La noia mortale offerta dal final table del Main Event WSOP ha messo tutti d’accordo, perfino Daniel Negreanu e Doyle Brunson: un evento raro. I due pro sono amici da una vita, si stimano, ma è difficile trovarli in sintonia su temi d'attualità inerenti al mondo del poker.
Nota la loro divergenza sulla questione Full Tilt e la posizione riguardo le responsabilità vere o presunte di Howard Lederer.
Questa volta però Doyle si è schierato dalla parte di Negreanu che, un mese fa circa, aveva twittato: "non ci sono più dubbi sulla necessità di introdurre un timer nei tornei live. Per gli spettatori occasionali è faticosamente tiltante questo poker".
Sul suo blog, Doyle Brunson – quasi per miracolo - si è allineato alla posizione di KidPoker: "siamo d'accordo che qualcosa deve essere fatto per evitare l'azione eccessivamente lenta nei tornei di poker. Rende l'evento televisivo quasi inguardabile ed è molto noioso". Se risulta poco attrattivo per Brunson, figuriamoci per una persona che conosce poco questo mondo…
Doyle fa la sua proposta: "La soluzione giusta è quella di stabilire un tempo massimo per ogni giocatore. Quanto? Penso che un minuto sia parecchio... Una volta c'era un torneo a Lake Tahoe che dava al massimo 20 secondi: è stato l'evento più divertente della mia carriera...".
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