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Trump pronto a tradire il poker online: Adelson, raise da $ 100 milioni

I magnati di Las Vegas hanno provato in tutti i modi a far cadere Donald Trump durante le primarie, ma ora le cose stanno cambiando alla velocità della luce: in ballo ci sono tanti soldi, interessi ed equilibri politici molto precari  all’interno del Partito Repubblicano.

Come noto, la vecchia volpe rossa è proprietario di un poker network tra i più importanti in Nevada e New Jersey ma potrebbe tradire il texas hold’em online e passare dalla parte del nemico. Gli indizi sono forti e conducono ad una probabile santa alleanza con Sheldon Adelson, repubblicano doc, nonché proprietario di Las Vegas Sands e principale finanziatore del movimento per restaurare il divieto del gioco online a livello federale (di fatto i singoli stati sarebbero costretti a fare marcia indietro in merito alla regolamentazione del poker online).

TRUMP: VECCHIO AMORE CON IL POKER ONLINE

Prima che iniziasse la corsa alla Casa Bianca, il miliardario newyorkese dichiarava: “è arrivato il momento per gli USA di riconoscere il gioco online come avviene in tutti i paesi del mondo”. Grazie ad una lobby di Wall Street, guidata dall’amico Marc Lasry, ha creato (in partnership con 888 Holdings) All American Poker Network, principale rete in New Jersey ed autorizzata anche in Nevada. D’altronde Donald ha sempre visto di buon occhio il gambling, fondando due casinò negli anni d’oro di Atlantic City, prima di rivenderli. Ma Trump potrebbe girare le spalle ai suoi soci dell’online. Vi spieghiamo perché.

WYNN E ADELSON: I FINANZIAMENTI

I magnati di Las Vegas, in particolare Steve Wynn (altro repubbicano doc), non si sono mai scaldati all’idea di vedere Trump alla Casa Bianca. I fatti sono evidenti. Wynn ha donato, fino ad ora, 65.800$ per finanziare i candidati repubblicani antagonisti dell’immobiliarista di New York: 25.000$ a Chris Christie, altri 25.000$ a Carly Fiorina, il resto a Marc Rubio, Jeb Bush e Cruz. Addirittura 2.700$ alla candidata democratica Hilary Clinton.

Stessa musica per Adelson che ha regalato solo 18.300$, ben lontano dai 100 milioni girati 5 anni fa al partito durante le primarie. Ben 92 milioni erano serviti per finanziare il cavallo sbagliato Mitt Romney.

Questa volta Adelson ha voluto giocarsi il jolly una volta chiuso il Congresso con la nomina ufficiale del rivale Trump.

RAGIONI POLITICHE ALLA BASE DELL’ALLEANZA (NON PER VIL DENARO)

Trump in questi giorni sembra essersi allineato con le posizioni dell’ex rivale Adelson, più per ragioni politiche e di consenso che per soldi. Certo, 100 milioni in più possono fare comodo anche ad un miliardario come lui, considerando che la campagna presidenziale si prospetta molto onerosa e feroce contro un candidato forte come Hilary Clinton. Ma il motivo principale, a nostro avviso, è determinato dal fatto che la sua nomina ha spaccato il Partito Repubblicano. In molti sono pronti a tapparsi il naso e votare per la rivale pur di non vederlo alla Casa Bianca. Ed allora, è proprio Trump che ha capito che per vincere ha bisogno di un partito unito alle sue spalle, considerando che già le minoranze etniche del paese non lo voteranno. Stringere un’alleanza con la parte a lui più avversa a Washington (e a Las Vegas) può essere un primo passo verso l’unità.

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Adelson applaude Trump durante il Congresso Repubblicano

LAS VEGAS SANDS: PRONTI 100 MILIONI CONTRO L’ONLINE

Il vento sembra cambiare: come vi avevamo anticipato due mesi fa, il boss di Las Vegas Sands è pronto a mettere sul piatto 100 milioni di dollari per finanziare la campagna del candidato repubblicano, in cambio ovviamente della revisione all’ultima interpretazione del Wire Act che di fatto ha dato il via libera al poker online negli States.  Trump sembra aver aderito a questa proposta. Vi spieghiamo perché. Gli indizi forti sono due.

PRIMO INDIZIO: IL VICE-PRESIDENTE

La nomina del candidato vice-presidente repubblicano è emblematica e dimostra il peso di Adelson nel Partito Repubblicano. Si tratta di Mike Pence, Governatore dello Stato dell’Indiana, noto per essersi schierato contro il gioco online. Il probabile futuro vice di Trump è schierato a favore della RAWA, la revisione dell’attuale normativa sull’e-gaming, promossa dalla lobby di Adelson. Pence, in questi anni in Indiana, ha approvato misure a favore del gioco terrestre ma contro l’online. Non serve aggiungere altro.

SECONDO INDIZIO: LO STAFF DI TRUMP

Il secondo elemento che collega in modo evidente Trump con il magnate di Las Vegas e Macao è la nomina di Michael Abboud che sarà il coordinatore della comunicazione della campagna. Lo zio Andy Abboud è un uomo di fiducia di Adelson: si tratta infatti del vice-presidente di Las Vegas Sands con delega alle relazioni con il Governo. Abbound è stato protagonista di diverse audizioni in Congresso per parlare dei pericoli dell’e-gaming. Chi meglio degli Abboud potrà tenere al guinzaglio Trump?

TEMPI DURI PER IL POKER AMERICANO

E’ logico che a seguito della convention repubblicana che ha ufficializzato la candidatura della vecchia volpe rossa, la posizione di Adelson si è rafforzata, così come quella della lobby anti online negli States. Se dovese vincere Trump, per i pokeristi americani (e non solo) si prospettano altri 4 anni molto duri.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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