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Andy Beal: “che errore andare a Vegas e con Ivey…”

Quando mette piede a Las Vegas, l'action high stakes non è mai banale: stiamo parlando dei banchiere texano Daniel Andrew "Andy" Beal, capace di dar vita ai giochi più ricchi della storia della Strip nei primi anni 2000.

La scorsa settimana l'uomo d'affari di Dallas ha voluto contribuire a tenere in vita la sua nomea di gambler high roller, perdendo 5 milioni di dollari contro Todd Brunson, ex membro di "The Corporation", il team di SuperStar che sfidò Beal nel 2006. Il ricco finanziere aveva mandato broke Jennifer Harman, Doyle Brunson ed altri nomi “nobili” della Strip ma l'opera rimase incompiuta...

Sul più bello, quando la vittoria sembrava scontata, Phil Ivey lo fece a pezzi, sfilandogli - con la consueta classe - il bottino di 16,6 milioni di dollari. Phil vendicò gli altri membri del team che avevano perso, fino a quel momento, circa 13 milioni.

A nove anni di distanza, Beal sembra avere le idee chiare sul motivo di quella bruciante sconfitta: "mi sento come se mi avessero strappato la vittoria dalle fauci. Sono ancora in imbarazzo".

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Il motivo che inquieta il banchiere miliardario è uno: "ho commesso l'errore di aver soggiornato per troppo tempo in Nevada e sono stato stupido l'ultimo pomeriggio. Non dovevo andare a giocare a Las Vegas. Quando abbiamo concordato la sfida, avrei dovuto invitarli nella mia Dallas. Potevo giocare quattro ore al giorno e non mettermi in una posizione così scomoda".

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Nella foto di repertorio, un giovane Andy Beal immerso nel lavoro e lontano dalle tentazioni di Las Vegas

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Nonostante Beal sia consapevole dei suoi errori, si è presentato di nuovo a Las Vegas e questa volta l'ha punito un membro della famiglia Brunson. Chissà che il confronto con Todd non sia l'inizio di una nuova affascinante sfida milionaria.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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