“Ritengo auspicabile e tecnicamente possibile spostare parzialmente l’imposizione dal gioco tradizionale a quello on line”. La posizione del Vice Ministro Morando è inequivocabile: “In merito alle disposizioni in materia di giochi, nell’osservare come venga diffusamente proposto un riequilibrio, a parità di gettito, fra la tassazione del gioco online e quella del gioco tradizionale. E’ auspicabile e tecnicamente possibile spostare parzialmente l’imposizione dal gioco tradizionale a quello online“.
In questo Articolo:
- 1 Operatori slot contro il gioco online: il Governo fa retromarcia?
- 2 Solidarietà al settore, ma perché tartassare l’online?
- 3 Trend nuove generazioni
- 4 Gioco a distanza riuscirà a garantire gettito promesso alla Commissione UE dall’Italia?
- 5 Online: pressione più alta rispetto alla media mondiale
- 6 Effetto Spread nel gioco online
- 7 Partita decisiva nelle scommesse online
- 8 Proposta alla vigilia del bando di gara
- 9 Commissione Finanze
- 10 Rischio crollo gettito dell’e-gaming (betting in primis)
- 11 Si torna all’età della pietra…
Operatori slot contro il gioco online: il Governo fa retromarcia?
Il Ministro quando afferma che “nell’osservare come venga diffusamente proposto un riequilibrio” forse si riferiva all’intervento (nelle 24 ore precedenti) di AsTro, l’associazione che rappresenta i gestori di Awp (apparecchi da intrattenimento, Slot) che chiedeva proprio un aumento della tassazione su tutti i prodotti (gioco fisico e telematico) oltre al divieto di pubblicità (che andrebbe a colpire solo il gioco online di fatto). Questo l’attacco frontale dell’associazione verso il gioco online:
“…. dell’aumento della “ESIGENZA DI FISCALITA’” che l’Erario nutre nei confronti dei soli apparecchi per il gioco lecito, senza coinvolgere in modo “uniforme” tutti i prodotti di gioco pubblico, in primis quelli che proprio dalla legge n. 208/ 2016 hanno ricevuto il “regalo” del passaggio alla tassazione sul margine (con aliquote generosamente allineate ai valori europei più tenui), e per finire quelli che – negli ultimi 10 anni – non sono stati interessati da manovre fiscali incidenti sulla marginalità”.
Il comunicato di AsTro si conclude così: “Solo un disegno di questa natura giustificherebbe l’ossessione governativa sull’ azzeramento dell’unico segmento ad alta incidenza di lavoro e la pervicace tutela di quella “pubblicità” che sta spostando il mercato dal gioco terrestre (malvisto dagli Enti locali) verso l’on line (malvisto dagli psichiatri, che però contano molto meno degli Enti Locali), che già catalizza (in co-abitazione con le lotterie istantanee) il 90% delle preferenze di gioco delle giovani generazioni” conclude AsTro.
Ma è la pubblicità che sta spostando il mercato oppure sono le nuove tecnologie?
Solidarietà al settore, ma perché tartassare l’online?
Negli ultimi anni, gli operatori di slot sono stati un bersaglio continuo di provvedimenti da parte del Governo e tali misure hanno forse messo a rischio parecchi posti di lavoro. Su questo aspetto è giusto essere solidali con AsTro e le altre associazioni di categoria del settore, oggetto delle attenzioni del Governo in ogni manovra finanziaria. Ma tartassare anche l’online non risolverebbe i problemi del terrestre (“mal comune mezzo gaudio”?), ma rafforzerebbe solo l’offerta illegale del gioco remoto.
Trend nuove generazioni
Stiamo parlando di target di giocatori diversi (macchinette rispetto gaming remoto) . Uno scommettitore o un pokerista (ma anche un giocatore di slot online), in caso di offerta legale meno attrattiva si sposterebbe al massimo in un’altra piattaforma non autorizzata e lo farebbe in modo ancora più easy in caso di divieto di pubblicità. Difficilmente si andrebbe a rinchiudere in una sala slot.
