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Scommesse e pressione fiscale: il 68% dei gamblers in Portogallo punta su book illegali e il mercato fa crack

Tasse, tasse e ancora tasse. Il mercato legale del gioco online in Portogallo rischia di rivelarsi un fiasco su tutta la linea. Gli operatori non hanno interesse ad investire a Lisbona e dintorni e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Questo è il risultato quando la pressione fiscale rischia di essere eccessiva. Come abbiamo sempre sostenuto, nel gioco online, la tassazione va ben calibrata o per l’erario le politiche troppo rigorose rischiano di essere controproducenti.

Gli operatori stranieri non hanno interesse alle licenze portoghesi

Secondo una ricerca curata da Eurogroup Consulting, il 68% delle scommesse online dei lusitani vengono giocate su piattaforme senza licenza del Governo. Si tratta di una percentuale altissima.

Al momento sono state rilasciate solo 16 licenze per betting, casinò e poker. Secondo la società di consulenza che ha condotto questa indagine di mercato, la ragione al 99% risiede nel regime fiscale che sta spaventando gli investitori stranieri che, in alternativa, continuano ad accettare gioco dall’estero.

Le aliquote assurde e sproporzionate

Ricordiamo che il Governo prevede una aliquota che va dall’8% al 16% calcolata sul fatturato per le scommesse sportive (tutto ciò vuol dire che se il banco chiude in perdita deve pagare lo stesso le tasse e non poche…) mentre per il casinò e le poker rooms online la tassa varia dal 15% al 30% sulle revenues annuali.

Per quanto riguarda il poker online, se in Francia e Spagna le entrate stanno superando ogni tipo di record ed i giocatori sono presenti su piattaforme con licenza con tutti gli standard previsti sulla sicurezza, in Portogallo invece la liquidità stenta a decollare. Al momento c’è solo PokerStars ed 888Poker ha ottenuto da poco una licenza.

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Allarme sul mercato italiano: la fuga dei nuovi concessionari

Gli operatori stranieri continuano ad esprimere critiche al sistema fiscale portoghese. E questa situazione paradossale rischia di suonare come un forte campanello d’allarme per il mercato italiano: la tassazione è aumentata e alle società dell’online non viene più data la possibilità di lavorare ed acquisire nuovi giocatori per via del ban della pubblicità.

Logica conseguenza di queste scelte politiche miopi del Governo è senza dubbio un inevitabile indebolimento del mercato legale: nuovi operatori come Winamax, 1XBet, Pinnacle (per fare alcuni esempi) difficilmente entreranno. Il bookmaker russo (sponsor della Serie A all’estero) ha già annunciato la sua ritirata strategica, mentre forti dubbi ha espresso Pinnacle che prenderà una decisione nei prossimi mesi. Ma è chiaro che i nuovi provvedimenti mettono in una condizione di non lavorare i nuovi operatori che hanno un chiaro svantaggio competitivo: entrare in un mercato iper competitivo come quello italiano senza possibilità di far conoscere il proprio brand, pare un fallimento annunciato.

Inoltre, almeno in Portogallo i pokeristi possono godere di una buona liquidità (fanno parte della condivisa), discorso diverso per l’Italia dove tutto è bloccato.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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