “almeno per ora, non è previsto un aumento della tassazione sulle vincite dei giochi per finanziare la ricostruzione in Emilia-Romagna e Lombardia”. Il motivo è semplice: “siamo ad un livello per cui è molto delicato alzare il prelievo: ci sarebbe un rischio di calo delle giocate”. Per il momento quindi il Governo Monti non rivedrà i parametri della tassa sulla fortuna.