Oramai le nuove tecnologie condizionano le abitudini dei consumatori e la cosa che sfugge ai più (politici ed operatori del terrestre) è che la maggior parte dei ragazzi oramai è attratta dai social games o dai video games (eSports), neanche dai giochi con vincita in denaro. E tale settore non è neanche regolamentato.
A giudicare dalla spesa dei vari giochi, è facile immaginare da dove arrivi la maggior parte dei players patologici… e forse su questi aspetti bisognerebbe discutere, iniziando ad introdurre misure efficaci come l’uso del codice fiscale (come avviene per l’online) anche per le macchinette.
In tutti i casi, dopo poche ore dal comunicato stampa è arrivata la dichiarazione di Morando che preannuncia la stangata per il gioco remoto.
Gioco a distanza riuscirà a garantire gettito promesso alla Commissione UE dall’Italia?
Proprio dal punto di vista tecnico però ci sfuggono dei passaggi. Il gioco a distanza rappresenta circa il 5% della spesa (95% il gioco terrestre), si tratta quindi di un business che (rispetto a Vlt e Slot) è molto ristretto e ci sfugge come possa contribuire in modo decisivo alla copertura dei 500 milioni promessi (dal Governo italiano alla Commissione Europea) nella manovra correttiva. E’ chiaro che tassare l’online sarebbe solo accontentare alcune richieste.
Online: pressione più alta rispetto alla media mondiale
Gli operatori di Slot sostengono che le gaming company abbiano “ricevuto il “regalo” del passaggio alla tassazione sul margine (con aliquote generosamente allineate ai valori europei più tenui)” ma è realmente così?
Solo Francia e Spagna (con risultati disastrosi) applicano una pressione fiscale ancor più elevata, a tal punto che Arjel e DGOJ hanno consigliato ai rispettivi Governi di riequilibrare i carichi fiscali (visto che gran parte dei players gioca su piattaforme non autorizzate e molti siti sono falliti).
Effetto Spread nel gioco online
L’effetto Spread nel gioco online può essere decisivo nel far crollare gli incassi fiscali e spostare i volumi su piattaforme offshore con una discreta facilità soprattutto nei confronti di quei giocatori che muovono parecchie scommesse.
Betting online (prelievo attuale):
- Italia: 22%
- Gran Bretagna: 15%
- Malta: 5%
Gibilterra, Alderney (AGCC), Isola di Man e Curacao (che ospitano la maggior parte dei casinò e book mondiali) applicano prelievi vicini all’1%. Inferiori all’Italia anche Malta e Gran Bretagna sedi storiche dell’industria dell’e-gaming europeo.
Il rischio di un crollo del gettito nell’e-gaming è concreto. Si ignora che scommesse online, casinò e poker online, da anni subiscono una tassazione più alta rispetto alla media europea e mondiale, con forti ricadute sulla competitività dei prodotti, in particolare quanto il prelievo era calcolato sul turnover (compromettendo di fatto la gestione del rischio nelle scommesse).
Partita decisiva nelle scommesse online
In Italia, nel poker online e casinò il prelievo è del 20%. Ma la partita vera sul gettito riguarda il betting soprattutto perché la tassazione (per questo modello di business) influenza in modo drastico l’appeal dell’offerta, considerando che il prelievo ricade in modo inevitabile sulle quote offerte agli scommettitori (molto sensibili al riguardo).
Proposta alla vigilia del bando di gara
C’è da discutere anche sul tempismo di questa proposta del Governo (peraltro indotta da associazioni esterne alla politica), considerando che alla vigilia del bando di gara, alcuni dei più grossi bookmaker mondiali (attratti da una tassazione più equilibrata) sono interessati ad entrare nel mercato italiano. Queste piattaforme (parliamo di 2 dei 5 book più grossi al mondo) gestiscono parecchi scommettitori italiani high rollers che muovono volumi interessanti nell’online. Una operazione che diventa importante sia per le casse dell’Erario che per rafforzare il mercato legale ed autorizzato (con maggiori controlli sul riciclaggio di denaro e tutela del player).
