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Vincono a baccarat un milione in un paio d’ore ma c’è un giallo

Quattro uomini cinesi vincono, nel giro di un paio d'ore, 1,1 milioni di dollari in un tavolo di baccarat, al casinò dell'isola Jeju, in Corea del Sud, ma qualcosa è andato storto, visto che quando si sono presentati alla cassa, i responsabili della sala da gioco asiatica si sono rifiutati di cambiare le chips.

Il casinò ha negato ai quattro gamblers il cash out, sostenendo che si fossero accordati con il dealer, il quale - a sua volta - ha confessato la sua colpevolezza ai manager. 

Ma la vicenda finirà in tribunale, perché in un secondo momento, il dipendente ha ritrattato, sostenendo di essere stato costretto dal proprietario del casinò, a presentare una dichiarazione falsa contro i quattro giocatori. La polizia locale ha aperto un’inchiesta.

Lo sviluppo della vicenda è seguito con apprensione in Corea del Sud dai media, considerando che sono parecchi i turisti cinesi che si recano al casinò di Jeju e nelle altre 16 sale da gioco coreane. Nel 2013, il 40,7% dei frequentatori delle gambling rooms provenivano dalla Cina, superando anche la presenza di giapponesi, clienti storici.

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L'interno di un casinò della Corea del Sud

E’ un mercato, quello coreano, in piena espansione, a tal punto da aver attirato l’attenzione di due colossi del Nevada, come Caesars e Las Vegas Sands, di proprietà di Sheldon Adelson, la prima catena mondiale. 

In Asia, Macao rimane un punto di riferimento ma anche Singapore (grazie alla spinta proprio di Las Vegas Sands) sta riservando sorprese positive. In Giappone, da mesi si aperto un dibattito politico in vista dell'apertura dei casinò, ma tutto è ancora in bilico per quella che ptorebbe sembrare una svolta storica per la cultura del Sol Levante.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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