I numeri che presentiamo non possono più essere ignorati o sottovalutati: se il settore fosse disciplinato vi sarebbero vantaggi per tutti, ad iniziare dal fisco che incasserebbe il 3% dei buy-in pagati (come prevede la legge di Stabilità del 2011). Inoltre l’Erario beneficerebbe del costo delle concessioni (base d’asta di 100.000 euro).
Secondo stime del Ministero dell’Economia (fonte: relazione tecnica del 2011), nel primo anno di attività, lo Stato incasserebbe dalle prime 500 poker rooms autorizzate, circa 80 milioni di euro (50 milioni per le concessioni più altri 30 dalla raccolta). Il giocato arriverebbe ad un miliardo di euro l’anno.
Senza pensare che si potrebbero creare quasi 20.000 nuovi posti di lavoro, considerando anche l’indotto. Ma l’obiettivo principale dovrebbe essere un altro: garantire ai numerosi appassionati (le stime variano da 1,5 a 2 milioni) di poter giocare in ambienti legali, con regole uniformi e maggiori controlli. In questo caso l’ordine pubblico sarebbe garantito.
Dal 2003 al 2012, l’impatto del gioco illegale nel nostro paese è passato dal 53% all’8%: rimane un mistero perché non si voglia far emergere anche l’indotto del poker sportivo dal vivo.
Proprio per questi motivi, la nostra mission è raccontare il mondo del poker sportivo live dando voce ai suoi attori, per avere un'informazione aderente alla realtà e aiutare ciascuno a farsi un'opinione il più possibile corretta.
D'altra parte, la verità su questo fenomeno è stata troppo spesso raccontata in maniera superficiale e con occhi non del tutto obiettivi, per cui è giunto il momento di invertire la tendenza e questo reportage si propone come uno strumento per favorire la crescita del poker live legale in Italia.
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