Abbiamo pubblicato uno studio approfondito sulla capacità o meno dei Governi di poter canalizzare i propri giocatori nel mercato legale rispetto all’offshore, in base all’entità del prelievo. Questa ricerca è una prova diretta dell’esistenza dell’effetto spread nell’online. L’alta tassazione favorisce il mercato nero nell’e-gaming.
Quale sarà la reazione dei bookmakers internazionali a questa ennesima novità e retromarcia del Governo nel voler far ricadere l’onere fiscale dal terrestre all’online?
Commissione Finanze
Che sia diventato oramai un pensiero comune della coalizione che sostiene il Governo lo si era capito nel leggere il parere scritto anche della Commissione Finanze della Camera, pubblicato l’11 maggio: “Con riferimento all’articolo 6, il quale incrementa per un ammontare di 500 milioni annui la misura della tassazione (in termini di prelievo erariale unico sulle somme giocate o di ritenuta sulle vincite) su alcune tipologie di giochi, valuti la Commissione di merito l’opportunità di ripartire tale incremento, oltre che sui giochi fisici, anche sui giochi on line, al fine di assicurare una più equilibrata distribuzione di tale aggravio di prelievo su tutti soggetti del comparto dei giochi pubblici”.
La posizione della coalizione di Governo sembra chiara: salvare il gioco fisico, tassando l’online (ma pensare al medesimo gettito preventivato è utopistico).
Rischio crollo gettito dell’e-gaming (betting in primis)
Alla fine il risultato può essere solo uno: un crollo del gettito fiscale proprio dell’e-gaming. E si ignora un altro aspetto: quando il precedente Governo Renzi ha voluto tassare le slot machines, gran parte dell’onere fiscale non è ricaduto sugli operatori (come sbandierato dinanzi all’opinione pubblica) ma sui giocatori, con un abbassamento del payout al 70% (pensate che nei casinò terrestri il payout medio supera il 90%).
Ma ora gli operatori di slot hanno detto a chiare lettere che è necessario colpire l’online perché vedono in questo business un pericoloso concorrente, accusando il Governo di tutelare la “pubblicità” che sta spostando il mercato dal gioco terrestre (malvisto dagli Enti locali) verso l’on line (malvisto dagli psichiatri, che però contano molto meno degli Enti Locali), che già catalizza (in co-abitazione con le lotterie istantanee) il 90% delle preferenze di gioco delle giovani generazioni”.
Si torna all’età della pietra…
Viviamo in un’epoca dove la diffusione dei device e nuove tecnologie oramai sta influenzando i consumi e ci si meraviglia ancora delle abitudini delle nuove generazioni e sul canale dell’online? Certi trend oramai sono consolidati e lo saranno sempre di più in futuro (pensiamo ai video e social games ad esempio che non sono neanche regolamentati e che oramai vanno per la maggiore tra i giovani).
In Italia vogliamo tornare all’età della pietra per difendere interessi privati e di business? Gli aspetti regolatori per la rete internet (non solo nel gioco real money) dovranno essere risolti e concordati in ambito internazionale o il nostro paese sarà costretto ad adeguarsi agli standard del mercato , perché l’utente medio (in ogni ambito) può accedere in maniera molto easy all’offerta estera e sarà meglio mantenere un certo grado di competitività, nel caso contrario le nostre aziende (anche nei settori tecnologici) non saranno competitive.
Ma per approfondire questi aspetti, nei prossimi giorni pubblicheremo l’opinione di esperti analisti (in particolare sul canale dell’online e dei giovani).