Come noto, in Spagna, i giocatori di poker sono massacrati dalla doppia tassazione: online pagano alla fonte (tramite gli operatori) il 25% sulla rake (che naturalmente va a riflettere proprio sull’entità della commissione trattenuta dalle rooms) e la stessa cosa avviene live (seppur l’entità sia diversa).
Inoltre, devono dichiarare al fisco spagnolo le vincite superiori a €2.500. Si tratta quindi di un sistema che rende insostenibile il professionismo da quelle parti. Già parecchi professionisti/e come Adrian Mateos, Leo Margets e Ana Marquez vivono a Londra da diversi anni. Ma sono in buona compagnia e la comunità del poker in Gran Bretagna e a Malta è numerosa.
Le ultime recenti controversie con il fisco spagnolo, hanno spaventato anche gli irriducibili che erano rimasti, nonostante tutto in terra iberica.
In questo Articolo:
L’inchiesta dell’El Confidencial
Secondo una recente inchiesta pubblicata da giornale El Confidencial si è assistito anche negli ultimi mesi ad un vero esodo di professionisti a Londra.
Vi abbiamo raccontato nel dettaglio della condanna a 18 mesi inflitta a Dragan Kostic. C’è un altro caso che ha gettato nel panico il mondo del poker spagnolo: si tratta della pena a 12 mesi inflitta a Jesús Cortés.
Anche quest’ultimo aveva vinto un premio superiore al mezzo milione all’EPT di Barcellona e non aveva adempiuto alle comunicazioni fiscali di rito con l’agenzia delle entrate di Madrid.
La beffa è che entrambi i giocatori devono pagare sanzioni che superano, di gran lunga, la vincita ottenuta oggetto della contestazione.
La storia di Cortes tra poker e tasse (non pagate)
Nel 2010 Cortes si era qualificato al Main Event dell’EPT di Barcellona attraverso un satellite ed era arrivato al final table aggiudicandosi, a soli 22 anni, un premio da €525.000 mai dichiarato. Il premio è rimasto al Casinò di Barcellona per 6 mesi, poi il player spagnolo l’ha ritirato.
Ha commesso però un errore, ammettendo davanti alle telecamere di essere un professionista e che il poker fosse la sua unica fonte di reddito.
Il problema è stato che Cortes, in tribunale, in un primo momento aveva ammesso di essere stato stakato al 50% da un altro giocatore, con il quale aveva diviso il premio. Ma la sua versione è poco credibile perché si era qualificato al torneo con un satellite (si è fatto finanziarie la quota di iscrizione del sat?).
Mike McDonald tra i finanziatori?
Poi dinanzi alla Corte ha ritrattato la versione originaria, affermando che aveva incassato solo il 20% ed aveva venduto quote all’80%. I giudici, considerando le versioni contrastanti, lo hanno condannato, non ritenendolo “credibile”.
Sempre in tribunale, aveva mostrato un Whatsapp del 2012 con Michael McDonald che provava che era un suo finanziatore, ma i giudici hanno sostenuto che quel messaggio non aveva nulla a che fare con il premio incassato nel 2010.
Rischio carcere effettivo per insolvenza
A Cortés è stata contestata un’evasione per €218.123.45. L’agenzia fiscale ha chiesto di pagare una multa superiore ai €440.000. La Corte di Saragozza l’ha condannato a pagare €436.000 più ad un anno di reclusione. La condanna è stata confermata in secondo grado dalla corte provinciale. La giurisprudenza spagnola lascia quindi pochi margini agli avvocati difensori dei pokeristi accusati di evasione.
Il giocatore spagnolo però si è dichiarato insolvente ed ora rischia effettivamente di passare un anno della sua vita in carcere.