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Il grande vecchio molla? Sheldon Adelson perde $75 milioni contro Biden e si dimette per curarsi

La più grande catena al Mondo di casinò, Las Vegas Sands, rimane senza la sua guida illuminante: il CEO e proprietario Sheldon Adelson (uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti che ha fatto la fortuna a Macao) ha deciso di prendere un congedo per curarsi dal cancro,  dopo questo maledetto 2020, disastroso anche per i suoi affari.

All'età di 87 anni, l'uomo più influente del gambling mondiale ha consegnato le chiavi della società al presidente Robert Goldstein (che diventa amministratore delegato ad interim).

Inutile dire che Sheldon Adelson è l'anima e la guida della società. Il multi miliardario è malato dal 2018 da una forma di cancro molto grave ed ora ha deciso di concentrarsi su questa dura battaglia per la vita.

Sheldon Adelson: l'idea più brillante grazie a Venezia

La sua storia con Las Vegas Sands nasce nel 1998 quando acquista il Sands Hotel a Las Vegas. Da quel momento ha creato un impero. Durante il suo viaggio di nozze con la sua seconda moglie a Venezia, è nata nella sua testa l'idea di riprodurre la città lagunare in Nevada (e successivamente in Asia). Quest'ultimo casino ha determinato le sue fortune.

La multinazionale possiede proprietà a Las Vegas, Pennsylvania, Macao e Singapore, ma il 2020 ha visto ridurre gli incassi del 51% (!)  per via del Covid19.

Sheldon Adelson: persa la scommessa su Trump da $75 milioni

Adelson è stato il primo finanziatore del partito repubblicano negli ultimi 20 anni e di Donald Trump, nonché il nemico dichiarato del gioco online e naturalmente dei suoi avversari politici (in primis i Democratici e George Soros): ha finanziato un movimento per la revisione del Wire Act, molto restrittiva, riuscendoci dopo l'elezione di The Donald.

Nella attuale corsa alle Presidenziali contro Biden ha perso 75 milioni di dollari di contributi elettorali. Per lui si tratta di spiccioli visto che ha un patrimonio personale di 36 miliardi di dollari.

2020: l'anno nero per Sheldon

Il 2020 è stato decisamente il suo anno peggiore: l'aggravarsi della malattia, in più l'emergenza sanitaria che ha drasticamente ridotto gli incassi (di oltre la metà) di Las Vegas Sands, sia in Nevada che in Asia.

Le proprietà di Las Vegas sono state messe in vendita, in particolare il gioiello di famiglia (Venetian) ed il centro congressi del Sands. La pandemia si fa sentire anche per i colossi del Nevada se pensiamo che le rivali Caesars e MGM vogliono diversificare facendo investimenti miliardari nel digital.

Adelson invece sembra voler uscire dal business dei casinò negli States: i ricavi in quel mercato rappresentano solo il 12% degli incassi globali e senza le coperture politiche (vedi caduta di Donald Trump e dei Repubblicani in Congresso), il gioco online, molto probabilmente sarà legalizzato (insieme alle scommesse) in gran parte degli Stati. Solo questione di tempo. Si tratta di un processo lungo ma inesorabile.

La nuova terra promessa sarà l'Australia? Packer molla...

La nuova terra promessa sembra l'Australia: Bloomberg sostiene che il buon vecchio Sheldon abbia assunto un consulente per trovare occasioni nel nuovo mondo, l'Oceania.

Il mercato australiano è dominato da decenni dalla famiglia Packer, proprietaria della catena Crown Resorts travolto però dallo scandalo riciclaggio con hotel-casinò finiti sotto sequestro (vedi l'ultimo di Barangaroo, a Sydney, investimento da 2 miliardi bloccato).

Sarà l'occasione giusta per Las Vegas Sands? Molto dipenderà dalle condizioni di salute della sua guida illuminata.

James Packer ha dichiarato di voler vendere ma il tentativo di dismissione del 19% a Lawrence Ho di Melco Resorts è stato bloccato dalle autorità australiane. Ne approfitterà il grande vecchio?

Di questo capitolo ne parleremo nella prossima puntata di Mondo Casinò.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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