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Il poker online verso la chiusura negli USA: la prima mossa del Procuratore voluto da Trump

Brutte, bruttissime notizie arrivano da oltre Oceano: i pokeristi americani rischiano di rimanere con un pugno di mosche in mano. Il gioco online negli USA, dopo la legalizzazione in Nevada, New Jersey e Delaware, rischia seriamente di essere resettato. E’ la promessa fatta dal futuro Attorney General, Jeff Sessions che sarà nominato nelle prossime settimane dal neo presidente Donald Trump.

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La dichiarazione di Jess Sessions durante un’audizione in Senato: “sono rimasto sconvolto dall’interpretazione del Wire Act della precedente amministrazione Obama”. Nella foto con Donald Trump

15 STATI VERSO LA REGOLAMENTAZIONE

Il suo arrivo potrebbe rompere le uova nel paniere a ben 15 Stati. Oltre ai 3 appena citati, altri 8 stanno studiando una regolamentazione per il gioco online (in particolare Daily Fantasy Sports e poker): si tratta di West Virginia, Connecticut, Illinois, Maryland, Ohio, Florida, Indiana, Mississippi e Washington. Massachusetts, California, New York e Pennsylvania sono già alla fase 2, ma potrebbe essere troppo tardi, considerando l’insediamento dell’amministrazione Trump.

Il nuovo inquilino alla Casa Bianca ha mostrato un rapporto ambiguo con il business dell’e-gaming. E’ proprietario di un network ed ha dichiarato apertamente di essere favorevole alla disciplina del poker su internet, ma si è alleato (pur tappandosi il naso) con il rivale di sempre: Sheldon Adelson. E proprio il Magnate di Las Vegas Sands vuole cancellare il Wire Act.

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IL WIRE ACT E IL POKER ONLINE

Cos’è il Wire Act? Ve lo spieghiamo in modo semplice: è una vecchia legge federale approvata nel 1961 che di fatto imponeva (ed impone) il divieto di scommettere per telefono. Fu promulgata contro il gioco telematico, pur non esistendo ancora internet.

Nel Natale del 2011, il Dipartimento di Giustizia (DoJ) ha interpretato tale legge in maniera permissiva: è un divieto che può essere applicato solo al betting telematico ma non agli altri giochi.

Questa interpretazione ha di fatto dato il via libera a tre stati, Nevada, New Jersey e Delaware di legalizzare il gioco online (ad eccezione delle scommesse). Ed anche altri stati (California e New York State) ci stanno pensando seriamente. Ma Jeff Sessions sembra riuscire a mettere d’accordo tutti e cancellare per almeno 4 anni il poker online dagli States.

TRA POLITICA E INTERESSI MA NESSUNA GIUSTIZIA

Come spesso accade negli States, leggi ed applicazioni delle stesse vanno di pari passo con logiche politiche e di lobby. Senso di giustizia ed equità sono valori che spesso vengono spediti in soffitta. Sessions – nelle prime udienze in commissione del Senato – ha già ammesso di avere nel mirino il Wire Act.

Dare una nuova interpretazione al Wire Act vorrebbe dire affondare definitivamente la vecchia amministrazione Obama nel settore dell’online ed in particolare spazzare via l’azione lobbystica di Henry Reid, ex speaker in Congresso per il Partito Democratico, colui che è stato eletto in Senato (per lo Stato del Nevada) anche grazie ai finanziamenti degli sponsor Caesars e MGM, società rivali di Las Vegas Sands (Sheldon Aldeson).

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Nei confronti di Reid spira una brutta aria: è stato accusato di recente di aver percepito una tangente proprio dalla lobby dell’online (da Full Tilt) prima del Black Friday. Ma prove non esistono di questo finanziamento illecito e le accuse sono decadute. Il vento però sembra cambiato. C’è un regolamento di conti in atto?

Caesars (WSOP) e MGM hanno spinto per la regolamentazione statale dell’online. Grazie all’intervento di Sessions, i loro sforzi verrebbero cancellati, facendo un grosso favore alla lobby di Adelson. Ma anche Trump vede nel rilancio dei casinò terrestri un modo per creare più occupazione e ricchezza interna.

L’E-GAMING NEGLI STATES RISCHIA LA CHIUSURA

Con i conservatori come Sessions al potere, gli USA rischiano di fare diversi passi indietro e di lasciare campo libero all’offerta illegale sul web. Donald Trump vuole a tutti i costi Sessions come Procuratore Generale.

E’ lui il candidato forte e la sua elezione sembra scontata considerando che il Partito Repubblicano ha la maggioranza in Senato che dovrà convalidare la sua nomina.

I democratici in cuor loro confidano sempre nell’ennesimo scivolone mediatico e pubblico di Session prima che diventi Attorney General. A dire il vero, a questo punto, lo sperano anche i pokeristi e tutta l’industria dell’online. Ma la partita è appena iniziata e potrebbero esserci nuovi ed interessanti sviluppi. Ve lo racconteremo nella seconda parte di questo speciale sugli States.

Speciale poker online USA – Prima parte – fine

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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