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Brunson: ‘poker noioso, ci vuole un timer nei tornei’

doyle-brunsonLa noia mortale offerta dal final table del Main Event WSOP ha messo tutti d’accordo, perfino Daniel Negreanu e Doyle Brunson: un evento raro. I due pro sono amici da una vita, si stimano, ma è difficile trovarli in sintonia su temi d'attualità inerenti al mondo del poker. 

Nota la loro divergenza sulla questione Full Tilt e la posizione riguardo le responsabilità vere o presunte di Howard Lederer.

Questa volta però Doyle si è schierato dalla parte di Negreanu che, un mese fa circa, aveva twittato: "non ci sono più dubbi sulla necessità di introdurre un timer nei tornei live. Per gli spettatori occasionali è faticosamente tiltante questo poker".

Sul suo blog, Doyle Brunson – quasi per miracolo - si è allineato alla posizione di KidPoker: "siamo d'accordo che qualcosa deve essere fatto per evitare l'azione eccessivamente lenta nei tornei di poker. Rende l'evento televisivo quasi inguardabile ed è molto noioso". Se risulta poco attrattivo per Brunson, figuriamoci per una persona che conosce poco questo mondo…

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Doyle fa la sua proposta: "La soluzione giusta è quella di stabilire un tempo massimo per ogni giocatore. Quanto? Penso che un minuto sia parecchio... Una volta c'era un torneo a Lake Tahoe che dava al massimo 20 secondi: è stato l'evento più divertente della mia carriera...".

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Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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