In Francia i giocatori scappano dai tavoli di cash game a causa di una tassazione senza senso e l’aspetto più grave è che sono stati persi per strada i players “ricreativi”, coloro che giocano per puro divertimento, considerando che – a queste condizioni – i micro limiti sono diventati impossibili da affrontare nel medio periodo. Ed è un particolare sul quale riflettere che mette a serio repentaglio il futuro del poker online francese visto che, senza un adeguato turnover di clienti, il sistema rischia di implodere. Per fortuna, si è registrato un incremento nelle iscrizioni nei tornei (nella categoria generica vanno inclusi anche i sit-and-go).
La notizia ci riguarda da vicino visto che AAMS e ARJEL (l'ente regolatore transalpino) stanno discutendo per un mercato unico di liquidità per il poker online (ed anche la Spagna è interessata) ma fino a quando non vi sarà un'uniformità fiscale tra i paesi europei, difficilmente questo progetto potrà decollare.
Il poker online è molto amato dai cugini: dei 2,3 milioni di account attivi nel gioco online, più della metà (52%) gioca a poker in modo regolare. L’ARJEL ha reso noto i risultati dell’attività dell’ultimo trimestre del 2011. Inutile dire che sono a dir poco preoccupanti per gli analisti, in particolare per il cash che è la fonte principale di guadagno per le rooms: i giocatori attivi sono diminuiti del 10% rispetto allo stesso periodo del 2010, con una flessione degli stack medi del 3%.
I players francesi sono migrati nei poker tournaments (compresi i sit-and-go) che hanno fatto registrare un incremento del numero di iscrizioni del 24%, con un sensibile aumento dei giocatori attivi (coloro che nel trimestre hanno giocato almeno una volta) del 16%.
Bisogna capire i reali motivi che hanno causato questa evidente e clamorosa migrazione: per MadeInPoker, gli operatori di gioco hanno ridotto i loro budget marketing da 93 a 46 milioni, costringendo i testimonial ed i professionisti a non fare più promozione nei media generalisti (in primis la televisione) per concentrarsi nei canali specializzati. Questo cambio di strategia nella comunicazione avrebbe influito nel rallentamento dell’arrivo di nuovi giocatori.
Vi è però una tesi ancor più convincente e condivisibile, sostenuta da PokerFuse: nel cash game transalpino, vi è un sistema di tassazione che colpisce ogni pot (con un prelievo del 2%) con un sistema di calcolo complicato ma che rende la pressione fiscale significativa, con un’aliquota media effettiva che varia dal 35% al 40% sulle revenues lorde. Inutile dire che a queste condizioni diventa proibitivo operare con profitto per le 22 società licenziatarie e grindare a certi livelli per i players.
L'ARJEL sta cercando di incrementare i volumi di gioco nel cash game, proponendo un allargamento dell'offerta anche ai tavoli di Stud Hi/Lo, Omaha 8 e Mixed Games ma il problema rimane alla fonte. L’esperienza francese testimonia che l’aumento della pressione fiscale nel gioco online non incrementa in automatico anche il gettito erariale; il rischio nel lungo periodo è quello di distruggere un settore sempre più strategico con livelli occupazionali importanti e che garantisce entrate sicure per le Agenzie fiscali.