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A Las Vegas, gamblers high roller giocano a credito ma creano buco da $ 110 milioni

I casinò sulla Strip e dintorni spesso commettono l'errore di estendere ai propri clienti la linea di credito: in genere i tavoli high roller sono alimentati da questo tipo di dinamiche di mercato.

In gergo, i giocatori d'azzardo che giocano a credito sono denominati markers. Ma nonostante in passato diverse sale da gioco siano rimaste scottate, il fenomeno rimane sempre esteso.  Evidentemente è un rischio calcolato.

Solo nel 2016, i casinò di Las Vegas non sono riusciti a recuperare crediti per $ 110,2 milioni, secondo un recente report dello Stato del Nevada. Si tratta di una cifra enorme, considerando che rappresenta il 2% delle gaming revenues della Strip.

Per l'Università del Nevada, il dato è in calo rispetto ai 132,7 milioni del 2015. L'anno peggiore è stato il 2000, quando furono svalutati crediti per 230,9 milioni.

La storia si ripete ed i manager delle sale da gioco continuano a commettere sempre lo stesso errore pur di incentivare al gambling i clienti più facoltosi.

Da 30 anni, in Nevada, è in vigore una legge che prevede l'apertura di un procedimento penale nei confronti dei markers inadempienti, ma non sempre i casinò ricorrono al tribunale. In alcuni casi, le posizioni dei gamblers sono talmente disperate, che non vale la pena. I costi legali sarebbero superiori ai benefici.

Purtroppo il fenomeno, pur ridimensionandosi negli ultimi 10 anni, è pur sempre una costante dei bilanci delle sale.

Ricordiamo ancora le accuse nei confronti di Ted Forrest, il noto giocatore di poker, che deve ancora saldare un debito di $270.000. Nel settembre del 2016 è stato arrestato per un debito di gioco. E pensare che il buon Ted nei primi anni duemila era un fenomeno nello Stud Cash Game e solo nel 2001 vinse qualcosa come 2,3 milioni di dollari.

Il vento è cambiato e nonostante 6 braccialetti WSOP e 6,3 milioni nei tornei, Tedd è stato fermato dalla polizia per l'emissione di alcuni assegni scoperti. Deve ancora al Mirage Wynn circa $270.000.

Secondo un'inchiesta di Reuters, il gioco high stakes è alimentato in gran parte dai markers. Ben 2/3 delle scommesse effettuate nei casinò di proprietà di Las Vegas Sands (Venetian, Palazzo etc) sono a credito.

Ma anche ad Atlantic City non se la passano meglio. Due giorni fa, ha creato scalpore la vicenda di Clinton Portis, ex running back e stella dell'NFL, che ha un debito con il Borgata di $170.000. Difficilmente verrà recuperato un dollaro: Portis, nel 2015, ha presentato istanza di fallimento in Florida per un crack da circa 5 milioni di dolari. E pensare che in carriera ha guadagnato più di 43 milioni. L'ex giocatore di football americano deve anche $200.000 all'MGM di Las Vegas.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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