Ben Wilinofsky è una leggenda degli MTT, un giocatore a cui migliaia di aspiranti professionisti si sono ispirati nel corso degli anni. Nel 2008, quando era poco più che un adolescente, "NeverScaredB" vinceva già cifre da capogiro online e il suo nome iniziava a circolare nella comunità dei torneisti come quello di uno dei maggiori talenti in circolazione. Da allora Wilinofsky ha vissuto un'ascesa inarrestabile in termini di vincite e popolarità. Oltre a conquistare milioni di dollari online e ad imporsi anche dal vivo vincendo, tra le altre cose, l'EPT di Berlino per 825.000€ al primo ITM live in carriera, è diventato un vero e proprio personaggio grazie al suo gioco iper-aggressivo, alle sue dichiarazioni da spaccone e allo stile di vita ballas di cui si vantava sui social network e nel corso delle interviste.
Parallelamente a fama, soldi e donne (come vedremo), Ben ha vissuto un declino personale tremendo, inversamente proporzionale ai successi ottenuti ai tavoli. Ne avevamo già parlato nel 2013, quando vi riportammo uno stralcio del suo blog nel quale ammetteva di soffrire di una profonda depressione. La lotta a questo male subdolo è proseguita anche negli ultimi, e per quanto Wilinofsky abbia provato in tutti i modi a prevalere, non ne è ancora uscito vincitore. La sua disperazione ha raggiunto il culmine sul finire dello scorso anno, quando ha preso una decisione drastica: smettere con il poker.
Ha comunicato pubblicamente questa scelta a Pokerlistings.com, in una recente intervista nella quale ha ripercorso la sua vita e la sua carriera ai tavoli. Per farlo, ha iniziato dal nickname, quel NeverScaredB sinonimo di superiorità, aggressività, forza e sfacciataggine. "Volevo che di me passasse quell'immagine, di totale assenza di paura, e volevo realmente sentirmi così. Questo è qualcosa che vorrei provare ora, ogni giorno nella mia vita: non essere ansioso, non avere dubbi e paure nella mia testa".
Ben è consapevole di avere un seguito invidiabile nel mondo del poker, sa di essere un personaggio noto soprattutto nella community online. Ma questo non è stato d'aiuto nella sua battaglia alla depressione: "Quando perdevo gli stimoli nel poker mi dicevo 'Sei bravo, guarda ai numeri che diventano sempre più grandi e guarda a quello che gli altri pensano di te'. Ma è solo un unguento, qualcosa che spalmi sopra le ferite affinché non facciamo troppo male. In realtà non guarisce nulla, in nessun senso".
Discorso simile anche per quanto riguarda le vincite mostruose ottenute ai tavoli: "Quando ho centrato la prima grossa vincita (l'EPT di Berlino nel 2011, ndr) mi sono sentito estasiato per qualche giorno ma poi la sensazione è sparita molto velocemente. Sono tornato in fretta a quello che ero prima, al mio stato d'animo normale. E il mio stato d'animo normale non era felice". In questo senso si colloca l'apparente menefreghismo che dimostrò dopo l'eliminazione in 3° posizione al WPT di Vienna del 2012. Per molti era un atteggiamento da "bulletto", ma Wilinofsky spiega che era semplice (e preoccupante) apatia: "Ho inseguito quella sensazione di esaltazione da risultato per qualche tempo. Quando ho fatto 3° al WPT di Vienna non ho sentito assolutamente niente. Ero semplicemente vuoto, privo di qualsiasi tipo di emotività. Lì ho realizzato che cercavo rimedi esterni per curare un problema interiore".
Da quel momento Ben ha iniziato a chiedersi quale fosse il problema che lo affliggeva e soprattutto se ci fosse un modo per risolverlo. Le sue soluzioni furono le prime che verrebbero in mente a un qualsiasi ventenne milionario: "Pensavo che la mia depressione fosse temporanea e che avessi bisogno di certe cose per non sentirmi depresso. Come vincere tanti soldi o fare sesso con più ragazze. Pensavo che più mi spingevo in là e più mi sarei avvicinato al punto in cui la depressione sarebbe stata piegata dalla soddisfazione. Ma non importa quanto fai, non arrivi mai a quel punto".
Questa consapevolezza ha spinto Wilinofsky a prendere una decisione difficilissima per un giocatore stimato ed estremamente vincente come lui: "Il poker non è l'origine del mio problema, ma attualmente non è nemmeno parte della soluzione. La mia energia è molto limitata. Nelle giornate peggiori riesco a stare fuori dal letto solo sei ore, e quelle sei ore sono troppo preziose per occuparle facendo qualcosa che non è parte della soluzione. Il poker è la soluzione facile al problema sbagliato e non voglio più continuare così. Per questo ho deciso di smettere".
Uno dei più forti professionisti degli MTT dice quindi addio al poker, non si sa ancora se in maniera definitiva o momentanea. Di fronte a una situazione delicata come questa, non possiamo fare altro che augurare buona fortuna a Ben Wilinofsky.