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Organizzano torneo di poker con pistole e fucili in palio all'Università...

Stati Uniti terra di mille contraddizioni: vietano il gioco online ma poi permettono di organizzare un torneo di poker con in palio fucili e pistole all’interno di un campus.

In questi giorni l’Università dell'Oregon è finita al centro di un caso a dir poco controverso. Un'associazione studentesca (Young Americans for Liberty) ha organizzato all'interno del campus un torneo live, ricevendo da uno sponsor (un'armeria) una donazione di 41 pistole (modello S&W Sig Sauer più Bersa Thunder) e un fucile (Weatherby Vanguard). Tutto l'arsenale è stato messo in palio ed è riservato ai primi classificati. Chissà se Dan Bilzerian deciderà di partecipare…

L'Unione Studentesca dell'Università ha preso le distanze dalla manifestazione ed ha respinto (per 11 voti contrari rispetto ai 5 favorevoli) un'ulteriore richiesta di finanziamento per il torneo.

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I campus americani sono sempre più presi di mira da folli e squilibrati cecchini

Il presidente dell'associazione "Young Americans for Liberty", Thomas Tullis, ha spiegato lo spirito dell'evento: "l'abbiamo pianificato per sfidare i modi di pensare delle persone" ma ha ammesso: "sono rimasto sorpreso che l'anno scorso il Campus aveva supportato l'evento l'anno scorso".

Tullis ha spiegato che "l'obiettivo è quello di far revocare la decisione che vieta il possesso di armi da fuoco all'interno del campus, visto che le Università americane sono prese sempre più di mira da cecchini e sparatori folli".

Il senatore Zach Lusby gli ha risposto a tono: "se tu fossi realmente serio, avresti dovuto organizzare un comitato, non una notte dedicata al poker che distribuisce armi da fuoco".

Senza dubbio l'evento non ha favorito l'immagine del texas hold'em in Oregon e negli Stati Uniti, in un momento storico molto delicato, visto che in questi mesi dovrà essere deciso il futuro del poker online a livello federale, su pressione dell’uomo più ricco del gambling mondiale, Sheldon Adelson (Forbes ha valutato di recente il suo patrimonio personale superiore ai 31 miliardi di dollari).

Negli States, il reale problema non sembra essere il gaming online (non è sicuro una priorità), bensì la diffusione eccessiva tra la popolazione delle armi da fuoco, senza dubbio una delle piaghe negli States. Con eccessiva facilità molte persone hanno accesso a veri e propri arsenali e la normativa è differente da Stato a Stato. Ma le lobby negli USA hanno il loro peso e quella dei produttori di armi è tra le più potenti.

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Solo una settimana fa abbiamo assistito all'ennesima tragedia. A Sulphur, il 23 novembre, un uomo è stato ucciso (per ferita d'arma da fuoco) a seguito di una lite durante una partita di poker illegale (home games).

Tilt e pistole non vanno molto d’accordo. I "giovani americani per le libertà" non hanno brillato certo per tempismo.

La locandina della manifestazione tanto discussa:

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Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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